Lunedì, 20 Maggio 2024

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Raffaello architetto

Cultura. Il giovane Raffaello / prima parte.

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Quando Raffaello lasciò Urbino, per entrare nella bottega del Perugino, non doveva essere molto diverso dalla figura dell’angelo che Giovanni Santi colloca nell’affresco della Madonna in trono con bambino, dipinto nella chiesa di San Domenico a Cagli, prendendo a modello proprio il figlio (così ritenuto da molti) che al tempo aveva circa 9 anni e probabilmente non era cambiato molto quando a Città di Castello iniziò a produrre le sue prime opere indipendenti all’età di soli 17 anni.

Il giovane urbinate, già avvezzo all’arte del disegno e della pittura, dimostrò ben presto le capacità artistiche che da lì a qualche anno lo avrebbero portato alla corte di Giulio II. “Divin” pittore, ma non ancora architetto, anche se arriverà il momento in cui avrà modo di esprimersi come tale, quando scoprirà le architetture della Roma imperiale, le grandi Terme, la Domus Aurea di Nerone e altre mirabili costruzioni dell’antichità. Tuttavia l’architettura rimarrà un’attività secondaria rispetto alla pittura, che lo ha visto eccellere già in giovanissima età.

In effetti, durante gli anni trascorsi a Città di Castello, Raffaello esordisce con la produzione di capolavori assoluti, dimostrando qualità superiori a quelle del suo illustre maestro, quel Pietro Vannucci che - fra le opere di maggior pregio - annovera Lo Sposalizio della Vergine dipinto per il Duomo di Perugia (ora al Museo di Caen, in Francia), che sarà motivo ispiratore per l’opera omonima dell’allievo, realizzata per la chiesa tifernate di San Francesco. Tale creazione segnerà per Raffaello la chiusura della fase umbra prima del trasferimento a Firenze.

Il dipinto su tavola colpisce per l’equilibrio della composizione, per la dinamicità e la naturalezza delle figure, ma anche per l’architettura che fa da sfondo alla scena, in un susseguirsi armonioso di piani prospettici. Il tempietto a pianta centrale, esadecagonale, simbolo della perfezione divina, è rappresentato secondo le rigorose regole della prospettiva, con una forma originale e diversa dai profili ottagonali dipinti dallo stesso Perugino e dal Pinturicchio, compagno di bottega di Raffaello, che inserisce architetture a pianta centrale nello sfondo delle sue opere.

Considerata la giovane età dell’artista, sorprende la capacità dimostrata nel costruire un’architettura così complessa, che presuppone la conoscenza delle tecniche costruttive del tempo, peraltro restituita con dovizia di particolari, nel modo in cui solo un architetto esperto avrebbe potuto elaborare nelle giuste proporzioni e nel rispetto dei canoni classici.

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Nel 1504, infatti, Raffaello ha appena 21 anni, trascorsi fra Urbino e l’Umbria, non ha seguito studi particolari e non ha ancora raccolto quegli stimoli che troverà più tardi solo a Firenze e a Roma.

I venti del Rinascimento fiorentino giunti a Città di Castello non potevano aver ancora influenzato la formazione del giovane artista. ◘

di Giovanni Cangi


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