Assisi. Convegno annuale della Associazione Italiana Enneagramma: percorsi Verticali e orizzontali
Fin dove possiamo arrivare qui e ora nel cammino verticale verso l’Assoluto, sia questo il Dio del Libro oppure il Logos sotteso alla Coscienza Universale? Fino a che punto l’esercizio della consapevolezza di sentire il nostro corpo in fortissima unione con il “tutto”… ci consente di sfiorare il luogo del divino che abita nel cuore di ciascuno di noi e di trovare la vera pace?Questo il tema dell’annuale convegno nazionale dell’A.I.E. (Associazione italiana Enneagramma) dal titolo “Enneagramma: percorsi verticali e orizzontali”, Assisi, 3/5 Gennaio 2020.L’Enneagramma è una disciplina molto antica, tramandata oralmente fino a poco più di cento anni fa, le cui tracce storiche ci riportano a Pitagora (VI sec a.C.), ai padri della Chiesa (IV sec d.C.) e ai maestri sufi di tradizione islamica (VII - VIII sec. d.C.). Da più di 2000 anni sulla base della stessa mappa circolare su cui sono disposti 9 enneatipi (ennea = nove gramma = disegno) si può studiare la personalità degli esseri umani, che sono chiamati a raggiungere l’equilibrio fra le possibilità della mente-pensiero, del cuore-emozione e dell’istinto-azione: i tre centri vitali di ogni individuo. In estrema sintesi si tratta di un metodo che ci permette di conoscerci meglio, di svelare le passioni (vizi) e gli autoinganni dell’ego per trasformarli gradatamente in virtù, ovvero le migliori qualità potenziali di ogni enneatipo.
Questa evoluzione, a cui possiamo accedere soltanto con un rigoroso lavoro di autosservazione, che ci permette il risveglio della coscienza, è il “fiorire dell’anima”, la crescita psicologica e spirituale che appartiene a tante tradizioni religiose e filosofiche.Il convegno è stato un mix fra gli interventi teorici da parte del relatore Russ Hudson, insegnante newyorkese di Enneagramma fra i più accreditati del mondo e autore di numerosi libri, di cui molti attendono la prossima traduzione in italiano, ed esercizi di condivisione a piccoli gruppi per esplorare le profondità dell’animo, al di là o meglio al di sotto delle emozioni e dei sentimenti reattivi più superficiali.
Al centro delle attività proposte le indicazioni teoriche e pratiche - a partire dalla rabbia, dalla paura…, l’invidia, l’avarizia, l’orgoglio, la vanità… che inquinano la vita quotidiana di ognuno - per approdare a quello stato di serenità e di quiete interiore che contraddistingue il nostro essere più autentico. Si tratterebbe secondo alcuni maestri spirituali dello stesso cammino annunciato da Gesù di Nazareth: “Io sono la via la verità la vita”.Anche grazie alle domande e alle testimonianze dei numerosi partecipanti, Russ Hudson ha spiegato come dalla personalità che ci caratterizza inevitabilmente fin dai primi anni di vita al pari di uno scudo difensivo dalle ferite più profonde dell’animo (ferite di umiliazione, di tradimento, di rifiuto o di ingiustizia…) è possibile risalire alla “essenza”.
Altre tradizioni parlano del vero “sé”: è il risultato del decondizionamento dalle strutture automatiche di pensiero, di comportamento e di sentimento, che si sono stratificate a causa dell’educazione e delle convenzioni sociali che ben conosciamo e che ci hanno indotto alla costruzione inconsapevole delle maschere con le quali ci presentiamo a noi stessi prima ancora che al mondo. Ma per destrutturare veramente quelle maschere che di solito siamo bravissimi a ricreare immediatamente dopo averle diligentemente abbattute… per fare il salto quantico verso la luce della coscienza - si è sottolineato - ci vuole umiltà e intelligenza del cuore, e forse un grande coraggio.«Non tutti riescono ad arrivare a trascendere le proprie passioni, a espandere la consapevolezza del proprio essere, a lasciar andare abitudini e certezze consolidate, perché il cambiamento è doloroso e faticosa l’incertezza dell’ignoto... ma va bene così: siamo nel campo della libertà umana più intoccabile – afferma Ornella Scaramuzzi, presidente dell’A.I.E, che ha presentato il convegno – Se i percorsi orizzontali dell’Enneagramma ci conducono allo sviluppo di nuove capacità attraverso l’assunzione di nuovi comportamenti e strategie nella soluzione dei problemi della vita e nelle relazioni umane, il percorso verticale è un viaggio nella profondità dell’io in cui scopriamo i condizionamenti inconsci e le ombre della personalità e che con compassione, gentilezza e perseveranza ci conduce alla vera liberazione”
La bellezza di questo percorso verticale, come sostiene Russ Hudson, consiste proprio nello sperimentare che il dolore più o meno nascosto nell’animo di ogni uomo si può trasformare in pienezza del cuore, in accettazione e perdono di se stessi innanzitutto e dei nostri simili, nell’Amore, che ci rende “perfettamente umani”.C’è una disfunzionalità più che evidente nell’uomo del nostro tempo che viviamo anche noi come disagio, senso di mancanza, anelito di trascendenza, che tuttavia spesso appare ricerca di appagamento egocentrico, una sorta di homo homini lupus - filosofi e psicoanalisti ce lo hanno spiegato molto bene - e del resto la follia che oggi sembra assumere i caratteri dell’autodistruzione che imperversa parimenti nelle regioni del nostro pianeta è qui a dimostrarcelo. Ma oggi come ieri la meravigliosa possibilità di “tornare a casa” - per usare la metafora di Hudson – nel regno assoluto della coscienza in cui cielo e terra si uniscono… è sempre a nostra disposizione. Conosci te stesso (o come recita una successiva versione Conosci te stesso e conoscerai Dio) è il motto che dal tempio di Delfi (IV sec. a.C.) la saggezza del mondo greco antico ha consegnato alle generazioni di tutta la civiltà occidentale. La sfida è ancora aperta: per i singoli e per l’umanità intera.
di Daniela Mariotti