Crisi del PD. La Resa dei conti: riproponiamo le domande che possono rimettere in movimento il Partito Democratico
Alla luce dei risultati elettorali, delle vicende della Sanita umbra e all’intervista rilasciata dal commissario politico Walter Verini a questo giornale, proponiamo alcune domande per aprire un possibile confronto sulla crisi del Pd e su ciò che la sinistra ha rappresentato o potrebbe rappresentare.
1) Dopo l’intervista a Verini ci aspettavamo qualche intervento di esponenti del Pd in grado di arricchire, argomentare, contraddire le affermazioni del Commissario. Nessuno si e proposto. Da cosa dipende tale vuoto culturale?
2) Una piccola città che esprime due deputati dovrebbe avere un seguito politico considerevole. Chi sono i loro sostenitori? E quali idee professano? Perché c’è un vuoto politico attorno ai due politici più rappresentativi del Pd?
3) Sia Verini (Veltroni) sia Ascani (Letta-Renzi) sono stati eletti dall’alto: questa e la causa?
4) Non alludeva forse a questo la frase della dimissionaria Governatrice Marini quando ha affermato: ≪Non ci lasciamo dire quello che dobbiamo fare da chi e andato ad apprendere la politica a Roma≫.
5) Verini ritiene che la crisi attuale del Partito e della società sia determinata dal passaggio dal “noi” all’”io”, dalla “comunità” all’”individualismo”. Analisi condivisibile, ma datata. Oggi, mentre il sistema sta crollando in Italia e nel mondo (la crisi del 2008 non è superata e all’orizzonte se ne profila un’altra), stanno sorgendo nuovi gruppi, nuovi “noi”, esperienze di un “civismo” diffuso, ma privo di una adeguata rappresentanza politica. Si tratta di realtà dinamiche, aggregate, che propongono un nuovo modo di produzione, di distribuzione e di consumo, sia di prodotti agricoli sia di altri beni materiali, che di fatto delineano, in embrione, una diversa società, un’altra forma di “comunità”, un’altra economia, come propone papa Bergoglio, più attenta all’uomo e alla natura. Cosa ha da dire a questi soggetti il Pd se le sue priorità sono l’agricoltura industrializzata, basata sull’uso dei pesticidi, sul tabacco e sulla diffusione di stili di vita consumistici? Altri gruppi civici chiedono una nuova forma di partecipazione alla vita politica e istituzionale: chi li rappresenta?
6) Quanto contano gli allarmi lanciati da medici e agenzie accreditate sul fatto che l’Umbria e ai primi posti per incidenza di tumori infantili e di altre tipologie di tumori, di cui, ormai, e inoppugnabile il legame con un ambiente inquinato? Che cosa intende fare il Pd?
7) Qual e la posizione del Pd a tutela dell’ambiente e della salute?
8) Tutti gli indicatori regionali sono di segno negativo: perdita di potere di acquisto, perdita di posti di lavoro, perdita di Pil. Stiamo precipitando dietro all’Abruzzo: di chi e la responsabilità?
9) La questione morale sollevata da Berlinguer riguardava in primo luogo il Pci ritenuto portatore di una “reale diversità” ideologica, ma non pratica. Come si spiega il permanere di questa doppia morale, i valori della tradizione e la prassi delle clientele, uguaglianza e voto di scambio e affarismo?
10) Perché persiste ancora l’idolatria del partito senza macchia e senza peccato accanto a una prassi che e di tutt’altro segno?
11) La crisi attuale del Pd umbro, caduto sulle barricate della Sanita, non può essere rubricata come responsabilità personale di qualcuno, ma e un fatto sistemico, il frutto maturo di un metodo politico in auge prima della Marini, prima della Lorenzetti e prima ancora. Tutta la classe dirigente umbra sapeva ed e coinvolta: perché si e taciuto compreso Verini?
12) Il Sindaco Pannacci, al di là delle diverse valutazioni sul suo operato – da noi criticato per il modo “stalinista” di interpretare la politica e su alcune scelte urbanistiche – e caduto per aver sollevato la “questione morale” individuata nella macchina amministrativa, nel settore urbanistico fucina di clientele e affarismo. Propose come rimedio la rotazione dei “dirigenti”, la trasparenza amministrativa, il regolamento dei concorsi, prima che questi istituti fossero accolti nella legislazione nazionale. Inoltre indico nel Psi il partito delle tessere, la cui conseguenza fu la rottura dell’alleanza storica della sinistra. Perché fu emarginato dal partito per aver scoperchiato un meccanismo che è poi emerso nella vicenda della Sanita umbra e nel degrado politico nazionale?
13) Dopo quella spaccatura si apri la strada ai governi Orsini, Cecchini, Bacchetta. Trent’anni in cui la citta ha perso gradualmente i suoi connotati. Perché si tace su tutto ciò?
14) Quale progetto intende proporre il Pd per la rinascita della città?
15) Perché il Pd ha cessato di criticare il capitalismo nella sua forma neoliberista?
16) Perché il Pd ha abbandonato le periferie e la rappresentanza delle fasce sociali più bisognose?
17) Quale percorso deve fare il Pd per andare verso le periferie?
18) La forma-partito attuale e entrata in crisi e con essa l’istituto della rappresentanza: cosa intende proporre il PD per dare forma e contenuti alla politica?
19) Quali proposte intende fare il Pd per togliere la politica dalla sanita?
20) Perché il Pd non ha mai detto una parola chiara sulla Massoneria affaristica in Umbria?
21) Quale tipo di società intende realizzare il Pd?
22) Il Pd intende guardare al centro o a sinistra?
23) Che senso ha affermare che bisogna guardare al Centro politico se questa area e praticamente scomparsa?
24) Quali battaglie deve fare il Pd e quali valori deve recuperare per ritrovare la sua identità?
25) Come pensa di arginare questa destra aggressiva il Pd?
26) Si può fare un partito “nuovo” con la stessa classe dirigente che lo ha ridotto nelle condizioni attuali?
Le domande, a cui se ne potrebbero aggiungere altre, hanno l’unico scopo di indicare la vastità dei problemi che il Pd dovrà affrontare per tornare a essere il partito perno della sinistra. Pertanto, ai fini di un confronto, non è necessario rispondere a ogni singola domanda.