Mercoledì, 04 Dicembre 2024

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La Massoneria che vota lega

La Massoneria non è né di destra né di sinistra. E lo ha capito molto prima dei 5stelle. Per questo si  trova sempre dalla parte del potere. Gli affiliati al Grande Oriente della Regione hanno stabili rapporti con la Chiesa, col Pd sono andati a nozze nell’interregno del loro potere, e ora che il pesce grosso comincia a puzzare, si stanno riversando in massa nelle braccia della Lega. Una coerenza cristallina, che dice molto della Massoneria affaristica e arrivista, quella in cui si entra per fare carriera nella sanità, nelle libere professioni e anche nella Magistratura, quella che ha bisogno di stare sempre a contatto con i piani alti della politica, per soddisfare le esigenze degli affiliati.

A rivelarlo è l’ultimo libro La Massoneria in Umbria di Claudio Lattanzi, giornalista e scrittore da anni impegnato a seguire l’evoluzione del potere in Umbria, attraverso le testimonianze di alcuni affiliati da lui intervistati. Uno dei massoni più influenti è stato senz’altro Mario Valentini, Gran Maestro, socialista, si legge nel libro di Lattanzi. Sindaco di Perugia dal 1990- 1995, Valentini racconta il suo “orgoglio di essere massone” in una stagione in cui si trovò a fronteggiare «… la vicenda scatenata, alla fine del 1993, dalla pubblicazione delle liste dei massoni in seguito all’inchiesta Cordova», rilanciata dall’allora Presidente del Consiglio regionale Luciano Neri. Si aprì, afferma Valentini, una vera e propria caccia al massone. Ma non mancarono i sostegni: «…ricevetti una lettera che ancora conservo con affetto da parte di monsignor Ennio Antonelli. L’arcivescovo di Perugia mi diceva di essere a conoscenza del fatto che fossi massone (in realtà non credo che lo sapesse affatto) e mi invitava a non dimettermi e a proseguire perché, diceva, Perugia aveva bisogno di un sindaco in grado di far fronte alle varie esigenze di Perugia e dei suoi cittadini.

Quella lettera mi fece molto piacere e mi dette coraggio, ma non la resi nota, nonostante le pressioni di alcuni amici massoni cattolici come il notaio Antonioni, Luciano Moretti e altri». Mario Valentini garantiva una continuità storica di reggenza massonica del comune di Perugia che affondava le sue radici dall’’800: «… dall’unità d’Italia e fino al 1995 Perugia ha avuto ben 12 sindaci massoni». Le sue idee in merito alla situazione attuale sono chiare: « Vittor Ugo (Bistoni), era un personaggio eccezionale, molto conosciuto ed ha avuto un’influenza importante su di me dal punto di vista massonico». In quali ambiti sociali è presente la Massoneria? «Si tratta di una presenza trasversale e abbastanza capillare. Sicuramente forte nel mondo delle professioni, nel pubblico impiego, nella sanità, nel commercio e tra gli artigiani». «… dall’unità d’Italia, l’Università di Perugia ha avuto otto rettori massoni, l’ultimo è stato Giancarlo Dozza, rettore dal 1976 al 1994 nda». E in quelli politici? «Personalmente ho apprezzato e continuo ad apprezzare l’operato di Andrea Romizi… Prima delle ultimi elezioni comunali gli ho detto: “Ti dò una mano, mi convincono le cose che dici e ti chiedo l’impegno a proseguire nella difesa dei valori civici della storia moderna e contemporanea di Perugia”».« Ho votato Lega. Mi definisco un liberalsocialista, sovranista e populista». E i sindaci che apprezza sono: « Oltre Romizi, Antonino Ruggiano, Luciano Bacchetta, Filippo Maria Stirati e l’ex primo cittadino di Foligno Nando Mismetti». Rilevante anche la testimonianza di Primo Tenca, un non massone, politicamente di sinistra, che conosce la Massoneria meglio di molti fratelli di loggia. A proposito della evoluzione storico-politica della Massoneria afferma: «La nuova ventata di destra che soffia forte anche qui ha già determinato un ricollocamento in quell’area politica di una parte consistente del Grande Oriente.

Ciò non significa che sia un monolite, rimangono posizioni diverse e articolate. Ma la questione ruota sempre intorno alla gestione del potere e, come sempre, la Massoneria non può permettersi di restarne fuori ». I fratelli di loggia hanno insomma il fiuto del potere. «La Massoneria si è schierata a fianco di Romizi che peraltro coltiva ottimi rapporti anche con il vescovo, dopo aver avuto per anni come punto di riferimento il Pd. Ciò è avvenuto nel contesto di un riposizionamento a destra dal momento che nessuno considera più il Partito Democratico un interlocutore affidabile. E i rapporti con la Lega?  «La Lega, nonostante le chiacchiere, è un partito come gli altri e anche peggio... Quindi è giocoforza che anche la stessa Lega entri presto, se non lo ha già fatto, a far parte di questo sistema consociativo. In questo quadro, mi pare ovvio che si allacceranno rapporti anche con la Massoneria».


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