Francesco Martone, portavoce della rete “In Difesa Di”, in seguito alla dichiarazione del ministro degli Esteri Luigi di Maio, che ha affermato che l’Italia seguirà il processo di Patrick Zaky e che “la nostra ambasciata sta facendo tutto il necessario”, ha lanciato un appello in difesa del giovane ricercatore egiziano. Patrick è un difensore dei diritti umani egiziano, che collabora con l’associazione egiziana Egyptian Initiative for Personal Rights (EIPR) e tra le altre cose si è occupato di diritti delle donne, della comunità LGBT, della minoranza cristiana, dei diritti dei detenuti, delle violazioni dei diritti civili e politici in Egitto. Da settembre frequenta un master in Studi di genere a Bologna.
Il 7 febbraio è stato arrestato all’aeroporto del Cairo, dove era appena atterrato con un volo dall’Italia. Si stava recando a Mansoura per andare a trascorrere un periodo di vacanza con la sua famiglia. Per 24 ore Patrick è stato interrogato da ufficiali dei servizi di sicurezza egiziani, senza poter comunicare con l’esterno e senza la presenza di un avvocato. Come si legge nell’appello di Amnesty International-Italia, gli avvocati di Patrick hanno dichiarato che “il loro assistito è stato picchiato, minacciato, sottoposto a scariche elettriche e interrogato sul suo impegno da attivista”. Il giorno seguente, la procura di Mansoura ha convalidato la detenzione preventiva per 15 giorni, fissando la prossima udienza al 22 febbraio. I capi d’imputazione nei confronti di Patrick sono “diffusione di notizie false che disturbano l’ordine sociale”, “incitamento a protestare per minare l’autorità dello Stato”, “incitamento alla destituzione del governo”.” Come in altri casi, il rischio è che i reati imputati a Patrick si riferiscano in realtà a legittime attività di denuncia, di informazione, di commento pubblico o critica: alibi per legittimare una procedura del tutto illegale”, denuncia l’appello di Amnesty. La rete “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende” sta seguendo da vicino il caso di Patrick George Zaky, e continuerà a far pressione sul governo italiano per chiedere che gli impegni di sostegno ai difensori dei diritti umani non restino solo promesse vuote, ma si traducano in azioni concrete e immediate.
APPELLO IN DIFESA DI PATRICK ZAKI - Di Francesco Martone
In una sua intervista oggi sul Corriere, il Ministro degli Esteri Di Maio parla del caso di Zaki annunciando che l’Italia seguirà il processo e che con l’Egitto serve il dialogo, ergo l’ambasciatore italiano resterà al suo posto. Allora, signor ministro, vorremmo rammentarle che Zaki è un difensore dei diritti umani, e in quanto tale l’Italia dovrebbe applicare le linee guida UE per le rappresentanze diplomatiche all’estero, che prevedono anche la visita nelle carceri dove è detenuto il difensore in questione. Oltre che il sostegno agli avvocati e alla famiglia. Annunciare di voler seguire il processo dopo che il difensore è stato sottoposto a giorni e giorni di torture a poco serve in questo frangente. L’ambasciatore italiano ha tutti gli strumenti a disposizione per intervenire attivamente anche in questa fase, e non attendere il fatto compiuto. E vorremmo anche ricordarle che l’Italia oggi siede al Consiglio ONU sui Diritti Umani e che per giustificare la sua candidatura aveva preso l’impegno di sostenere e appoggiare i difensori dei diritti umani. Quindi si dia una mossa senza aspettare altro tempo, dia indicazione precisa alla nostra ambasciata di andare e chiedere di visitare Zaki, ora, per accertarsi delle sue condizioni e chiederne immediatamente la liberazione. Per la precisione ecco cosa dice il sito della Farnesina riguardo alla politica del Paese sui difensori dei diritti umani. Dal sito www.esteri.it: Difensori dei diritti umani I difensori dei diritti umani, secondo la definizione contenuta nelle Linee Guida UE in materia, sono “singoli, gruppi e organi della società che promuovono e proteggono i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente riconosciuti. Essi lottano per promuovere e proteggere i diritti civili e politici oltre che promuovere, proteggere e realizzare i diritti economici, sociali e culturali. Promuovono e proteggono altresì i diritti dei membri di gruppi quali le comunità indigene”. L’Italia riconosce il ruolo centrale che i difensori dei diritti umani svolgono nel promuovere una cultura di rispetto per i diritti umani e nel sostenere le vittime di violazioni e abusi, ed è fermamente convinta che una società civile attiva contribuisca alla costruzione di società inclusive, stabili e prospere. L’Italia è impegnata nel salvaguardare la sicurezza e i diritti dei difensori dei diritti umani e continuerà attivamente a sostenerli e a incrementare gli sforzi contro tutte le forme di rappresaglia nei loro confronti. Anche a tal fine, l’Italia, in stretto coordinamento con i partner dell’UE e dell’OSCE, promuove l’applicazione delle linee guida UE e OSCE in materia, che costituiscono importanti strumenti di lavoro per tutta la rete diplomatico-consolare. Quindi anche dire come fa il Ministro che si tratta di cittadino egiziano e che quindi la capacità di azione della diplomazia ne risulterebbe limitata, appare assai pretestuoso.
Di Francesco Martone
Tratto da Comune-info in collaborazione con l'altrapagina
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