Domenica, 08 Dicembre 2024

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La truffa dei due stati

Discussione - La soluzione dei due Stati separati o dello Stato binazionale per risolvere il conflitto israelo-palestinese sono entrambe posizioni che fanno discutere
Di Antonio Rolle

due statiLa terza Nakba (Catastrofe)
La prima è avvenuta, con la “pulizia et­nica” di quasi 800.000 palestinesi, nel 1948, alla vigilia della nascita dello Stato d’Israele. La seconda (terribile anch’essa per i suoi risultati e dimensioni) ha avuto luo­go più di 50 anni fa, nel 1967, con il Blitzkrieg dei “Sei giorni” e la conquista /ruberia di tutta la Cisgiordania, praticamente il 22% di ciò che restava della Palestina storica. E oggi potrem­mo essere alla terza catastrofe con il “Piano di pace del secolo” come, trionfalmente, lo chia­mano Ubu re Donald Trump e il suo incensato­re Benjamin Netanyahu.

Due signori che sono l’immagine irreprensibile della moderna etica politica: uno, il benefattore, Presidente della prima potenza mondia­le, che ha subito, nel suo paese, una procedura di destituzione per abuso di potere e ostruzione al Congresso. L’altro, il beneficiato, Primo Mi­nistro d’Israele, deve umiliarsi a passare le Forche Caudine per tre gravi atti d’accusa per corruzione che la giusti­zia del suo Stato gli ha comminato. Due iene che si disputano i resti di una gazzella mor­ta. Poi ce n’è anche un terzo: si chiama Benny Gantz. Ex capo di Stato maggiore delle IDF (le Forze di difesa che mas­sacrano i palestinesi!). Questo Generale isra­eliano è sotto indagine alla Corte Penale dell’A­ia per crimini di guerra. É il contendente di Ne­tanyahu nelle prossime elezioni israeliane del 2 marzo. Il suo amico Netanyahu ha invitato, le Autorità internazionali, a porre sanzioni contro la Corte dell’Aia. Sanzioni alla Corte invece che allo Stato che occupa e massacra. Sembra un film. No, non è un’associazione a delinquere. Si tratta dei “Grandi del Mondo”che decidono dei nostri destini, quelli di milioni di donne e giovani affamati di giustizia. Il “Piano di pace del secolo” che chiamano anche “Accordo del secolo”, prevede la piena sovranità israeliana su Gerusalemme, compresa la Città Vecchia. Ai palestinesi è consentita una “limitata rappre­sentanza simbolica”.

Inoltre, “il Piano” stabili­sce la piena sovranità d’Israele sulle più di 100 colonie della Cisgiordania occupata, insieme a tutta la Valle del Giordano, il che significa im­possessarsi di più del 30% dell’intera Cisgiorda­nia. In molti hanno inteso che questo “Accordo del secolo” (Ma quale accordo! I palestinesi non sono mai stati consultati per nessun accordo !) sia stato elaborato apposta perché fosse boccia­to dalla Autorità Palestinese.

Una democrazia dal Mar Mediterraneo al fiume Giordano.
Gideon Levy è un noto giornalista di Haaretz, il quotidiano liberale più letto in Israele. Scri­ve sul giornale con la solita franchezza, senza dissimulazione e doppiezza: «Con la Valle del Giordano e la maggior parte delle colonie del­la Cisgiordania sotto la sovranità israeliana, i Palestinesi hanno la garanzia che non avran­no mai né uno Stato, né un mezzo Stato, un governo cittadino o un quartiere. (Avranno) null’altro che una colonia penale. (...) Donald to d’apartheid che sarà conosciuto come lo Stato d’Israele. Ciò che Herzl (il fondatore del sionismo nel 1800) iniziò a Basilea, Trump lo ha completato a Washington. (…) Continuare a ciarlare della soluzione dei due Stati è inu­tile. Non esiste una cosa del genere. Non c’è mai stata. Non ci sarà mai. (…) L’Autorità Pa­lestinese e la Comunità internazionale hanno una sola via da percorrere: l’instaurazione di una democrazia dal Mar Mediterraneo al fiu­me Giordano. Non resta nient’altro». E Gideon Levy incalza ancora: «Ma le notizie che vengo­no da Trump e la capitolazione del mondo di fronte a esse, sono ancora più funeste: Trump sta creando non solo un nuovo Israele, ma un nuovo mondo. Un mondo senza diritto inter­nazionale, senza rispetto per il diritto interna­zionale, senza neanche una parvenza di giusti­zia. Un mondo in cui il genero del Presidente degli Stati Uniti (Jared Kushner, estensore del “Piano”, il Bambi di disneyana memoria, un duro e irriducibile sionista che ha rinnegato to­talmente gli ideali universalisti del suo mondo) è più potente della Assemblea Generale dell’O­NU. Se le colonie sono permesse, qualsiasi cosa è permessa. Quel che è stato conquistato con la forza militare bruta potrà essere liberato solo con la forza. Nel mondo di Trump e della destra israeliana, non c’è posto per i deboli. Essi non hanno diritti. (...)».

Stato binazionale democratico come solu­zione.
due stati2I palestinesi non hanno libertà di movimento in Cisgiordania occupata da oramai più di 50 anni. In Sudafrica vi erano leggi che proibiva­no ai sudafricani neri di recarsi in una città “bianca”. Lì lo hanno chiamato apartheid. In Israele si promuove ogni giorno la rimozione forzata della popolazione palestinese e la di­struzione dei centri abitati ( per questo ci sono un cumulo di testimonianze, anche di ebrei israeliani). Nel Sudafrica dell’apartheid, veni­vano ricollocate e allontanate le persone di co­lore dai centri destinati ai bianchi. Lo Stato d’I­sraele ha cacciato dai centri abitati i residenti palestinesi, collocandovi, in più di cinquanta anni, i coloni israeliani. Oggi, in Cisgiorda­nia, vi abitano, con l’esercito che li difende, 400.000 coloni. Queste sono verità incontesta­bili ma, in Europa, esiste ancora una pervicace ostinazione a negare l’esistenza dell’apartheid in Cisgiordania. «Le forze dell’ordine israelia­ne operano brutalità e torture che vanno an­che oltre le peggiori pratiche dell’apparato di sicurezza sudafricano. L’umiliazione delle per­sone di colore, che era il fulcro dell’apartheid sudafricano, é la pratica replicata fedelmen­te in Palestina» (John Dugard, professore di Diritto internazionale. Ha collaborato con le Nazioni Unite). Zev Sthernell, lo storico isra­eliano autore di opere fondamentali sulla na­scita e lo sviluppo dell’ideologia fascista (molti salviniani, ferventi filosionisti dell’ultima ora, non Salvini perché leggere non è il suo forte, dovrebbe, anche solo leggiucchiare, gli scritti di Sthernell), scrive accorato: «Integrazione o apartheid: tertium non datur (…) È oramai im­possibile realizzare una pace fondata su due Stati. Ritengo che la prospettiva di uno Sta­to binazionale democratico possa essere un terreno d’incontro (…). Credere in uno Stato binazionale non significa che le comunità che ne fanno parte rinuncino alla propria identità. Integrazione non è sinonimo di omologazione, di azzeramento delle diversità. (…) Oggi, uno Stato palestinese degno di questo nome (è di­ventata una soluzione impossibile) a meno che non s’intenda spacciare per “Stato” un bantu­stan mediorientale» (erano le zone, in Sudafri­ca, create per sole persone di colore).

Post scriptum: Il “Piano di pace del secolo” (ce lo dicono i nostri amici non sionisti d’Isra­ele) ha dato la stura a un’idea tutta israeliana. Nella città israeliana di Umm el Fahm, al con­fine con la Cisgiordania occupata, risiedono migliaia di palestinesi: arabi, cristiani, drusi, circassi ecc. Sono di cittadinanza israeliana a tutti gli effetti. Non sono ebrei e disturbano la “purezza israeliana”. Ebbene, la proposta del­le Autorità israeliane sembra essere quella di trasferire in Cisgiordania tutti questi palesti­nesi non ebrei e, in cambio, potrebbero essere smobilitate una quindicina di colonie illegali, con il rientro in Israele di qualche decina di coloni ebrei. Una “Pulizia etnica” concordata e silenziosa. Da rimanere annichiliti. Perché, chiamiamo ancora, pervicacemente, Israele un paese democratico?


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