Città di Castello è la prima città umbra a dichiarare stop al 5G
Ambiente. L’Alta Valle del Tevere promuove il principio di precauzione
Di Paolo Chiuini
Un comitato di cittadini si sta formando sull’onda del sostegno ricevuto dall’attivismo locale e di Perugia e dell’incoraggiamento dato dal Consiglio comunale che lo scorso settembre ha deliberato in favore del principio di precauzione e della tutela della salute dei cittadini. Il comitato (associazione informale, indipendente e non a scopo di lucro) ha manifestato in piazza il 25 gennaio scorso in occasione della prima Giornata mondiale Stop 5G, insieme all’Alleanza Italiana STOP 5G Umbria e a rappresentanze di altri Comuni umbri, inclusi Perugia, Torgiano, Spoleto, Bevagna, et al.
La manifestazione, rivolta alla cittadinanza come alle amministrazioni di città e regione, è stata promossa anche dall’ ISDE (Associazione Internazionale di Medici per l’Ambiente), dall’Associazione Italiana Elettrosensibili e dalla A.P.P.L.E. (Associazione Per Prevenzione e Lotta all’Elettrosmog). Prossimo appuntamento ad Anghiari per un’incontro informativo, come già avvenuto a settembre scorso a Città di Castello. Tutti sono invitati a partecipare all’informazione circa i pericoli di elettrosmog e 5G. Sappiamo che il 5G prevede milioni di nuove antenne nei centri abitati e decine di migliaia di nuovi satelliti nello spazio? È un’emergenza attuale.
Queste le tappe fondamentali. A novembre 2019 si è tenuto il “Convegno internazionale Stop 5G” alla Camera dei Deputati e la manifestazione in piazza Montecitorio. A dicembre 2019 la Giunta di Perugia veniva interrogata sulla prima antenna 5G. Il 25 gennaio la manifestazione mondiale ha coinvolto 42 città italiane e 34 paesi nel mondo. Gruppi da 21 Paesi partecipano all’Alleanza Europea STOP 5G. La Svizzera ha applicato la moratoria. Altri dati. L’Appello Internazionale Stop 5G a ONU e OMS è sottoscritto da 198 mila cittadini di 204 Paesi, inclusi medici e scienziati. 140 Comuni italiani hanno deliberato per lo STOP 5G.
A gennaio la Regione Toscana ha approvato la mozione per verificarne l’impatto ambientale. Le antenne installate a Perugia sono già 14. Centri abitati, palestre, scuole, chiese, ospedali sono irradiati 24 ore su 24. Per la salute è un’emergenza. L’utilizzo del cellulare si è diffuso da vent’anni, ma i risultati delle sperimentazioni stanno arrivando al pubblico soltanto ora, stimolate dalla campagna STOP 5G. Il National Toxicology Program (Stati Uniti), nel 2018 pubblica lo studio più costoso e tecnicamente impegnativo mai eseguito sugli effetti delle radiazioni da radio frequenze dei cellulari. In Italia, sempre nel 2018, i risultati di uno studio altrettanto importante vengono così riferiti: «Nella ricerca pubblicata, l’Istituto Ramazzini ha studiato esposizioni alle radiofrequenze mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program, e ha riscontrato gli stessi tipi di tumore». Nel 2011 l’ OMS aveva inserito le radiofrequenze nella categoria 2B, possibili cancerogeni, ora le sta rivalutando per inserirle nella categoria 2A, probabili cancerogeni, o 1, cancerogeni. L’interesse delle aziende di telecomunicazioni per il 5G e per l’Internet delle cose è commerciale. L’indifferenza delle aziende e di tanti governi ai pareri del mondo medico-scientifico è la goccia che fa traboccare il vaso.
La contestazione, lo STOP 5G, è diventato un movimento Torino ha confermato che esiste un nesso causale tra esposizione a radiofrequenze da telefono cellulare e malattia. «Buona parte della letteratura scientifica che esclude la cancerogenicità dell’esposizione a radiofrequenze, o che quantomeno sostiene che le ricerche giunte ad opposte conclusioni non possano essere considerate conclusive… versa in posizione di conflitto di interessi, peraltro non sempre dichiarato», dice la sentenza di Torino. È risaputo che sono gli studi indipendenti a evidenziare la pericolosità delle radiofrequenze.
La Giunta perugina non ha replicato a due lettere di Significazione e di Diffida inviate da 345 cittadini. Due consiglieri hanno presentato interrogazioni sul tema, uno comunale e uno regionale. Al consigliere comunale è stato risposto che per la privacy dell’azienda non si possono fornire informazioni sull’installazione delle antenna 5G. Aspettiamo una risposta dalla Regione. L’Alta Valle del Tevere si è attivata, in vari comuni e con particolare attenzione per i Comuni a ‘bandiera arancione”, poiché il Touring Club avrebbe concordato con INWIT, società per le infrastrutture wireless, li avrebbe indicati come centri ai quali proporre una connessione 5G. I cittadini sono stati resi partecipi di tale accordo? Lo Stop 5G è per la salute, per il principio di precauzione, e perché la sperimentazione su esseri umani è già stata vietata! Per informazioni, si può contattare il comitato al numero tel./sms 3923814607.