Ambiente. L’Alta Valle del Tevere promuove il principio di precauzione
Sul fatto che la CO2 accumulata in atmosfera sia la principale causa dell’effetto serra da cui discende il surriscaldamento della Terra sembra non ci siano più pareri discordanti nella comunità scientifica che conta. Una concentrazione che nel 2019 ha raggiunto 410 parti per milione, la più alta, a quanto pare, degli ultimi venti milioni di anni. E neppure pare che ci sia discussione sul fatto che tale parossistico innalzamento sia dovuto alle attività umane, soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale con l’uso crescente di combustibili fossili e con le pratiche, sempre più diffuse, di deforestazione. Sappiamo anche che non è la prima volta che il livello della CO2 raggiunge soglie allarmanti. Così come sappiamo che furono proprio le foreste ad assorbire enormi quantità di anidride carbonica atmosferica in ere passate, determinando così, attraverso il processo della fotosintesi, condizioni favorevoli alla vita animale nel pianeta. Nel suo bel libro La Nazione delle Piante lo scienziato Stefano Mancuso scrive: «Le piante possono aiutarci. Soltanto loro sono in grado di riportare la concentrazione di CO2 a livelli inoffensivi. Le nostre città, ospitando il 50% della popolazione mondiale, sono anche i luoghi del pianeta responsabili della produzione delle maggiori quantità di CO2. Dovrebbero essere completamente coperte di piante». A Città di Castello Luca Colacicchi sembra aver preso alla lettera l’appello dello scienziato.
Da dove nasce questa esperienza?
L’idea è partita da me, ma devo dire che io vengo dall’esperienza di Un punto Macrobiotico, promotore di Un bosco per la Città, un progetto di Mario Pianesi che risale già a molti anni fa e che è stato presentato anche in altre realtà. A suo tempo mi ricordo che aldilà di trovare un pezzetto di terra dove mettere a dimora un po’ di piante e coinvolgere qualche scolaresca non si era andati.
E poi?
Nella scorsa estate, con gli incendi propagatisi in Amazzonia e in altre aree forestali del mondo, mi sono reso conto che emergeva una nuova sensibilità nei confronti di alberi e piante. Avevo saputo, via facebook, che il regista cileno Alejandro Jodorowsky aveva proposto che il 7 settembre ogni essere umano piantasse o seminasse un albero dovunque gli fosse possibile. E pensai che anche io avrei potuto fare qualcosa di concreto. Venni a scoprire che a Città di Castello la Curia aveva non poche aree disponibili per la piantumazione. Insomma dopo una serie di contatti, avuta la disponibilità delle aree, sono andato in Comune a esporre il progetto.
Cosa gli hanno detto?
Anche qui pareri favorevoli. Il Comune ci ha messo a disposizione 1200 alberi e 50 siti, tra aree verdi e rotonde. Oltre a quelli individuati dalla Curia. A questo punto era necessario passare a trovare le piante. E devo dire che l’incontro con i responsabili e con i docenti dell’Istituto professionale di Stato per l’agricoltura e l’ambiente Ugo Patrizi di Città di Castello è stato decisivo per individuare quali tipologie scegliere. Così il 7 settembre con un amico abbiamo dato inizio alla piantumazione, mettendo a dimora 60 piante.
Sembra che la cosa non richieda poi costi così rilevanti.
Abbiamo convenuto di chiedere 10 euro a ogni cittadino che aderisce al progetto. Così ognuno potrà scegliere dove far vivere le piante. Ma voglio ribadire che mi sono mosso dall’idea che la cura dell’ambiente non può prescindere dalla cura che dobbiamo avere del prossimo e da un’idea di socialità e di una responsabilità che va al di là della propria cerchia e dà valore alla partecipazione.
Chi altri si è associato al progetto?
Non abbiamo voluto mettere su l’ennesima associazione. Siamo già una comunità. Abbiamo il sostegno di ISDE, i medici per l’ambiente, del WWF, delle Guardie Forestali, di Legambiente. Dalle piante dipende la nostra ormai unica possibilità di sopravvivere e dunque, con il sostegno dei dirigenti scolastici coinvolgeremo gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado. Ma stiamo proponendo anche alle aziende di essere parte dell’impresa.