Un pericoloso virus si è diffuso nell’alta Valle del Tevere: il destravirus. La sua progressione è veloce e si trasmette, per la prima volta nel mondo, da sinistra a destra senza possibilità di retroversione. Chi era di sinistra diventa di destra, chi era di destra rimane di destra, chi era cinquestelle è rimasto in cinque. Nessuno ne è immune: i militanti del Pd son diventati leghisti, chi era socialista è diventato fratello d’Italia, chi non era né carne né pesce è rimasto tale. L’epidemia è stata taciuta per circa due mesi, dopo le elezioni regionali. Un ritardo pericoloso, perché ha consentito al virus di propagarsi a tutta la popolazione. Le autorità hanno preso subito drastici provvedimenti: sono state chiuse tutte le sezioni di partito (quelle rimaste), tutti i gazebo e tutti i sottoscala dove si nascondono i politici per fare le loro trattative segrete. Un cordone sanitario è stato esteso attorno alla sede del Pd e alle sedi dei circoli, poco frequentate. Più consistente l’isolamento delle sezioni del Psi, del Comune in mano al Psi, dell’Ospedale in mano al Psi, dei gazebo in mano al Psi, delle società rionali tutte in mano al Psi, della sede dei Commercianti in mano al Psi, della Sogepu in mano al Psi, di Polisport in mano al Psi, della città in mano al Psi. Pare che il focolaio del virus sia stato localizzato nella sede comunale.
Lì è avvenuto per la prima volta il passaggio da sinistra-sinistra/destra-destra, a sinistra-destra. Il paziente zero, il primo a esserne contaminato, è stato subito individuato e risponde al nome di Bacchettillus Lucy. La reazione biopolitica è stata istantanea e ha colpito il fido, del Sindaco, Schiattelli che si è gettato tra le braccia di un noto esponente della Destra perugiana: Nilo Arcudi. «Proprio a me doveva capitare questa jattura», pare si sia sfogato il Sindaco che è stato messo in quarantena presso la Fondazione Burri. Con tutte le precauzioni è stato accolto in attesa degli esiti. “Sei tra amici”, gli hanno sussurrato i burrini, una categoria rimasta impermeabile al virus. E il suo lamento ha risuonato ovunque: mi hanno trombato in Regione, non posso ricandidarmi a Sindaco e, di conseguenza, decadrò anche da Presidente del Consiglio Provinciale. Mi ci vuole una presidenza, comunque sia. Ci pensiamo noi, pare abbiano detto i proprietari: facciamo sindaco Salvato, sperando che il virus attecchisca, e tu vieni al suo posto. Consigliere io? Se preferisci, Presidente. Meglio! Intanto la mobilitazione è generale. I consiglieri comunali sono stati trasferiti per la quarantena alla base della Cecchinignola, in pratica sono rientrati a casa: la maggior parte di essi, infatti, abita lì. Verini si è rifugiato in Parlamento: di qui non mi muovo, ha detto: non voglio essere ricontagiato dalla sinistra. La deputata Ascani si è rinchiusa nel camerino della Leopolda, ma nella fretta si è ritrovata in quello del Nazareno. Cristian Goracci, con il tandem regalatogli da Bacchetta, si è recato in Comune confondendo la quarantena per i 40 giorni mancanti alla sua elezione a sindaco. Poi gli hanno spiegato che si tratta di isolamento precauzionale e non di elezione paranormale.
Peggio di tutti si sono trovati i massoni: col cappuccio in testa non riuscivano più a distinguere tra loro chi fosse infettato oppure no. Per cui, in una seduta segreta, è stato proposto di adottare cappucci bianchi per chi avesse contratto il virus. Ma la maggioranza si è opposta a tale mozione perché avrebbe violato la legge sulla privacy, con la seguente motivazione: «Tanto ormai ci conoscono tutti». Solo la piccola comunità di cinesi è rimasta immune al virus. E in soli sette giorni hanno costruito in piazza un mercato del pesce per aiutare la popolazione, vendendo sardine con gli occhi a mandorla: «Le nostle saldine – grida il venditore – non pallano e non si incrociano con i selpenti o i pipistlelli; non fanno unioni innatulali come Salvini con Di Maglio o Bacchetta con la Lega. Le alleviamo appositamente a Hong Kong, e quando sono matule e hanno capito bene bene la lezione, dicono sempre Xi, Xi,Xi, muovendo la testa, e Jinping Jinping muovendo le mani. Il virus lo combattiamo così».
Nella città regnava un silenzio surreale: nessuno circolava, i gazebo erano chiusi, le case chiuse erano aperte… le piazze vuote erano vuote, i negozi aperti era come se fossero chiusi: non c’era nessuno. Solo il Vescovo girava per le strade deserte invocando et benedicendo con l’acqua di San Florido: «non vi fate prendere dalla psicosi, tanto la pandemia passerà. Noi ne sappiamo qualcosa, purtroppo: morto un Papa se ne fa un altro».