Lunedì, 02 Dicembre 2024

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Greta Thunberg sotto attacco

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Il partito anti Greta Thunberg si sta organizzando. Era inevitabile. Da tempo l’attivista fondatrice del movimento globale dei Fridays For Future, è oggetto di una acerrima campagna di opinione che si oppone fortemente alla sua lotta per la difesa del pianeta dal riscaldamento climatico. Dopo le critiche feroci da parte di un giornalismo connotato verso il negazionismo del disastro climatico in corso, le denigrazioni personali e gli insulti sui social, la notizia è di pochi giorni fa: la compagnia petrolifera canadese X-Site Energy Services ha realizzato un adesivo con un’immagine fumettistica di Greta di spalle nuda, due mani che le prendono le trecce con un chiaro intento di violenza sessuale. L’adesivo, pensato forse per i cappellini dei dipendenti della compagnia petrolifera nell’ambito di una campagna promozionale, è “deplorevole, inaccettabile, degradante”, secondo Leela Aheer, Ministro della Provincia di Alberta per le donne. Innumerevoli le proteste in Canada e nel mondo. Sul sito di change.org, la petizione per chiedere le dimissioni dei vertici di X-Site ha raggiunto in tre giorni 14mila firme. In Canada la diffusione di immagini esplicite di minori è considerata un reato pedopornografico (si rischiano fino a 14 anni di carcere).

«È un’azione “irresponsabile" – hanno dichiarato dopo quattro giorni i vertici della azienda –. Riconosciamo che non basta scusarsi per l’immagine associata al logo della nostra compagnia. Siamo profondamente rammaricati per il dolore che possiamo aver causato».

«Sono sempre più disperati. Questo dimostra che stiamo vincendo» ha twittato Greta, per nulla abbattuta da ciò che considera un auto-goal dell’industria del petrolio.

I poteri sottesi agli interessi economici del sistema industriale, messo sotto accusa dalle proteste di tutto il movimento Fridays For Future, resistono e contrattaccano per garantire la propria sopravvivenza. Ma il linguaggio della comunicazione pubblica e pubblicitaria è diventato così volgare e violento, che da più parti ormai ci si interroga su quale sia il limite tollerabile per il rispetto dei diritti individuali, che sembra essere sempre più secondario e valicabile. Mentre il conflitto fra il capitale e i movimenti ecologisti si fa veramente duro e non è per nulla chiaro ancora dove ci condurrà, soprattutto quale ruolo ha in tutto ciò la “democrazia”, che è comunque ancora vigente, e i suoi rappresentanti, noi cittadini compresi.

 

Di Daniela Mariotti


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