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C’è un individualismo crescente che attraversa tutte le società occidentali liquidando tutte le forme di democrazia rappresentativa. È montata una protesta diffusa contro la politica, come se non fosse capace di rispondere ai problemi che la gente vive e soffre nella quotidianità. È il fiorire del populismo che intercetta il risentimento, la rabbia e la rivendicazione, a favore dei manipolatori del consenso che promettono di risolvere i problemi con promesse mirabolanti. Si moltiplicano dappertutto gli uomini della Provvidenza, mentre si sgretolano i sistemi di welfare che i lavoratori hanno costruito nel corso di due secoli.
Ci troviamo di fronte a sfide così sconvolgenti di cui il Coronavirus è solo l’ultimo episodio. Una situazione che richiede una Costituente della Terra, che tuteli i diritti delle persone e riduca le disuguaglianze economiche. Nel momento attuale la vera utopia consiste nel pensare che non si possa continuare a vivere tra guerre, sconvolgimenti climatici, fame e malattie e la risposta razionale sta nella costruzione di una sfera pubblica che imponga limiti allo strapotere degli stati sovrani e dei mercati globali. La politica ha il compito di restaurare il diritto di fronte ai poteri selvaggi di carattere economico e finanziario.
La crisi della democrazia e della rappresentanza è un fenomeno generalizzato, accentuato dai media che spettacolarizzano e semplificano tutto, trasformando il politico in attore. I partiti quasi scompaiono, sostituiti da liste personalizzate e di “proprietà”. Aumenta però la passività della società civile e l’esigenza di un capo. Si affermano le risposte più semplici e arcaiche, che ruotano attorno alla figura di un leader più o meno carismatico. E per la politica non è un bel segnale.
Di Achille Rossi