Sabato, 20 Aprile 2024

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Mascherine: facciamo chiarezza!

L’uso consapevole della mascherina parte innanzitutto dalla conoscenza delle varie tipologie in cui si declina. Semplificando possiamo raggrupparle in tre macro tipologie riferendoci alle più comuni:

DPI Dispositivi di Protezione Individuale a norma dell'articolo 15 comma 3
Normativa UNI EN 149:2009
Necessita di autorizzazione INAIL per produzione e commercializzazione
Meglio conosciute come FFP1-2-3 si differenziano in base alla efficienza di filtrazione (dall’80% al 98%), sono riutilizzabili solo quelle con marcatura (R). La FFP1 è utilizzabile nei luoghi di lavoro e le FFP2-3 nelle strutture ospedaliere quindi con il più altro grado di efficienza.

FACCIALI A USO MEDICO a norma dell’art. 15 comma 2.
Normative UNI EN 14683:2019 - UNI EN ISO 10993-1:2010
Necessita di autorizzazione Istituto Superiore della Sanità per produzione e commercializzazione
Meglio conosciute come mascherine chirurgiche ve ne sono di varie tipologie a 3/4 strati con efficienza di filtrazione dal 95% al 98%, sono mono uso e si umidificano con facilità, sono utilizzabili nei luoghi di lavoro e nelle strutture ospedaliere.

FILTRANTI AD USO ESCLUSIVO DELLA COLLETTIVITÀ prodotte ai fini dell’art. 16, comma 2. D.L. 17 marzo 2020, n. 18, e in conformità alle indicazioni della Circolare del Ministero Salute 0003572-P-18/03/2020
Non necessitano di certificazioni, ma le aziende che le producono sono consigliate di seguire le indicazioni tecniche della normativa UNI EN 14683. Inoltre le aziende produttrici devono seguire specifiche disposizioni di legge indicate nei D.L. di marzo 2020 che dispongono l’obbligo di sanificazione periodica dei locali, costituzione di comitati interni per l’applicazione e la verifica delle regole anti-contagio definite nel protocollo aziendale e la gestione del personale che svolge attività lavorative nel rispetto delle regole di prossimità e di utilizzo di dispositivi anti-contagio.
Non sono utilizzabili nei luoghi di lavoro e/o negli ambienti medici.
La Regione Toscana ha emesso un’ordinanza che autorizza l’utilizzo in ambito lavorativo di questi dispositivi nella tipologia denominata prototipo “Toscano 1”. Per essere equiparabili al prototipo anzidetto devono essere prodotte utilizzando materiali certificati e con le caratteristiche della propria scheda tecnica avvalorata da studi scientifici universitari che ne garantiscono la efficienza di filtrazione oltre il 90%.
Sono esclusivamente monouso.

Circa 300 aziende del settore abbigliamento, fra le quali anche la Camiceria Etrusca di Città di Castello (PG) si sono riconvertite alla produzione dei dispositivi sopra indicati in quanto per caratteristiche di costruzione vicine ai capi di abbigliamento.
Rimarrà nella storia industriale italiana la proficua collaborazione che è in atto fra Confindustria Moda, CNA Federmoda e Sportello Amianto al fine di accompagnare le aziende di questo “devastato” settore come del resto tanti altri, ma che in questo momento è divenuto strategico e confacente a raccogliere la sfida di riconversione industriale per riportare in Italia la produzione dei dispositivi di protezione dal contagio virus, sino a oggi dipendevamo dalle importazioni orientali.

Secondo la nostra esperienza in questo complesso e sconosciuto mondo ci sentiamo in dovere di sensibilizzare tutti coloro i quali si approcciano all’acquisto di “mascherine” facendo attenzione alle caratteristiche e ponendo ai rivenditori qualche semplice domanda:

“Sono certificate ?” (devono rientrare almeno nelle casistiche sopra riportate ed essere accompagnate dalla certificazione di riferimento rilasciata dal produttore);

“Di che materiale sono composte ?” (i tessuti utilizzati devono essere tecnici e certificati in genere sono in TNT tessuto non tessuto, con processo di estrusione dei polimeri sintetici mediante lavorazione denominata Spunbonded o Meltblown entrambi consentono di creare un tessuto non tessuto formato da micro filamenti pressati che garantiscono un’adeguata micro filtrazione delle particelle contaminanti come avvalorato da studi scientifici di università, atenei e politecnici italiani di primissimo ordine, il TNT in Meltblown ha caratteristiche che consentono la lavabilità a differenza del TNT spundbonded che necessita di trattamenti idrofobi, in genere entrambi vengono forniti con schede tecniche che ne indicano l’uso singolo quindi il mono uso nell’applicazione dei dispositivi di cui stiamo parlando.

Il nostro intervento vuole essere di aiuto e di supporto nella scelta di questi importanti e indispensabili ausili che in questo periodo ci vedono costretti a subirne l’utilizzo. Ci auguriamo che passata l’onda della confusione e del “per l’emergenza va bene tutto” siano riconosciute solo le aziende che hanno prodotto o commercializzato dispositivi, seguendo le normative vigenti e ad un prezzo adeguato in base alla tipologia di dispositivo.

mask

Riconversione aziendale:
ROS.MEN SRL (Camiceria Etrusca)
Settore produzione camiceria uomo e donna
Città di Castello (PG)
www.camiceriaetrusca.com

Di Riccardo Rosmini


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