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Sansepolcro. L'Università dell'Età Libera al computer

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A Sansepolcro da quasi trent’anni esiste l’Università dell’Età Libera che durante l’anno scolastico tiene le sue lezioni due volte a settimana nella biblioteca dell’Istituto tecnico (ex Ragioneria) del Liceo Città di Piero.

Si inserisce nella tradizione delle università popolari, istituite in tutta Europa nel corso dell’Ottocento con lo scopo di far avvicinare alla cultura tutte le persone, in particolare quelle più emarginate. Lo scopo era quello di diffondere l’istruzione attraverso conferenze, dibattiti e diffusione di testi scritti. Sotto il Fascismo scomparvero o furono chiuse dal regime. Risorsero in tutta Italia nel secondo dopoguerra, poi negli anni Settanta comparvero istituzioni simili con altri nomi e la più conosciuta è ancora oggi l’Università della terza età.

Anche a Sansepolcro agli inizi degli anni Novanta su incoraggiamento della professoressa Paola Cardelli, allora assessore alla cultura, fu fondata un’associazione di volontariato e di promozione sociale, un’associazione educativa rivolta agli adulti con lo scopo di approfondire le conoscenze culturali degli iscritti, ma soprattutto di creare relazioni e diventare occasione di aggregazione fra quelle persone che non erano più dentro al ciclo produttivo o che per altri motivi potevano rimanere emarginati dalla vita sociale. Si chiamò Università dell’Età Libera perché libera vuole essere ancora oggi in ogni senso: libera adesione, libera età di iscrizione e soprattutto libera scelta di appartenere a un gruppo in cui impegnarsi e partecipare. Comprensibilmente il gruppo è composto quasi tutto da pensionati e rilevante è la componente femminile.

A presiedere l’associazione dal 2009 è il professor Enzo Papi che con un gruppo di soci organizza il programma delle lezioni mese per mese, contattando i docenti che sono insegnanti oppure studiosi di una qualche disciplina di cui espongono qualche tema. Così gli argomenti sono tra i più vari riguardando principalmente la storia, l’arte e la letteratura, ma anche argomenti di curiosità. Ovviamente una compagnia di “studenti” non può prescindere da occasioni ricreative come il “viaggio d’istruzione” (che nel 2019 è stato alla bellissima mostra di Forlì sulla pittura italiana dell’Ottocento), nonché la partecipazione in gruppo a mostre o altri eventi che si svolgono in città.

Nell’ultimo decennio gli iscritti sono passati dai 33 dell’anno accademico 2009-10 ai 60 del 2014-15 per poi mantenersi stabili su questi livelli. L’anno accademico inizia a ottobre e termina a maggio ma la frequenza alle lezioni, che si tengono il mercoledì e il venerdì alle ore 17, è costantemente alta: in media una trentina di persone.

Quest’anno l’epidemia Covid-19 ha interrotto bruscamente le lezioni ai primi di marzo, ma invece che essersi spenta nella “quarantena” del coronavirus l’attività dell’Università dell’Età Libera si è ravvivata. Il presidente Enzo Papi con il valido e fondamentale aiuto di Ivano Ricci, uno dei soci con le necessarie competenze tecniche, ha riavviato le lezioni tramite una piattaforma di videoconferenze online, completamente gratuita. Così dopo meno di un mese è ripresa l’attività bisettimanale. La prima lezione si è tenuta il 27 marzo fra l’entusiasmo dei partecipanti e le difficoltà di collegamento. L’eccitazione dei primi a collegarsi e rivedere di persona anche, se in video, i propri “compagni di classe” è stata emozionante. In questo momento d’isolamento forzato queste videoconferenze sono un’occasione per far incontrare di nuovo persone che si frequentavano abitualmente continuando così a perseguire lo scopo aggregativo e sociale del sodalizio. Ma c’è di più: molti soci, un po’ anche per l’età, sono poco pratici dell’informatica e questa nuova iniziativa è un’opportunità per imparare o prendere maggiore confidenza con computer e smartphone. L’interesse che molti hanno messo per conoscere lo strumento informatico e la passione con cui si sono approcciati alla scoperta dei “segreti” del web sono un buon auspicio per ritornare ai livelli di frequenza di prima e aggiungere chi per motivi di mobilità o per pigrizia era più assente alle lezioni tradizionali. In ogni caso al momento sono in crescita gli iscritti alla piattaforma che stanno raccogliendo la sfida, tutti fiduciosi che “ce la faremo” come recita il loro motto del gruppo di WhatsApp.

Di Claudio Cherubini