Abbiamo tutti gioito alla notizia che Silvia Romano era stata liberata dopo 18 mesi di prigionia. Era rimasta nelle mani di una organizzazione terroristica come Al Shabaab che conduce in Somalia una guerra civile spietata. Lo testimoniano gli studenti in Kenya che prendono di mira soprattutto i cristiani. Silvia è stata rapita in una zona periferica. Ha dovuto attraversare la foresta con interminabili ore di cammino e ci è voluta da parte sua una grande forza interiore per non cadere nella disperazione. Ha affidato i suoi pensieri a un diario che i suoi carcerieri hanno sequestrato ma che le rimane impresso nell’animo.
La sua liberazione è stata operata dai servizi segreti italiani e turchi, ma l’importante è che la ragazza sia stata riportata a casa ai suoi affetti e ai suoi cari. Dopo una tragedia così sconvolgente avrà bisogno soprattutto di pace per organizzare il proprio mondo interiore. Anche la sua conversione all’islam appartiene all’ambito della coscienza e nessuno ha il diritto di sindacarla.
Per questo si sono infieriti sulla sua persona gli ultracattolici della Lega, specializzati in insulti di ogni tipo. Ma quello che è avvenuto alla Camera dei Deputati ha passato davvero il segno: il deputato leghista Alessandro Pagano ha definito Silvia Romano “neoterrorista”. Una persona che ha dedicato del tempo ai bambini più poveri non può essere diffamata e calunniata in questo modo e le leggi dovrebbero mantenere la sua onorabilità. Quando i vari Calderoli, Borghezio, Savoini, Gentilini buttavano fango sugli islamici, sono stati pochi quelli che si sono alzati per difendere le regole della democrazia. Le consideravano “bravate padane”. Ma il motivo più profondo è che Silvia è una donna e permane una mentalità atavica intrisa di sessismo e violenza su cui il maschio può esercitare il dominio. C’è un lungo percorso da seguire perché le giovani generazioni possano essere educate per dialogare con l’altra metà del cielo. Intanto Silvia assapora la ritrovata libertà e la Procura vigila sul suo ritorno alla normalità..
Redazione l'Altrapagina