Lettere da Babele
Si può comprendere un’epoca storica mentre gli eventi si stanno svolgendo? Sì, ma non è facile. Mentre le cose accadono non è semplice distinguere ciò che è importante da ciò che è secondario, il primo piano dallo sfondo. Quando i sistemi politici virano verso forme autoritarie ci si può confondere, si possono sottovalutare i segnali negativi e rimanere abbacinati da aspetti secondari. Fascismo, nazismo, stalinismo hanno avuto per decenni un grande consenso. Eppure è possibile non essere travolti dall’opinione corrente. È possibile per tanta gente comune, che purtroppo non ha molte occasioni di lasciare traccia di sé, ed è possibile per gli artisti, che invece hanno questa possibilità. Chaplin realizza Il grande dittatore nel 1940, la cui sceneggiatura risale al tempo della notte dei cristalli (1938). Klaus Mann pubblica Mephisto nel 1936, Hitler è al potere solo da tre anni e lo scrittore ne individua con precisione gli esiti. In Gioventù senza Dio, pubblicato nel 1937 da von Horvath, il protagonista è un giovane insegnante che si trova davanti alunni formati dalla propaganda nazista. Deve correggere temi come “Perché abbiamo bisogno delle colonie” e suscita sospetti e odio nei suoi allievi quando sostiene che dire che tutti i neri sono cattivi è una “assurda generalizzazione”. Comprende che quei ragazzi non fanno che ripetere quanto sentono ossessivamente da una “voce gracchiante” che promana da tutte le radio della Germania. Deve confrontarsi anche con i genitori, scandalizzati. Cita la Bibbia che afferma l’eguaglianza degli uomini e si sente rispondere che “al tempo della Bibbia non c’erano le colonie. Va letta in modo figurato”. Quando interviene per difendere un ragazzo dall’aggressione di un gruppo di compagni non viene deriso solo dagli aggressori, ma anche dalla vittima. Portato a processo dopo varie vicende, viene accusato da un suo alunno, il quale sostiene che le idee del professore gli sembrano “infantili”, poiché “parlano del mondo come dovrebbe essere e non come effettivamente è”. Anche il giudice, formatosi in un altro periodo, rimane stupito e si chiede se quelle parole non siano un effetto di quello che dice la radio. La propaganda ha manipolato (quasi) tutti.
Detto in altri termini: se non è facile comprendere quanto accade mentre lo stiamo vivendo, possiamo farci aiutare dalla grande letteratura. Ci sono molti testi che, parlando in maniera profonda del loro tempo, sono in grado di illuminare anche il nostro. Le voci gracchianti possono ritornare, non solo dalle radio. In ultima analisi lo schema con cui funzionano è consunto e prevedibile. Sanno di poter contare sulla pervasività della propaganda. Ma abbiamo gli antidoti. A volte allontanarsi un po’ dall’immediatezza del contemporaneo può aiutare a comprendere meglio il presente.
di Anselmo Grotti