L'egemonia culturale

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Spazio/Confronto. IL VIRUS PIÙ INSIDIOSO

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Dopo i primi mesi di governo del Centro Destra in Umbria non è ancora possibile fare delle valutazioni, anche perché l’attività di Giunta è stata assorbita dall’emergenza Covid-19.

Possiamo solo constatare che il DEFR (documento economico finanziario regionale) non è dissimile da quelli emanati dalle precedenti amministrazioni di sinistra: contiene le stesse critiche sui mancati trasferimenti del Governo centrale e sulle uniche risorse disponibili, quelle comunitarie, cose già note.

Considerato che la svolta a destra voluta dagli umbri sta a significare la richiesta di un cambio di passo in economia, prendere atto della situazione è semplicemente inutile.

Questo è ciò che si è percepito, ma la nuova Giunta è stata votata per fermare il declino di una regione che dopo l’emergenza virale dovrà fare i conti con un aumento di disoccupati e di poveri che andranno a peggiorare una situazione già critica .

Meno visibile invece è la dimensione politico-culturale, anche se è la più insidiosa, quella che può cambiare la musica di fondo, ossia i valori di riferimento e i comportamenti su cui si struttura e si definisce l’identità di una comunità, la qualità del confronto democratico e gli spazi reali di libertà.

Sintomatico, da questo punto di vista, è il comportamento dei media, che hanno assunto con sollecitudine un atteggiamento accomodante, servile e di totale sostegno alla nuova amministrazione di destra. Lo stesso si può dire di importanti istituzioni che dietro l’alibi del garbo istituzionale e dell’interesse generale seguono pedissequamente i desiderata dei nuovi governanti.

Non dovremmo meravigliarci più di tanto se nel balletto delle nomine apicali e dirigenziali, negli incarichi che contano si smantelleranno importanti Istituti culturali o di ricerca, perché nelle ragioni della sconfitta della sinistra questo era già scritto, quindi nessuno si stupisca di fatti annunciati.

Il venire meno di una stampa critica e indipendente nell’era della comunicazione è invece un fattore allarmante, perché di un appoggio così esplicito non aveva mai goduto nessun governo di sinistra, a cui non sono mai mancate critiche per gli scandali imputabili alla sua gestione.

Sulla cultura si giocherà la vera partita che va oltre l’emergenza, sia essa pandemica che economica, dove rischierà di affermarsi la pratica liberista della “shock economy”, tanto cara e funzionale alle dottrine di libero mercato.

Cataclismi, guerre, epidemie, terrorismo hanno contribuito a diffondere il pensiero della scuola di Chicago. “Lo shock”, il capitalismo dei disastri, la paura, vera o indotta, sono secondo

Friedman le condizioni ideali per cambiare le cose. Di fatto si tratta di imporre, grazie all’emergenza, dottrine privatistiche e assolutismo mercantile, afferma lo stesso, spiegando «che l’emergenza è la condizione ideale per trasformare il politicamente impensabile in politicamente inevitabile». (Cile, Argentina, Iraq, Usa 2001, Europa dell’est, Russia…).

La sinistra non potrà certamente dimenticare i suoi temi identitari: l'economia, la centralità del lavoro, le disuguaglianze, la solidarietà, ma non può ignorare la dimensione culturale e l’ambito dell’istruzione. Lì si giocherà la battaglia più insidiosa di cui l’Isuc e l’Aur sono solo i primi segnali, l’inizio di un percorso che porterà a un cambio di scenario per far emergere un nuovo pensiero attraverso la delegittimazione o la riduzione di quello precedente.

Oggi la destra si sta imponendo proprio sul piano dell’egemonia culturale, sia che si tratti di neoliberismo che di neoconservatorismo, terreni sui quali la sinistra sembra non avere più né idee né credibilità per giocare un qualche ruolo .

Per l’Umbria, evidentemente volubile e spaesata, tornare a offrire certezze e presidiare i capisaldi di una memoria storica operaia, popolare, democratica, pacifista e antifascista diventa fondamentale anche rispetto alla possibilità di costruire un progetto di sviluppo economico alternativo.

Per questo sarebbe importante trovare spazi, risorse e strumenti per difendere la storia di questa regione e provare a ricostruire un argine alla barbarie delle diseguaglianze e di un modello di sviluppo criminale e suicida.

La destra occuperà tutti gli spazi non c’è da farsi illusioni; il problema è cosa sta facendo la sinistra e soprattutto se esiste ancora. 

di Ulderico Sbarra