Ci sono dei momenti storici nei quali le persone sembrano smarrite di fronte ad eventi incontrollabili, come l’attuale pandemia che flagella l’intero pianeta. Ne parliamo con il cardinale Walter Kasper, insigne teologo, uno dei consiglieri più fidati di papa Francesco.
Le sembra che papa Francesco sia in difficoltà di fronte ai fondamentalismi di ogni genere, anche all’interno della Chiesa cattolica?
«Il Papa non si sente in difficoltà, lui è tranquillo e in pace, ha una sicura bussola interna e con la sua carta geografica, che è il Vangelo, guida la barca della Chiesa nel mare agitato del nostro tempo. La stragrande maggioranza del popolo di Dio è contenta e grata di avere questo timoniere. Ci sono altri, certamente non pochi, che hanno paura che questo viaggio non vada nella direzione giusta. Alcuni non vogliono neppure uscire dal porto sicuro, ma rimanere fermi o ritornare a casa. Sono gli iper-conservatori, per cui la Chiesa ha solo un passato ma nessun futuro. Altri, invece, non vogliono in nessun modo ritornare, hanno la loro bussola privata e viaggiano verso una mèta e un futuro nuovo, illuminato e moderno. Vogliono un futuro senza radicamento nel passato».
Chi sarebbero gli altri?
«Sono gli ultra-progressisti. Però gli estremi si toccano. Sono entrambi fondamentalisti, poggiano su un fondamento stretto con idee fisse ed esclusive, uno spirito non dialogante ma limitante e arrogante. Non è una debolezza, ma piuttosto una ricchezza del cattolicesimo, che sul fondamento comune della stessa fede cattolica esistano diverse culture, opinioni e strutture politiche, differenti forme di teologia e di spiritualità. Non solo oggi, spesso nel corso della storia serve una riflessione su questo fondamento, che richiede riforme, rinnovamenti e anche uno sviluppo organico, sotto la guida di Pietro che rappresenta la roccia sicura, Cristo».
Papa Francesco ha invitato l’Europa alla solidarietà di fronte alla tragedia del coronavirus. Quali forze spingono perché l’Europa si disgreghi? A vantaggio di chi?
«L’Europa è come un bellissimo mosaico, bello perché non monotono, contraddistinto dalla diversità dei colori. Così le culture storiche, lo stile di vita, le economie e talvolta anche gli interessi dell’Europa del Nord e del Sud, quella orientale e quella occidentale sono diversi, il che può creare, e talvolta crea, tensioni non sempre facilmente armonizzabili. Soprattutto in situazioni di crisi comuni, come quella attuale, c’è la tentazione, per il singolo, di pensare prima a salvare se stesso, dimenticando che solo insieme saremo in grado di affrontare un nemico che non conosce confini nazionali, ma ci tocca tutti. Pertanto, spero che questa crisi non rafforzi un egoismo miope e nazionalista, ma ci dia una lezione per imparare maggior solidarietà, così da uscire dalle crisi più forti di prima. Il contrario sarebbe un disastro per tutti».
L’enciclica Laudato Si' è stata una voce profetica in difesa della Terra e dell’Umanità.Perché questa voce è stata tacitata anche dalla grande stampa nazionale e internazionale?
«La profezia dell’enciclica Laudato Si', come ogni profezia autentica, chiede una conversione, nel caso della Laudato Si' una conversione profonda del nostro stile di vita e della nostra civiltà consumista, che sfrutta la natura distruggendo così il fondamento della vita umana. D’altra parte, un cambiamento delle nostre abitudini e comodità non piace a tutti, specialmente a quelli che approfittano dell’economia attuale, il che in un certo grado siamo noi tutti, o coloro che hanno paura di perdere i posti di lavoro. Né i politici, né i media nazionali e internazionali sono totalmente indipendenti dall’economia e dai sindacati. Pertanto ci vogliono idee creative per la ristrutturazione di un’economia compatibile con la natura e giusta per tutti, e particolarmente di una conversione della società intera, cioè di ognuno di noi».
Il fondamentalismo è una malattia delle religioni. Le sembra che le persone si ritirino nel loro guscio per paura e ricerchino le identità di un tempo? Quali forze soffiano per alimentare le paure e con quali mezzi economici?
«La paura è una condizione fondamentale dell’uomo. Soprattutto oggi dove tutto cambia con una rapidità enorme e con sfide nuove, dove il mondo globalizzato è divenuto molto complesso e le crisi economiche, fiscali, sociali, ambientali e adesso la crisi globale del coronavirus fanno paura per il futuro personale e comune.
Tale situazione è una tentazione e crea al contempo l’illusione di potersi ritirare nel proprio piccolo mondo, dove sentirsi a casa, nel mondo apparentemente perfetto di ieri, su convinzioni religiose fondamentaliste e settarie, che non portano alla comprensione e all’amicizia fra gli uomini, ma alla limitazione, a pregiudizi negativi e finalmente all’odio.
Non di rado dietro tali movimenti fondamentalisti e settari si nascondono interessi poco religiosi, anzi persino economici. Certamente, nella religione e nella fede ci vorrebbe un’identità salda, ma un’identità non chiusa in se stessa, anzi un’identità aperta, che rispetti e stimi l’altro nella sua diversità e attraverso un dialogo rispettoso promuova cooperazione e pace».
di Achille Rossi