Chi sono i nemici del Papa

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Antonio Sciortino, giornalista e teologo, a lungo direttore di "Famiglia Cristiana", è una delle voci più autorevoli del mondo cattolico. Gli chiediamo come mai affiorino segnali di fondamentalismo sempre più preoccupanti nei confronti di papa Francesco e della sua azione pastorale.

«L’elezione di papa Francesco, sette anni fa, dopo le dimissioni di Benedetto XVI a seguito delle vicende Vatileaks e dei tanti scandali nella Curia romana e nella Chiesa, fu accolta con grande entusiasmo. E non solo nel mondo cattolico. Anzi, ci fu più ammirazione tra gli stessi non credenti. Tante furono le novità legate a questa figura, fino allora poco conosciuta al grande pubblico: primo Papa latino-americano, come a dire “primo Papa extra-comunitario”, scelto oltre i confini della vecchia Europa; come rivoluzionario fu il nome scelto: Francesco. Mai nessun Papa, prima di lui, aveva osato tanto: troppo impegnativo il riferimento al santo di Assisi. Quel nome era già un programma per il pontificato. Era la scelta di una “Chiesa povera e per i poveri”, in dialogo con tutti e rispettosa del creato. Negli anni scorsi, mentre il filosofo polacco, Zygmunt Bauman, definiva papa Francesco “il più grande dono offerto dalla Chiesa cristiana al mondo contemporaneo”, all’interno del mondo cattolico è cresciuta, invece, una dura opposizione nei suoi confronti, con toni aggressivi e grevi – al limite dell’insulto – come mai era successo con altri Papi. La Chiesa di Francesco, cioè una “Chiesa in uscita”, una “Chiesa Samaritana”, una “Chiesa misericordiosa”, dà fastidio soprattutto a quanti, tradizionalisti e conservatori, non hanno accettato il Concilio Vaticano II. Sono costoro i suoi più accaniti critici. Francesco, rispetto agli ultimi Papi, non ha partecipato in alcun modo al Concilio, ma è colui che lo sta rilanciando nelle sue linee più genuine, rivoluzionarie e profetiche. A cominciare dal concetto di “popolo di Dio”, dove tutti nella Chiesa hanno pari dignità in forza del battesimo. E dove la gerarchia non è al di sopra, ma al servizio dei fedeli».

nemici papaChi organizza queste operazioni sistematiche di demolizione della figura del Papa? Con quali obiettivi e con quali mezzi?

«È appena uscito un interessante libretto di Sergio Paronetto, già vicepresidente di Pax Christi: Papa Francesco: l’uomo più pericoloso al mondo (edizioni La Meridiana). Vi è un’attenta analisi della forza distruttiva scatenata contro Francesco e di chi sono i “nemici” del Papa. S’è raccolta una mobilitazione, forse, non ampia numericamente, ma molto accanita e organizzata. E che dispone di risorse e mezzi di comunicazione per attaccare e denigrare, in continuazione, gesti e magistero di Francesco. Lo si accusa di tutto: dal relativismo etico all’eresia; lo si accusa di comportarsi da leader comunista, fino ad essere lui – addirittura – la causa del virus Covid-19, per l’idolatria verso la “Pacha mama amazzonica”, introdotta nella basilica di San Pietro, cuore della cristianità. Per molti, inclusi diversi cardinali, Francesco è “una brutta parentesi” da chiudere quanto prima. Gli antagonisti lo vorrebbero esasperare, fino a costringerlo alle dimissioni. Il loro Papa di riferimento è Benedetto XVI, e non ne fanno mistero. Considerano “abusivo” o “illegittimo” Francesco. In ballo ci sono già le manovre e le alleanze in vista del prossimo Conclave. Con l’obiettivo di evitare un Francesco II».

Chi sono le sponde politiche che cercano di minare la credibilità del Papa? Con quali strumenti e con quale potere?

nemici papa 1«In Italia, senz’altro, tutto il mondo delle destre. In particolare, i movimenti populisti e sovranisti, rappresentati dai leader Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I quali usano la religione o il trinomio “Dio, patria e famiglia” a scopi elettorali e di consenso politico. Tra l’altro, negli ultimi tempi, con buoni risultati. Alle ultime elezioni europee, infatti, la più alta percentuale dei cattolici s’è ritrovata nel partito della Lega. Gli stessi, senz’altro, che plaudono a Salvini quando bacia rosari e crocifissi ai comizi, confondendo una becera strumentalizzazione di simboli religiosi con una genuina affermazione della fede e dell’identità cristiana. A questi “cattolici identitari” dà fastidio il “Vangelo della misericordia e della gioia” testimoniato da Francesco; dà fastidio la sua vicinanza ai poveri, agli immigrati e a tutte le periferie del mondo, soprattutto quelle esistenziali. Per i giornali di destra e i siti ultrareazionari, ogni occasione è buona per attaccare e “sbeffeggiare” Francesco. Servendosi anche di Fake news».

Quali sono i centri di potere che tentano di disgregare l’Europa e quali obiettivi perseguono?

«Il populismo di “casa nostra”, da tempo, s’è alleato con il sovranismo internazionale, condividendone identici obiettivi. Tra questi, la disgregazione dell’Unione europea, vista sempre come un nemico e rappresentata come la causa dei tanti malesseri nazionali. Tutto a vantaggio di spinte nazionalistiche, populiste e autoritarie, che mettono in crisi istituzioni e democrazia. Pur bisognosa di un’anima più solidale ed equa, ci si dimentica che la tanto bistrattata Europa, per più di settant’anni, ha garantito la pace in un Continente devastato, nel secolo scorso, da guerre e decine di milioni di morti. La mobilitazione anti Bergoglio si avvale di una potente e ricca sponda americana, che investe montagne di soldi in campagne mediatiche, finanziando vari gruppi sovranisti d’Europa. E’ una sorta di “ecumenismo dell’odio”, che ha tra i suoi più attivi esponenti l’americano Steve Bannon, già consigliere del presidente Usa Trump. Con l’appoggio di diversi cardinali, Bannon ha anche tentato di aprire una scuola politica nella certosa di Trisulti, nel Lazio. Una sorta di “Accademia dell’Occidente giudaico-cristiano” da schierare contro il pontificato di Francesco. Non sono da meno le azioni di altri leader sovranisti dei Paesi dell’Europa orientale, tra i quali il russo Vladimir Putin e l’ungherese Viktor Orbàn, molto apprezzati dai sovranisti nostrani».

Perché l’Enciclica Laudato si’ ha avuto così poco esito nella stampa nazionale e internazionale? Dipende dalla scarsa attenzione dei media o dalla pigrizia mentale del mondo cattolico tradizionale?

nemici papa3«Non tutti, o non ancora, hanno compreso la portata rivoluzionaria della Laudato si’. Molti l’hanno declassata a “Enciclica ecologica” o “Enciclica verde”, non percependone la forte innovazione, in continuità con la migliore tradizione del magistero sociale dei Papi, soprattutto Leone XIII con la Rerum novarum (1891), Giovanni XXIII con la Pacem in terris (1963) e Paolo VI con la Populorum progressio (1967). Anche all’interno della stessa Chiesa c’è stata - e persiste tuttora - un’accoglienza tiepida. L’ecologia è considerata una questione “aliena”. Un tema di minore importanza nel magistero della Chiesa. Purtroppo, non se n’è colta la dirompente forza, che Francesco ha espresso nel concetto innovativo di “ecologia integrale”. Che vuol dire una stretta connessione tra la difesa della dignità della persona umana e dei suoi diritti e la difesa della terra e dell’ambiente. Il “grido di madre terra”, violata e devastata, è intimamente connesso al “grido dei poveri” che patiscono violenze e ingiustizie sociali. Ambiente umano e ambiente naturale si degradano o si salvano insieme. Né s’è compresa l’urgenza del tema ambientale. Oggi, siamo a un punto di non ritorno, nel tentativo di salvare la “casa comune”. Altri attacchi, da sponda differente, sono stati rivolti a Francesco a partire dalla stessa Enciclica. Gli ambienti ultraliberali, soprattutto del capitalismo americano, non hanno condiviso le denunce di Francesco a un’economia e a una finanza finalizzate al solo “dio profitto”. E’, questa, una “economia che uccide” – ha detto il Papa - perché non mette al centro la persona e la sua dignità. E tratta come “scarti di umanità” chi non è più produttivo. Più che “silenziata”, come sta avvenendo sui media e nella Chiesa, la Laudato si’ andrebbe riproposta e rilanciata con forza. Per il bene di tutti».

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di Achille Rossi