Per comprendere gli aspetti tecnici del 5G e le ricadute sociali dell’intelligenza artificiale interpelliamo il dottor Andrea Giovanni Grieco, fisico e docente, che si occupa di inquinamento elettromagnetico ed è consulente per le Commissioni sui rischi del 5G per vari Comuni italiani.
Può descrivere brevemente la differenza tecnico/fisica tra il 5G e le tecnologie di comunicazione precedenti?
«5G sta per quinta generazione di telefonia mobile, attualmente quelle in uso in Italia sono la 4G, la 3G e, in via di sparizione, la 2G. A ogni passaggio di generazione i servizi offerti aumentano. Il livello di tali servizi dipende essenzialmente da due fattori: la banda e la latenza. Il primo indica la quantità di dati che possiamo inviare e ricevere ogni secondo e si misura in bit al secondo o suoi multipli. Il 4G ha una banda che si aggira intorno ai 100 milioni di bit al secondo (Mbps), arriva al massimo a un miliardo di bit al secondo (1 Gbps) col 4G avanzato, mentre il 5G promette di arrivare fino a 10 Gbps, cento volte più del 4G. La latenza è invece la rapidità con cui la rete risponde a una richiesta e si misura in millesimi di secondo (ms). Più basso è questo tempo, più la rete sarà veloce. Queste caratteristiche consentiranno al 5G di realizzare una serie di servizi impensabili con il 4G, come le auto a guida automatica, la telemedicina, la realtà aumentata e l’Internet delle Cose o IOT (dall’inglese Internet of Things). Quest’ultimo consiste nel connettere tra loro dispositivi che vanno dagli elettrodomestici, alle auto, agli apparecchi sanitari in modo che possano scambiare informazioni tra loro e con gli esseri umani».
La connessione tra questa molteplicità di servizi, come sarà ottenuta?
«Si prevede di arrivare, già nei prossimi anni, fino a un milione di dispositivi connessi per chilometro quadrato, per un totale di decine di miliardi in tutto il mondo.
L’intelligenza artificiale, unita alla velocità del 5G, consentirà a questi dispositivi di dialogare e prendere decisioni senza l’intervento dell’essere umano. Ad esempio, il frigorifero potrebbe accorgersi che la nostra marca di birra preferita è terminata, connettersi col supermercato, fare l’ordine e pagare. La birra ci verrà magari consegnata da un drone direttamente sul balcone di casa nostra. Oppure, come mostrato in una pubblicità di un operatore telefonico, un chirurgo può eseguire un intervento a distanza».
Si prospetta dunque uno scintillante mondo ideale grazie alla tecnologia?
«C’è chi la pensa diversamente, mettendo in guardia da facili entusiasmi. Per la natura dei servizi offerti, il 5G prevede una copertura totale del territorio. Questa si otterrà non solo con migliaia di nuove antenne collocate a terra, ma anche tramite droni e satelliti in orbita bassa. È previsto il lancio di 20.000 satelliti, di cui più della metà da parte della società Starlink di Elon Musk. Alcune centinaia sono già in orbita, creando seri problemi alle osservazioni astronomiche. Tutto ciò, provocherà un aumento dei campi elettromagnetici di origine artificiale perché, almeno per i primi dieci o vent’anni, il 5G non andrà a sostituire i sistemi esistenti, ma si affiancherà a essi. Le compagnie telefoniche e i gestori delle antenne, nonostante dichiarino una riduzione delle emissioni, hanno già chiesto al Governo l’innalzamento dei limiti di legge da 6 a 61 Volt/metro».
In che modo le funzioni del 5G possono incrementare la sottrazione di dati degli utenti, da parte di quello che la studiosa Shoshana Zuboff ha chiamato “Capitalismo della sorveglianza”?
«L’enorme quantità di dati scambiata dai nostri dispositivi permetterà di tracciare un profilo dettagliato di ciascuno di noi, dalle preferenze alimentari a quelle politiche, dallo stato di salute al credo religioso. Dal punto di vista tecnico il produttore di un dispositivo connesso o un hacker potrebbe assumerne il controllo a distanza in qualunque momento, anche a nostra insaputa. I televisori e gli smartphone oggi sono già in grado di effettuare intercettazioni ambientali.L’intrusione nella nostra privacy diverrà ancora peggiore se si diffonderà, su base volontaria o obbligatoria, l’impianto di microchip sottocutanei. I nostri dati più sensibili potrebbero essere trafugati da hacker o semplicemente ceduti, col nostro consenso, a compagnie private o a governi. Il rischio che tali dati siano utilizzati per un controllo della popolazione è reale, come la psicologa e filosofa statunitense Shoshana Zuboff descrive chiaramente. Siamo di fronte a una minaccia che, per molti aspetti, è ancora più grave di quella fisica. D’altra parte, la connessione pressoché continua alla rete attraverso gli smartphone e i tablet, con la fruizione di contenuti spesso alienanti, induce un impoverimento delle capacità cognitive, fino ad arrivare a comportamenti ossessivo compulsivi. Situazione ben illustrata nel libro Il cretino digitale del neuroscienziato francese Michel Desmurget. In Giappone, ma ne abbiamo anche in Italia, sono decine di migliaia i giovani affetti dalla sindrome hikikomori, uno stato di isolamento dalla realtà in cui la persona si rinchiude nella propria stanza davanti a uno schermo».
Ci sono ambiti ancora più delicati in cui questo sistema si svilupperà?
«ll 5G, unitamente all’intelligenza artificiale, permetterà anche lo sviluppo di nuovi sistemi d’arma. Droni che non solo avranno guida autonoma, ma che saranno in grado di decidere se uccidere o meno, senza l’intervento dell’essere umano. Molti piloti di droni militari hanno accusato problemi psicologici nel portare a termine azioni in cui morivano cittadini inermi. Un software non si porrebbe questi scrupoli. Delegare a una macchina simili decisioni, come quelle legate alle cure mediche, all’amministrazione della giustizia o alla divulgazione delle notizie dovrebbe quantomeno farci riflettere a fondo. In Estonia si sta studiando un progetto per affidare a giudici-robot la risoluzione di cause civili e in ambito medico l’Intelligenza Artificiale è in grado di effettuare diagnosi migliori di molti specialisti».
Uno scenario fantascientifico…
«La prospettiva è però ancora più inquietante e coinvolge il futuro stesso dell’umanità come specie. Il movimento transumanista predica da alcuni anni l’integrazione uomo-macchina per arrivare alla creazione di una nuova specie e si tratta ormai di possibilità concrete».
È realmente ciò che vogliamo?
«Di fronte agli scenari sopra delineati, ci sembra opportuno un atteggiamento ispirato alla prudenza. Ricercatori, medici e tecnici hanno sottoscritto un appello internazionale per una moratoria del 5G in attesa di ulteriori studi. Il Consiglio Federale svizzero ha sospeso l’installazione delle antenne in attesa che si faccia chiarezza, invitando allo stesso tempo ad approfondire l’uso di tecnologie alternative. In Italia sono più di cinquecento i Comuni che si sono pronunciati in qualche modo contro l’installazione delle antenne sul proprio territorio. Crediamo che richiesta di una riconsiderazione dell’implementazione del 5G sia ormai ineludibile».
Corre l’obbligo di informare il lettore che due giorni dopo la realizzazione delle presenti interviste siamo venuti a conoscenza che la bozza del Decreto Semplificazioni introduce limitazioni alla libertà di azione dei sindaci che volessero tutelare i propri cittadini dall’inquinamento elettromagnetico limitando l’insediamento di antenne e similari. Segno evidente che l’orientamento di questo governo, come dei precedenti del resto, è quello di assecondare le richieste delle aziende di telecomunicazioni e affini. La scelta di Colao a capo della taskforce per l’emergenza Covid 19 si sta rivelando per ciò che è realmente: l’insediamento di fatto delle multinazionali alla guida del Paese. ◘
di Romina Tarducci