Venerdì, 19 Aprile 2024

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Eurocentrismo, egoismo antropocentrismo: i tre mali

Bolivia. Intervista a David Choquehuanca, leader indigeno Aymara, candidato vicepresidente alle elezioni del 3 settembre

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Il golpe ha spazzato via una esperienza lunga 14 anni che ha prodotto crescita economica, redistribuzione delle ricchezze, rispetto della natura e inclusione della popolazione. Che è successo?

Tutti i Paesi che hanno risorse naturali corrono il rischio di essere invasi. In Bolivia, come tutti sanno, dopo 500 anni di resistenza, noi popoli indigeni originari, insieme al popolo boliviano, abbiamo deciso di recuperare la nostra sovranità, le nostre risorse naturali, la nostra identità, la nostra filosofia, e di fermare il saccheggio sistematico delle nostre risorse, sviluppando politiche di redistribuzione delle nostre ricchezze. Abbiamo realizzato integrazione e anche iniziato ad industrializzare alcune delle nostre risorse naturali, tra queste il litio che è una risorsa naturale strategica per il pianeta. Eravamo sulla strada giusta per decidere noi stessi come vivere, senza interferenze delle compagnie transazionali. Poi una minoranza, legata alle compagnie e agli interessi transazionali, con l’appoggio dell’OEA (Organizzazione degli Stati Americani, ribattezzata dai movimenti latinoamericani “Agenzia per le Colonie degli Stati Uniti”. Ndr) si sono organizzati ed hanno fatto un colpo di stato.

Perché a tuo parere il governo del Mas ha sottovalutato la reazione che stava preparando l’estrema destra boliviana?

Mai avremmo potuto immaginare di vivere questa situazione, che stiamo attraversando anche dopo il golpe. Pensavamo che stava andando tutto bene. Abbiamo trascurato la formazione politica, la costruzione del nuovo essere umano nel senso pieno del termine, e non abbiamo ascoltato abbastanza il messaggio che veniva dal cuore del nostro popolo.

Molti analisti affermano che il Mas oggi ha maggiori possibilità di affermazione elettorale che in passato, e che comunque certamente vincerà le elezioni. Credi che la destra golpista consentirà lo svolgimento delle elezioni del 6 settembre?

Di fronte all’incapacità di questo governo de facto di risolvere i problemi, tutti noi sappiamo, e lo sa anche la comunità internazionale, che l’unico modo per uscire da questa situazione di instabilità sono le elezioni. Sarà il popolo a decidere, per noi la cosa principale è recuperare la nostra democrazia. La destra ha paura delle elezioni, teme che il popolo riporti con il voto il Mas al governo. Noi e tutti i cittadini boliviani chiediamo che venga rispettato il risultato del voto affinché democrazia, serenità, legalità, solidarietà, attenzione verso i più umili e i più bisognosi, tornino ad essere i tratti distintivi della vita civile e istituzionale del nostro Paese.

Molte altre esperienze in Europa e in America Latina, e anche quella della Bolivia, dimostrano che il buongoverno non è di per sé sufficiente a cambiare lo Stato, la politica e la coscienza delle persone. Di che cosa c’è bisogno in più?

C’è bisogno di cambiare i nostri comportamenti di vita, di costruire nuove leadership, esseri umani nuovi, nuovi leader con molta creatività, capaci di illuminare un cammino che nei nostri territori è spesso incerto e difficile, disposti a “consumarsi per illuminare”, leader con un pensiero decolonizzato, con una identità propria, che si sentano orgogliosi di essere parte della cultura per la vita. Soprattutto giovani.

Di fronte al fallimento del capitalismo e del comunismo, la filosofia del “vivir bien” offre un orizzonte radicalmente alternativo a questa modello di produrre e di vivere che ci sta portando al collasso. Quali sono le basi culturali e politiche del “Vivir Bien”?

“Vivir Bien” per noi significa parlare della cultura della vita, dell’unità, della fratellanza, della felicità, dell’armonia, della pace. L’immagine della nostra Wiphala (la bandiera multicolore delle comunità indigene. Ndr), ci dice che ciascuno può stare sotto o sopra, a destra o a sinistra, non è importante. L’importante è l’equilibrio. Noi chiediamo che tutti abbiano ciò che serve, che a nessuno manchi ciò di cui ha bisogno, che tutti camminino uniti e nessuno sia lasciato indietro. Vivir Bien vuol dire che io sono tu, che tu sei me, che siamo NOI. E quando parliamo di NOI ci riferiamo a tutto ciò che esiste, perché non esistono solo gli esseri umani in questo pianeta.

Uno dei principi basici del Vivir Bien è prevedere sempre la possibilità di un punto di incontro che coinvolga tutti senza causare conflitto. Pensi che anche i golpisti possano essere non sconfitti ma convinti?

Nella filosofia del “Vivir Bien” si raccomanda che è sempre meglio prendere decisioni attraverso il consenso, dove tutti hanno la possibilità di essere ascoltati, ciascuno di dire quello che pensa o sente. Ma consenso non vuol dire unanimità. Consenso è quando i pensieri diventano complementari. Consenso non è quello che voglio io ma quello che tutti noi vogliamo. È trovare il “Taipi” , l’architrave che mette in movimento la comunità. La lotta dei fratelli che si battono per la cultura della vita, non è solo per noi, è anche per loro. Certo la nostra lotta è per noi, ma non è contro di loro, e in definitiva è anche per loro. Noi non ricerchiamo lo scontro, non ci appartiene la cultura della guerra, della divisione, della sottomissione. Noi ricerchiamo sempre la fratellanza, l’armonia e la felicità di tutti e del tutto. Aspiriamo a essere “QUMARA”, persone sane in armonia con tutto ciò che esiste, ad una terra sana, ad un’aria sana.

Nella enciclica Laudato Si' Papa Francesco esorta tutti a prendersi cura della casa comune, la Madre Terra: il suo pensiero mi appare molto in sintonia con la vostra filosofia del Vivir Bien.

La cultura della vita non è proprietà di nessuno, è parte essenziale di una filosofia di vita che ci insegna a vivere senza inquinare o attentare alle leggi di natura, rispettando quello che condividiamo così come le nostre differenze. Il Vivir Bien ci impegna a recuperare l’equilibrio, il rispetto, l’armonia, la complementarietà, la condivisione. Vivir Bien è prendersi cura della nostra madre terra, è operare nel rispetto di tutto ciò che esiste, è camminare con precauzione, avendo rispetto della pioggia, del vento, del fuoco, degli animali, dei semi, dei nostri fiumi e delle montagne. Significa avere rispetto dei tanti “pluriversi”. E significa avere rispetto del diritto alla sovranità dei nostri popoli, delle nostre sorelle e fratelli, dei bambini come degli anziani, di tutte le forme di vita.

Papa Francesco critica il neoliberismo, anche se parte della gerarchia della chiesa cattolica boliviana sembra essere più vicina a Trump. Quale è la ragione di questa contraddizione?

bolivia3In Bolivia abbiamo sacerdoti esemplari che ogni giorno operano con e per i più umili. Abbiamo avuto sacerdoti che hanno dato la vita per gli esclusi, come Luis Espinal Camps, il Romero della Bolivia, il missionario rapito, torturato e assassinato 35 anni fa a El Alto dai paramilitari di Garcia Mesa, protagonisti del colpo di stato. Ha lasciato un grande esempio di impegno per la vita a tutti noi. Diceva “siamo torce che abbiamo significato solo quando bruciamo, solo così saremo luce”. Resta nel cuore di tutti noi. E fu un momento importante quando Papa Francesco nel suo viaggio in Bolivia volle recarsi nel luogo dell’eccidio di Luis, e ricordo bene anche le sue parole inequivoche : “Padre Luis Espinal – disse Papa Bergoglio - è una vittima degli interessi di chi non voleva che combattesse per la libertà della Bolivia”. Si, piacerebbe anche a noi che alcuni settori della gerarchia cattolica boliviana fossero ispirati più dalle parole di Papa Francesco che dalla dottrina Monroe.

Molte fonti investigative internazionali accreditate hanno dimostrato che l’unica frode alle elezioni fu quella della Oea. Ora il Grupo de Puebla chiede che la Oea convalidi il risultato elettorale del 20 ottobre che aveva assegnato la vittoria al Mas. Credi che questo potrà mai avvenire?

I risultati delle investigazioni fatte da agenzie universitarie e centri specializzati forniscono un risultato chiaro, inconfutabile: in Bolivia non c’è stato alcuna frode e le elezioni sono state vinte dal Mas. E’ responsabilità delle autorità nazionali e internazionali ristabilire la verità e assumere determinazioni conseguenti. Personalmente sono totalmente d’accordo con la posizione del Grupo de Puebla di rispettare la decisione del popolo boliviano espressa con il voto nelle elezioni di ottobre 2019. ◘

di L.N.

 


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