Martedì, 23 Aprile 2024

libreria acquista online

Il treno lumaca

Mobilità. Città di Castello quasi isolata dal resto del mondo. Il treno ne è l'esatta rappresentazione. Intervista a Annalisa Costa del Comitato Pendolari Stufi

silvia romano2

L’altrapagina da sempre vigila sullo stato dei trasporti in Umbria, in particolare quello della Ferrovia Centrale e la petizione consegnata da una ventina di cittadini lombardi a don Achille mesi orsono, destinata ai comuni dell’Alta Valle del Tevere, ha acuito l’amarezza per una condizione a dir poco indegna. La petizione è stata puntualmente protocollata nei comuni interessati, ma nessuna risposta è giunta. Il testo sollecitava sindaci e assessori a svolgere “un’azione incisiva nelle sedi regionali volta ad ottenere un celere intervento e una gestione affidabile”. Facciamo il punto della situazione con Annalisa Costa, presidente del Comitato Pendolari Stufi, una delle poche associazioni combattive su questo fronte.

Siete un comitato giovane ma molto attivo, il passaggio di gestione della ferrovia cosa ha determinato?

Il Comitato Pendolari Stufi è composto da lavoratori e studenti che risiedono perlopiù nell’Alta Valle del Tevere, che ogni giorno si devono alzare all’alba per raggiungere Perugia in un tempo che sfiora le 2 ore. Il nome del comitato la dice tutta, abbiamo scelto la parola “stufi” per non essere scurrili! I pendolari da troppi anni subiscono una situazione del servizio trasporti molto problematica.

Anno dopo anno, talvolta mese dopo mese, si aggrava l’isolamento dal resto della Regione e anche dal resto d’Italia.

La FCU è una ferrovia nata più di 100 anni fa, periodo in cui, per assurdo, funzionava meglio di oggi che siamo nel terzo millennio. Ci vediamo costretti a pagare un servizio pessimo, con mezzi obsoleti (da qui il simbolo del comitato, la simpatica tartaruga VA-LENTINO) che procedono molto lentamente.

Dopo anni di chiusure della ferrovia per la messa in sicurezza e l’ammodernamento, ci troviamo con un pugno di mosche in mano e l’atteso passaggio a RFI non ha sortito nessun cambiamento. Per questo motivo non molliamo e vogliamo che la nostra voce sia ascoltata, tanto più che le proposte che continuamente avanziamo sono fattibili e spesso a costo zero. Da chi vorremo essere ascoltati? A questo punto non ci interessa. Necessitiamo di soluzioni rapide.

Avete partecipato a più tavoli in Regione, cosa è emerso?

Abbiamo partecipato a diverse riunioni in Regione, sia con l’Assessore della giunta precedente che con l’Assessore attuale. Abbiamo incontrato tecnici della Regione e direttori dell’azienda dei trasporti. A luglio scorso ho avuto modo di interloquire in audizione nella Commissione permanente.

Dall’Assessore ai trasporti della precedente giunta, nonostante le nostre insistenze, abbiamo avuto solo rassicurazioni. Molte “sfilate” e proclami, senza vedere la benché minima soluzione ai numerosi problemi sollevati.

Problemi con cui si confronta il nuovo Assessore, che ci riferisce di buchi di bilancio protratti ormai da anni con addirittura debiti manutentivi sui quali ha puntato il dito anche il direttore territoriale di RFI subentrato l’anno scorso.

lumaca1Il cittadino non può sempre pagare per la scelleratezza e la leggerezza di chi avrebbe dovuto agire secondo il principio del buon padre di famiglia. Esemplare l’acquisto, molti anni fa, di 4 treni Minuetto elettrici, effettuato prima dell’adeguamento della linea. Treni pagati dalla collettività e ora fermi a Umbertide in balìa dei vandali.

Stiamo aspettando la seconda convocazione in commissione e ci auguriamo di avere delle risposte definitive. I pendolari non possono più attendere una burocrazia lenta e contorta. Per gli abbonamenti ho assistito a un rimbalzo di responsabilità: Bus Italia rimanda la questione alla Regione e quest’ultima addebita la competenza all’azienda trasporti.

Gli amministratori come hanno giustificato lo stato attuale della ferrovia e l’interruzione dei lavori?

Ovviamente il compito del nuovo Assessore è abbastanza difficile. Di fatto i lavori vanno a rilento, si veda lo stato in cui versa il brevissimo tratto fino a Sant’Anna, che doveva essere già ultimato da tempo e la tratta Città di Castello-Sansepolcro che appare in totale abbandono.  Ci infastidiscono i proclami del Governo centrale che parlano di rilancio e modernizzazione del Paese puntando sull’alta velocità, mentre in Umbria diventa penoso percorrere 50 miseri chilometri. Non sarebbe meglio integrare servizi efficienti a livello regionale al servizio di lavoratori e studenti, anziché provvedere solo alle tratte vip?

Siamo di fronte alla famigerata storia del cane che si morde la coda: in Regione aspettano i fondi dal Governo e dal Governo stentano ad arrivare. Con il solito risultato: l’utenza del mezzo pubblico diminuisce, si intensifica l’utilizzo dell’auto che causa inquinamento e intasa città e strade, spesso piene di cantieri.

Avete osservato un reale interesse al recupero e all’implementazione della ferrovia? C’è una visione costruttiva e moderna?

Sul reale interesse, sinceramente, nutro parecchi dubbi. Dubbi che scaturiscono dalle innumerevoli proposte fatte e regolarmente ignorate o respinte. Interventi che avrebbero arginato il calo dell’utenza e attenuato l’isolamento del nostro territorio.

Da anni chiediamo di partecipare alla stesura degli orari in modo che soddisfino la domanda dell’utenza, ma alla fine rispondono esclusivamente alle esigenze aziendali.

costaAbbiamo chiesto un raccordo adeguato tra ferro e gomma o anche la possibilità di alcune corse veloci su ferro, con un treno che facesse massimo 4 fermate.

Utile sarebbe anche l’eliminazione di tre o quattro passaggi a livello inutilizzati (operazione peraltro a costo zero), ma a oggi nessuno ha fatto nulla. Da tempo sto aspettando risposte e azioni, una di queste è il rimborso/ristoro degli abbonamenti e dei titoli di viaggio degli utenti interessati, acquistati nel 2019 e non utilizzati a causa del Covid 19. Questo virus sembra diventato il capro espiatorio per non fare troppe cose e la visione del trasporto è a dir poco primitiva.

Quali spiegazioni si è data dell’atteggiamento degli amministratori?

Le nostre proposte, recentemente, hanno destato sicuramente interesse. Se saranno accolte non so dirlo. Ritengo che agli amministratori manchi il contatto con la realtà. Se fossero costretti come noi, ogni giorno, a recarsi al lavoro con i mezzi pubblici comprenderebbero meglio la nostra situazione. Sono mamma di due figlie che devono usare il mezzo pubblico per andare all’università di Perugia e con sacrifici devo sostenere spese tra cui i due abbonamenti, abbastanza cari, peraltro.

Il fatto che l’attuale Assessore ai trasporti, dopo le nostre pressioni, si sia impegnato a verificare certe anomalie e abbia fatto sopralluoghi in treni e stazioni è un fatto da non sottovalutare, ma di certo occorre agire e risolvere.

Sconforta riconoscere che abbiamo la comprensione dei viaggiatori lombardi a cui la vostra testata ha dato voce, ma non beneficiamo dell’attenzione di chi ha competenze dirette.

Di sicuro non ci arrendiamo, anche perché la tartaruga è conosciuta per la tenacia e la resilienza. Del resto non vorremmo diventare più combattivi di quanto già siamo!

Redazione


Editoriale l'altrapagina Soc. Coop.
Sede Legale: Via della Costituzione 2
06012 Città di Castello (PG)
Responsabile: Antonio Guerrini
Info Privacy & Cookie Law (GDPR)

Seguici anche su:

Dati legali

P.IVA 01418010540
Numero REA: pg 138533
E-mail: segreteria@altrapagina.it
Pec: altrapagine@pec.it
ISSN 2784-9678

Redazione l'altrapagina

Telefono: +39 075 855.81.15
dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 12.00