Editoriale. Willy, Maria Paola e don Roberto
La mostra «Il tempo di Caravaggio. Capolavori della collezione di Roberto Longhi» è in corso nel romano Palazzo Caffarelli (Musei Capitolini) fino al 10 gennaio prossimo (tutti i giorni ore 9.30-19.30 con turni di ingresso contingentati tramite acquisto online o al numero 060608).
L’esposizione è dedicata alla raccolta di dipinti caravaggeschi dello storico dell’arte e collezionista, di cui quest’anno ricorre il cinquantenario della scomparsa. Nella sua dimora fiorentina, ora sede della Fondazione a lui intitolata, Longhi raccolse un numero considerevole di opere di maestri di tutte le epoche che furono per lui motivo di studio. Il nucleo più significativo comprende Caravaggio e i suoi seguaci. In mostra, oltre al famoso Ragazzo morso da un ramarro del Merisi, vi sono circa quaranta lavori che mostrano l’importanza della sua eredità: dalla Negazione di Pietro, capolavoro di Valentin de Boulogne, all’Allegoria della Vanità di Angelo Caroselli fino a creazioni di artisti che hanno assimilato la lezione del grande lombardo, come Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo o Matthias Stomer.
Longhi nacque ad Alba nel 1890 da una famiglia della piccola borghesia emiliana. All’Università di Torino fu allievo di Pietro Toesca, col quale si laureò nel 1911 discutendo una tesi proprio su Caravaggio. Si trasferì poi a Roma, diplomandosi alla Scuola di Perfezionamento in Storia dell’Arte sotto la guida di Adolfo Venturi, del quale divenne discepolo e stretto collaboratore alla rivista L’Arte, da lui diretta.
Nel 1912 offrì a Bernard Berenson i suoi servigi come traduttore italiano del suo Italian Painters of the Renaissance. Nel 1924 si sposò con Anna Banti, sua ex allieva al liceo. Collaborò con diverse testate specializzate, tra cui la Voce di Giuseppe Prezzolini e Paragone, da lui fondata nel 1950.
Fu docente di storia dell’arte prima all’Università di Bologna (dove insegnò, tra gli altri, ad Attilio Bertolucci e a Pier Paolo Pasolini, influenzandone la formazione estetica) poi in quella fiorentina, dove fu professore anche di Carla Lonzi. Si impegnò nella rivalutazione internazionale di Caravaggio e nella valorizzazione della sua influenza sulla pittura barocca del Seicento. Diffuse anche la conoscenza dell’opera di Piero della Francesca, grazie alla pubblicazione nel 1927 di una monografia anche tradotta in francese e inglese.
Fu anche critico d’arte contemporanea, apprezzando particolarmente Giorgio Morandi. In contatto dal 1927 con l’artista Antonietta Raphaël, diede una prima esplicitazione al movimento pittorico della Scuola romana, da lui inizialmente definita Scuola di via Cavour. Dedicò alcuni studi anche ai futuristi.
Spentosi a Firenze nel 1970, riposa con la moglie al cimitero degli Allori. ◘
Maria Sensi