Giovedì, 18 Aprile 2024

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SOS sono spariti i soldi

Lascito Mariani. Atto quarto: interpellanza del Consigliere regionale Bettarelli

silvia romano2

All'inizio del mese di ottobre il Consigliere regionale del Pd Michele Bettarelli fa una interpellaza sul Lascito Mariani. Il Sindaco Bacchetta e la Governatrice Tesei hanno firmato il Protocollo d’intesa con cui è stato formalizzato il suo trasferimento all’Asl n. 1 appena due mesi prima, ma Bettarelli deve guadagnarsi la pagnotta, e così rivolge alla Giunta regionale alcune domande toste: «Che fine ha fatto il Lascito Mariani?». «... perché nella convenzione successivamente firmata con la Regione non è stato fatto nessun cenno alla Casa della Salute?; perché la Regione ha bocciato quel progetto sull’immobile?; perché la Regione è stata ben disposta a incassare i soldi senza assumere nessun impegno per la ristrutturazione dell’ex ospedale?». E conclude: «... gli oltre 3 milioni stanziati dalla Regione per il recupero dell'ex ospedale non ci sono più in quanto riversati nei fabbisogni maggiorati del settore». Roba da far tremare stipiti di pietra, che tuttavia a Palazzo Cesaroni non ci sono perché le porte sono scorrevoli, e quindi nessuno se n'è accorto. Ma per la famosa teoria della farfalla il cui battito di ali produce effetti a chilometri di distanza, a Castello si scatena una tempesta politica: imperfetta come sempre.

I primi a prendere la parola sono stati i consiglieri di Castello Cambia, che su questo tema hanno fatto una opposizione coerente, dicendo: «Ve lo avevamo detto: senza condizionalità e controlli, il Comune è tagliato fuori dalle decisioni della Asl e della Regione sul Lascito. Tutti i progetti fatti in sette anni sono stati nient’altro che propaganda politica». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Tiferno Insieme: «dopo il danno di aver voluto a tutti i costi trasferire il Lascito alla Asl, adesso anche la beffa di non sapere che fine abbia fatto non solo il Lascito, ma anche i soldi stanziati per il recupero dell’ex ospedale dalla Regione stessa».

A questo punto la miccia è accesa e cominciano i fuochi d'artificio. La Sinistra “ingenua” del Gruppo Misto con Procelli: «Non ci credevamo a quel passaggio [di soldi], ma lo abbiamo votato perché faceva parte dell’accordo elettorale. E poi c’era stato assicurato…». A ruota segue il capogruppo Pd Mirco Pescari: «L’ospedale vecchio non sta in capo al successo dell’Amministrazione ma a questa città». Una chiarezza cristallina che evidenzia l’errore di aver chiuso le scuole di partito. Gaetano Zucchini, l'intermediario che ha condotto la trattativa sul Lascito dopo la discussa interpretazione che Bacchetta aveva dato del parere di Gianfranco Palermo, precisa: «...Noi abbiamo cercato di recuperare la struttura e realizzare la Casa della Salute. Qualora la destinazione non sia confermata dalla Regione, ci dovremmo chiedere che cosa fare di quel contenitore». La risposta la dà Vittorio Morani, capogruppo del Psi, quindi sottocapo del Capo del suo partito, il quale spiega: «Lascerei da parte la polemica sul Lascito Mariani». Ecco, bravo: più chiari di così non si poteva essere! Avanti il prossimo: la "Sinistra per Castello" , una volta estrema e ora stremata, per voce di Mauro Alcherigi. Il quale si era già espresso prima della firma del Protocollo d'Intesa con parole inequivocabili: «Il Lascito deve rimanere per sempre, non disperso nell’acquisto di macchinari, garze, flaconi, pitali che per loro natura tendono alla obsolescenza programmata, ma investito in reparti, Case della Salute, Centri Alzheimer, strutture che rimangono per sempre». La sua chiave di lettura quindi è “per sempre”. «Credo assolutamente senza possibilità di smentita, neppure del solito Avvocato [Emilio Mattei], che Clara e Olga Mariani dovranno essere ricordate per sempre per il loro Lascito». Poi è la volta di Andrea Lignani Marchesani, F.lli d'Italia, che, maggioranza in Regione, assapora, o crede di assaporare, già la prossima maggioranza anche in Comune, il quale prende tutti d’infilata: «Dieci anni fa con tre o quattro milioni si poteva mettere a posto [l’ex ospedale], ora ce ne vogliono sedici. Dove era chi protesta ora? Non avete fatto niente». Poi sproloqui sulle terapie intensive aumentate del 30%, di Arcuri, di chiusura di scuole e di bar» causa Covid. Si capisce che l'aspirante Sindaco è già in campagna elettorale. Ma il posto d'onore non poteva che essere riservato a Bacchetta, il quale, nel caso in cui il Lascito fosse stato distolto dai suoi fini, aveva promesso manifestazioni rutilanti, del tipo: vado a protestare con i miei amici al bar; faccio lo sciopero della fame; m'incateno al Cassero; occupo la stazione del treno; metto le mutande al posto della mascherina. Niente di tutto ciò. Salomonicamente ha affermato: «Il Lascito Mariani con il vecchio ospedale non c’entra niente». Giusto: e chi l’aveva mai detta una castroneria simile? Non lui, certamente: forse il primo cittadino sì. «Nei nostri progetti c’è il Centro Alzheimer e la Città della Salute che noi abbiamo detto dovrebbe andare all’ex ospedale». Ma allora: c’entra o non c’entra!? «Se la Regione in corso d’opera ci dice che la Città della Salute si fa altrove è una sua scelta e torneremo a porre il problema del vecchio ospedale». E poi il finale: «Potrei fare un’ordinanza di messa in sicurezza [dell'ex ospedale], ma non voglio fare un dispetto alla Regione perché è di destra». Come si fa a criticare un Sindaco così sincero e simpatico! Così vicino alle dichiarazioni di Lignani Marchesani: chissà perché? Morale.

Per chi volesse capire come ha fatto la Lega a vincere in Umbria è sufficiente rileggere l'interpellanza di Bettarelli e seguire in streaming il dibattito consiliare.

Una novità però è emersa in Consiglio comunale. Pare che la Regione sia intenzionata a richiedere anche i 280 mila euro serviti per pagare indebitamente gli avvocati che hanno condotto la vertenza legale durata 30 anni con i soldi del Lascito, sottraendoli così alla "cura dei malati e di chi si trova nella sofferenza e nel dolore" come volevano le sorelle Mariani. Colpa non dei legali, che hanno svolto con perizia e successo il loro ufficio richiesto dal Comune, ma dello stesso Comune che avrebbe dovuto accantonare ogni anno, per 30 anni, le parcelle che hanno consentito all'Ente di introitare 3.700.000,00 euro.

E poi ci sono i 3 milioni che la Regione aveva stanziato per l'ex ospedale. Erano pochi, ma la Giunta comunale e la sua maggioranza avevano pensato, con quel poco, di far partire i lavori di recupero dell'ex ospedale, e poi, in corso d'opera, i soldi in qualche modo si sarebbero trovati. Non è uno scherzo! La maggioranza pensava real-

mente di progettare un'opera pubblica come un privato costruisce la sua casa: intanto si parte, poi i soldi si troveranno in qualche modo da zii, cognati, figli, amici. Si tenta, se poi va male resterà lì sine die.

Come se tutti gli scandali di opere pubbliche iniziate e mai finite non bastassero. Come se l'esempio della E78 non bastasse. Come se il Paese non stesse andando a rotoli per questo modo cialtronesco di gestire i soldi pubblici. Quindi l'interpellanza ha chiarito due cose: 1) l'interpellante ha chiesto ad altri ciò che avrebbe dovuto chiedere alla Giunta comunale e a se stesso, e cioè: ragazzi, quando finisce lo scherzo!? 2) L'ex ospedale è destinato a rimanere a lungo un rudere. ◘

Di Antonio Guerrini


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