Quando c'era lui

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Cultura: I due volumi di Antonio Scurati dedicati a Mussolini

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I primi due volumi dell’opera progettata da Antonio Scurati narrano la storia del fascismo dal 1919 al 1932. Si tratta di un «romanzo documentario», in cui fatti e personaggi sono ricostruiti con sensibilità narrativa. Negli anni 1919/1925 (I vol.), raccontati con passione e abilità romanzesca, l’inconcludenza degli attori politici in campo determina la vittoria del movimento fascista, che risponde con violenza, con abilità e determinazione allo sfascio del Paese e all’inettitudine della classe dirigente.

Il «figlio del secolo» è presentato come il politico abile che mette a frutto la violenza perpetrata dai fascisti nelle campagne e nelle città dell’Emilia Romagna, come l’organizzatore e il supervisore dei gruppi armati che, con il sostegno di significativi apparati dello Stato (dalle prefetture ai comandi della polizia e dei carabinieri), seminano morte e distruzione nelle campagne, nei paesi e nelle città della Padania.

Ripercorrendo la ricostruzione narrativa che parla del 1921 e del 1922, incontriamo alcuni eventi, carichi di significato politico e di insegnamento storico. A cominciare dall’adunata delle «squadre della giovinezza» in Piazza San Petronio a Bologna il 3 aprile 1921, in concomitanza con l’annuncio dello scioglimento dell’amministrazione socialista da parte del Prefetto del capoluogo emiliano. Mussolini chiarisce ai suoi guerrieri perché è necessario «procedere in avanti preceduti da una colonna di fuoco», preso atto che l’adunata bolognese «celebra un anno di battaglie fasciste», consapevole che «per ficcare le nostre idee nei cervelli refrattari dovevamo piantarle a suon di randellate».

Nel corso del 1921 viene definita la strategia. Il 1922 è l’ anno delle manifestazioni e delle violenze fasciste: apre l’annata, a Prato, il funerale di Federico Guglielmo Floris, che «provava gusto a sferzare sulla faccia gli operai dei lanifici»; segue la crisi politica con la caduta del Governo Bonomi e la nascita del Governo Facta, “ombra” di Giovanni Giolitti, mentre Mussolini «si dedica più del solito alla vita mondana e sociale», forte dei finanziamenti ai fasci da parte degli industriali e degli agrari. Il re Vittorio Emanuele III, dopo la marcia su Roma, si illude di usare i fascisti contro i socialisti, dando luogo a un governo di coalizione, formato da fascisti, liberali, nazionalisti e cattolici liberali, all’ordine di Benito Mussolini.

I primi due anni del Governo Mussolini (1923-24) svelarono – se ce n’era bisogno – il volto autoritario e violento del potere fascista e registrarono l’assassinio di don Giovanni Minzoni, il rapimento e l’uccisione di Giacomo Matteotti, l’arresto e il carcere di Turi per Antonio Gramsci, l’esilio di don Sturzo, la bastonatura a morte di Piero Gobetti, l’istituzione del Tribunale speciale, la realizzazione dello Stato di polizia, l’attuazione dell’Ordinamento Corporativo.

Il 3 gennaio 1925, nell’aula di Montecitorio, Benito Mussolini dimostra – con le parole e con i fatti – che nessuno avrebbe potuto fermare «il figlio del secolo». Come al solito, egli «porta la sua croce imbevuta del sangue degli altri», “i miserabili derelitti” della marcia su Roma, fino al delitto squadrista del 10 giugno 1924. Di fronte ai «calunniatori della vita, del mondo, della storia» assume su di sé la responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto e dichiara: «Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere».

Il secondo volume è dedicato alla costruzione del regime, all’organizzazione del consenso, alla definizione dell’immagine dell’Italia fascista, all’edificazione del mito del Capo, vincitore in Italia e nelle colonie africane. Scurati conferma il metodo adottato nell’opera edita nel 2018: utilizza la documentazione per ricostruire ambienti, comportamenti, decisioni, figure, scontri politici, violenze perpetrate, successi, conquiste, al fine di produrre una narrazione storica travestita da romanzo. Il racconto parte dal consolidamento della vittoria di Mussolini, che si libera sia degli “sbandati dell’Aventino” sia dei capipopolo più violenti e inaffidabili.

Le schede, intestate a personaggi del potere fascista e, talvolta, ad eventi storici, illustrano le questioni di politica interna, occupata significativamente dalle vicende del Partito fascista, e le iniziative in politica estera, dominata negli anni Venti e Trenta dalla questione coloniale. La fascistizzazione del Paese, eliminata ogni forma di opposizione, procede attraverso la liquidazione del sistema liberale e l’edificazione del regime. Il capolavoro viene realizzato nel 1929 (11 febbraio) con la firma dei Patti Lateranensi: la Chiesa cattolica diventa uno dei pilastri del regime; la religione cattolica assurge a religione di Stato. Per Papa Pio XI, Mussolini è “l’uomo della Provvidenza”.

Le schede documentano gli eventi fondamentali in otto anni di storia italiana: dal 1925 al 1932, anni in cui si costruisce il fascismo e si sviluppa una politica coloniale in Tripolitania e in Cirenaica fatta di atrocità e di morte: «le parole sono altisonanti, tronfie, terribili e le cose, invece, squallide, grame e comunque terribili». Si pratica il ricorso ai campi di concentramento, alle bombe a iprite, alla deportazione e alle esecuzioni di massa.

Scurati illustra magistralmente il fascismo come regime dell’ipocrisia, dei veleni, delle falsità, delle maldicenze, delle faide locali che fanno vittime, nel periodo preso in esame, anche tra i personaggi di primo piano.

Siamo agli inizi degli anni Trenta, quando gli industriali «prendono la tessera pur di salvare il capitale, i grandi burocrati si rendono complici pur di subordinare il Partito alla Stato e lo Stato ai loro privilegi castali, la Magistratura si asservisce per quieto vivere». In occasione dell’imposizione del giuramento di fedeltà al fascismo, su 1300 professori universitari, soltanto 13 docenti «trovano il coraggio di rifiutarsi»! ◘

(M.M)