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L'ultima ciliegina sulla torta

San Giustino. Ambiente: antenne per la telefonia mobile... e altro

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Tre monti caratterizzano la parte centrale della vallata tra Città di Castello e San Giustino; più che monti sono alte colline tondeggianti che quasi si tengono per mano, hanno nomi antichi che ci portano indietro nel tempo: monte Giove (Mons Jovis) appellato così in onore di Giove re degli Dei, Montione (Mons Iunonis) moglie di Giove e la Pievaccia, nome dispregiativo che non tiene conto della lontana gloriosa storia della Pieve di S. Cipriano e del tempio pliniano che probabilmente giace sotto le sue fondamenta. Ai piedi di queste colline, la valle si presenta ancora quasi intatta nella sua bellezza, solo la parte più recente della zona industriale dell’Altomare, estesa quasi a coprire Villa Magherini Graziani, deturpa la vista.

Colle Plinio, con la villa dei Marchesi Cappelletti illuminata dal sole, sorride tra il verde del suo parco. Poco distante, gli scavi della fattoria rustica di Plinio il Giovane potrebbero rappresentare, finita quest’emergenza sanitaria, una meta turistica interessante unita a una visita al piccolo museo pliniano presso Villa Magherini Graziani, purtroppo ora lasciata in un desolante abbandono.

Un’Amministrazione comunale accorta avrebbe cercato, in ogni modo, di tutelare questo marginale angolo dell’Umbria, invece nel tempo molte minacce hanno scalfito questa bellezza e la salubrità del luogo.

Decine di cave vennero autorizzate per l’estrazione di ghiaia, alcune “ritombate” in fretta senza tanti controlli, altre chiuse parzialmente o totalmente con rifiuti speciali, altre ancora sono attualmente abbandonate ma aperte come “imbuti”, pronte a convogliare nelle falde acquifere le acque inquinate di superficie, che a ogni pioggia penetrano nel terreno. C’è poi l’attitudine ad autorizzare serre per semenzai destinati principalmente alla coltivazione del tabacco, altra coltura estremamente dannosa per l’ambiente. Queste serre, con le loro coperture fatte di teli di plastica, spiccano negativamente tra il verde.

Colle Plinio con i suoi scavi, che ormai versano in completo abbandono, ha sparsi nei campi le lamiere del capanno, dove gli archeologi tenevano gli attrezzi, e quelle che erano state poste a protezione dello scavo sotterraneo della cantina della fattoria pliniana.

Sono state tagliate una ventina di bellissime piante secolari del tipo pino domestico che ombreggiavano una piccola strada usata prevalentemente da chi fa passeggiate e da qualche rara auto.

Ora c’è una corsa a erigere antenne per la telefonia, forse in sostituzione delle piante abbattute. Impattano negativamente con il paesaggio, sono poste a poca distanza delle abitazioni, caso unico in Alta Valle del Tevere, e solo San Giustino ha questo primato.

Cellnex, che ha commissionato e subappaltato l’erezione dell’antenna, è il principale operatore europeo indipendente d’infrastrutture per telecomunicazioni e sembra aver trovato nel Comune di San Giustino il ventre molle della vallata. Non è infatti un caso se sta istallando ormai la terza antenna nel raggio di un chilometro, che oltre a rovinare il paesaggio pone seri interrogativi in ordine alla tutela della salute degli abitanti della zona. Quest’ultima antenna supera in altezza le altre due: posta a pochi metri di distanza dal paese di Lama assieme alla sua gemella, svetta come il pennone di una nave sopra le piante nate sul greto del rio Valdimonte. Alla sua base, durante i lavori di sterro per la sua erezione, sono venuti alla luce tracce di viabilità romana o medievale.

Sembra che solo l’ufficio tecnico del Comune che ha autorizzato il cantiere fosse a conoscenza dell’istallazione, naturalmente dopo l’Arpa e la Regione che non brillano certo per iniziative di tutela del paesaggio e della salute dei cittadini.

Per l’utilizzo che se ne farà vorrei solo ricordare che, tra l’altro, c’è un accordo tra Cellnex e Fastweb con il quale Cellnex mette a disposizione di Fastweb il suo portafoglio di torri nelle aree in cui Fastweb ha avviato le sperimentazioni del servizio 5G e la NON pericolosità dell’utilizzo della tecnologia 5G è ancora tutta da dimostrare. ◘

di Fazio Perla


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