Venerdì, 11 Ottobre 2024

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La mano pesante di Caesar

Siria. Le sanzioni impediscono di risollevarsi e di affrontare il Covid-19

silvia romano2

Nove anni di guerra brutale alla Siria, aggravati da pesanti sanzioni economiche, hanno prodotto i loro effetti sulla popolazione, e ora si è aggiunto anche il coronavirus che ha causato ulteriori vittime.

Nonostante il Segretario generale delle Nazioni Unite abbia chiesto una solidarietà globale per contrastare le implicazioni economiche e sociali prodotte dal Covid-19 e l'abolizione delle sanzioni imposte agli Stati per garantire loro accesso al cibo, alle forniture di base come test diagnostici per Covid-19 e al supporto medico, gli Stati Uniti si stanno impegnando per impedire tali aiuti alla Siria, considerata la loro principale nemica nell’area mediorientale. Tale politica, con cui si vuol portare al fallimento lo Stato siriano, ha ottenuto il risultato di aggravare l’instabilità interna, la sofferenza della popolazione, l’aumento dei rifugiati e la ripresa del terrorismo.

Le sanzioni rinnovate dall’Unione europea, in aggiunta all’entrata in vigore della legge americana Caesar del 17/06/2020 voluta da Trump per rendere più dure le sanzioni, rende il quadro ancora più complesso e difficile. Non essendo riusciti a piegare Assad militarmente, ora si tenta di farlo economicamente. Ma tali sanzioni ostacolano la ricostruzione del Paese impedendo agli Stati che hanno offerto aiuti concreti in settori strategici, come infrastrutture ed energia, di poter operare perché il loro aiuto sarebbe inteso come un tradimento dell’alleanza atlantica. Le sanzioni quindi vengono imposte, oltre che al governo siriano, a chiunque stabilisca relazioni commerciali con esso e fornisca beni, servizi e tecnologie. Così la gente continua a morire di fame, di malattia e di pandemia.

L’ occupazione americana è concentrata sulle aree di estrazione petrolifera e di gas, ed è finalizzata a proteggere gli interessi strategici di Israele nella regione.

Pure le truppe turche si comportano come occupanti, predando terre e prodotti agricoli. Sono stati divelti olivi di intere piantagioni a Effrin e a Idlib per poi essere trapiantati in Turchia. La presenza militare turca è in continuo aumento a Idlib, a sostegno delle numerose organizzazioni terroristiche ancora presenti in quell’area. Gli stessi terroristi vengono poi usati come mercenari in Libia e nel Mediterraneo contro la Grecia, Cipro e gli armeni per cacciarli dal Nagorno Karabakh, sotto gli occhi indifferenti del mondo intero.

La catastrofe sanitaria ed economica prodotta dal coronavirus potrebbe spingere definitivamente la Siria nell’abisso.

La società siriana sta resistendo, ma è necessaria un’azione costruttiva, di aiuto e di protezione a favore di quella parte attiva della società civile rimasta ancora in piedi per favorirne il rafforzamento, piuttosto che puntare all’indebolimento complessivo del Paese. E l’Europa può fare la differenza ora che il conflitto è entrato in una nuova fase.

Ma l’assassinio dello scienziato iraniano Mohsen FakhriZadeh aggrava ancora di più la situazione. Il "Sunday Times" ha scritto che l’assassinio è stato ordinato da Trump, facendo pressioni su Israele, che ha pianificato l’operazione con il suo servizio segreto: il Mossad. Lo stesso "Sunday Times" afferma ancora che nelle ultime settimane Israele ha subito forti pressioni da parte degli Stati Uniti affinché si mantenga alto il livello dello scontro con l’Iran, fino a quando Donald Trump rimarrà al potere.

E il fatto stesso che il direttore del Mossad, Yussi Kohen, sia stato presente all’incontro durante il G20 in Arabia Saudita con Netanyahu e il principe ereditario Mohammed bin Salman, insieme al Ministro degli esteri americano Mike Pompeo, depone a favore di questa tesi. Netanyahu, infatti, con il carico dei suoi problemi personali, sta conducendo una battaglia politica per la sua sopravvivenza, dirottando l’attenzione dell’opinione pubblica dagli affari interni alla minaccia esterna rappresentata dall’Iran. Così i conti di entrambi i “dittatori” tornano.

Dopo nove anni di guerra la situazione della Siria è tragica, la popolazione allo stremo e la pandemia si propaga incontrollata per l’impossibilità di usufruire dei presidi sanitari adeguati a causa delle sanzioni. Chi risponderà di tutto questo? La mano di Caesar è pesante, e non poteva essere trovato miglior nome alla ultima legge sulle sanzioni approvata dagli americani. ◘

di Nizar Nayef


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