Lunedì, 07 Ottobre 2024

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Il primo prete operaio

La grande periferia tifernate

silvia romano2

Nella carrellata di parroci che ci raccontano i propri quartieri arriviamo a dialogare con don Paolino Trani, che ha amministrato per oltre 40 anni la parrocchia di Riosecco, insieme a don Achille Rossi. Il suo arrivo, nel 1971, è stato frutto di una precisa scelta che si coniugava alla perfezione con il suo ruolo di “prete operaio”.

Gli chiediamo per prima cosa di descriverci il significato di questo status.

«Il prete operaio era quello che si interessava attivamente al mondo dei lavoratori, condividendone anche l’esperienza diretta; personalmente ho prestato servizio a tempo pieno, per un anno e mezzo, in una piccola falegnameria. Dopo questa breve esperienza ho continuato a rivolgere la mia attenzione a quel mondo, osservandone i cambiamenti, raccogliendone le testimonianze e promuovendo momenti importanti di condivisione. Specialmente nel periodo pasquale, oltre alle benedizioni, c’erano momenti di dialogo con gli operai. Riosecco, d’altra parte, si era sviluppato con la zona produttiva; negli anni '70 c’erano aziende di una certa consistenza e il movimento operaio viveva un fermento che rispecchiava quello del Paese. L’espansione della zona industriale ha cambiato anche la funzione della scuola materna parrocchiale, che in poco tempo si è trasformata nella scuola che accoglieva i figli dei lavoratori, svolgendo un servizio fondamentale per le donne lavoratrici e le famiglie. Si era anche costituito un comitato, aveva uno statuto interno, i genitori partecipavano alla vita della scuola».

Il quartiere come si è caratterizzato?

«Inizialmente era una frazione. La Zona industriale ne era un punto centrale; è ciò che distingue il quartiere dagli altri. Erano centinaia gli operai impiegati e questa situazione è durata fino al 2000, quando è iniziata la deindustrializzazione: alcune aziende hanno chiuso o si sono ridimensionate, la zona è divenuta prevalentemente commerciale.

operaio2L’espansione urbana e demografica era iniziata negli anni '80 e più recentemente con la realizzazione del cosiddetto “quartiere ecologico”, che accoglie 500 famiglie. Quartiere sul quale inizialmente sono gravati dei pregiudizi, per la presenza di stranieri nelle case popolari, ma dal punto di vista della sicurezza non presenta più problemi di altri. Semmai la sua pecca è quella di essere un quartiere dormitorio che si è integrato poco con il vecchio nucleo di Riosecco».

Demograficamente che andamento c’è stato negli anni?

«La popolazione è aumentata molto negli anni '70, ’80 e '90, poi è rimasta sostanzialmente stabile. Il calo della natalità si è fatto sentire negli ultimi anni, quando battesimi e funerali si sono equiparati, prima prevalevano le nascite. Ricordo la mia meraviglia quando, tra l’inizio di novembre dell’'89 e il 25 aprile del '90, non dovetti celebrare alcun funerale, mentre di battesimi ce n’erano ogni mese».

Quali sono i punti nevralgici del rione?

«Innanzitutto la piazzetta antistante la chiesa rappresenta un po’ il punto centrale del quartiere che, con la sua struttura frastagliata e la statale che lo taglia di netto, di fatto non ha uno spazio che può configurarsi come piazza.

La scuola materna, un doposcuola di grande valore, apprezzato in tutta la città, la parrocchia e la società rionale hanno permesso di conservare una certa vivacità al quartiere e del resto c’è un nucleo di abitanti storici che partecipa attivamente alle iniziative e che ha aggregato anche nuovi cittadini. Anche la scuola elementare è sempre stata un punto di riferimento e ha fornito un servizio di qualità per ragazzi e famiglie».

Ricorrenze o festività particolarmente sentite ce ne sono?

«C’è la festa rionale a fine giugno, che ormai è diventata un evento di vallata. La Festa della famiglia, nata dopo la tragedia che scosse il quartiere una quindicina di anni fa (la morte per incidente di un’intera famiglia), richiama gente dalla città. Un momento allegro è l’appuntamento annuale con la partenza e il ritorno dal campeggio dei ragazzi del doposcuola». ◘

Redazione


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