Un nazismo di ritorno

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silvia romano2

Il Covid 19 ha messo in ginocchio tutti gli Stati del mondo, ma ha anche permesso alla criminalità organizzata di prosperare con il traffico di droga, di armi e con l’espansione del terrorismo. L’aspetto più inquietante è la crescita del neonazismo all’interno della stessa Europa. Si tratta, spesso, di un malcontento e di una rabbia giovanile nata all’interno della ex DDR, che si è diffusa in tutta la Germania, sia all’Est che all’Ovest.

È nato così un estremismo di destra, eversivo e terroristico, dotato di una organizzazione paramilitare pronta a colpire in Germania e Austria, dotata di un armamento di tutto rispetto: in alcune abitazioni sono stati scoperti fucili, kalashnikov, granate, esplosivi, centomila proiettili ancora funzionanti. La polizia sa che la maggior parte delle armi vengono dai Balcani e in particolare dalla Croazia, dove c’è un traffico intenso tra spacciatori di droga e venditori di armi. Arrivano strani personaggi con valigie piene di soldi per foraggiare i gruppi neonazisti.

Il Ministero dell’Interno tedesco pensa che ci siano in Germania 32mila estremisti di destra, di cui 13mila “pericolosi” o in possesso di armi. Per questo il governo federale ha deciso di sciogliere tre gruppi neonazisti e un intero corpo di polizia è stato liquidato perché negli appartamenti dei militari c’erano cimeli nazisti e un arsenale di munizioni. È sorprendente che 550 ufficiali siano accusati di apologia del nazismo o abbiano fatto parte di gruppi di estrema destra.

Il discrimine tra attività politica e azione terroristica è molto labile. Siamo di fronte a movimenti di estrema destra che oggi hanno una legittimazione politica, che coinvolgono molti giovani e diversi insospettabili. Il neonazismo, prima di essere un movimento terroristico eversivo, è anzitutto un problema culturale. ◘

Redazione