Giovedì, 18 Aprile 2024

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La Famiglia contadina

Recensione

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Il Quaderno n. 19 pubblicato dall’Istituto di storia politica e sociale V. Gabriotti, dal titolo Il sudore della fronte. L’economia delle famiglie contadine nell’Alta Valle del Tevere nella prima metà del Novecento, propone una testimonianza molto interessante di Pier Giorgio Lignani basata sull’osservazione diretta dell’ autore.

L’angolo visuale è “essenzialmente il modello economico e il suo funzionamento” in un’area territoriale limitata e ben definita, la fascia collinare altotiberina, nel periodo 1951-1982, quando, dopo la fine della seconda guerra mondiale, cominciarono le trasformazioni epocali da una civiltà contadina a quella urbana. La Legge n. 283 del 1982 modificava la disciplina dei contratti agrari e sanciva definitivamente la fine della mezzadria.

Il testo è denso di riferimenti, che evidenziano l’ampia cultura dell’ autore, e tanti sono i punti di aggancio con la realtà storica, economica e sociale dell’ intero Paese, tanti i rimandi e le implicazioni, sottolineati anche nella seconda parte dell’ opera, contenente una selezione di scritti di Giulio Pierangeli sull’agricoltura altotiberina e le sue trasformazioni.

Ma la cosa più intrigante è che ogni lettore mediamente anziano, dai 60 anni in su, può ancora collegare i propri ricordi personali, avendo nella memoria i volti e le azioni di nonni e bisnonni. Se la famiglia d’origine era contadina emerge l’intreccio tra la campagna, fatta di paesetti e vocaboli, e la realtà urbana, il sofferto trasferimento in città, il passaggio da coltivatori o braccianti a operai, la faticata frequentazione della scuola, la meta agognata del posto fisso, da guadagnare magari ampliando la propria istruzione con il titolo di scuola media o scuola di avviamento, conquistato con i corsi serali, dopo una giornata di lavoro.

famiglia 3Capitolo dopo capitolo l’autore descrive quel mondo di “prima”, certo da un osservatorio privilegiato, comunque in sintonia con persone e cose, seppure di classe sociale diversa. La lettura di questo libro risveglia i nostri legami con il territorio, ripropone la riflessione sulla salvaguardia dell’ ambiente e suggerisce un’azione di ripensamento dei modelli di sviluppo per il futuro, partendo da ciò che siamo e abbiamo hic et nunc per progettare il mondo che verrà.

Ci servono cultura, ottimismo e fiducia nella forza della ragione! Far rivivere la “millenaria sapienza” di un mestiere, quello della famiglia contadina, mestiere non appreso dai libri, infinitamente prezioso, tanto che non basta una vita per recuperarlo per intero. Famiglia contadina, dedita al “coltivare” la terra: tutti sono coinvolti dai più piccoli ai vecchi, donne e uomini. Famiglia patriarcale, ma anche matriarcale: se ripenso ai miei nonni erano loro, le nonne, a orientare la vita domestica nel quotidiano, a intessere le relazioni da cui potevano gemmare le nuove famiglie, a custodire i valori secondo cui educare i figli: la forza del lavoro che ti rende autosufficiente, l’onestà e la dignità che ti viene dall’essere una brava persona, la generosità che ti fa condividere con chi ha bisogno il poco o il tanto che hai, lo spirito di accoglienza e la voglia di migliorare come esseri umani.

Occorre che i più giovani conoscano e valutino l’esperienza di chi oggi è approdato all’età della saggezza e imparino a coniugare passato e futuro, così da evitare i rischi del “ma non sapevo, non potevo immaginare!”. Non è così. Sappiamo e possiamo immaginare. ◘

di Rossella Mercati


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