Lettere in redazione
In questi difficili mesi l’impegno comune consiste nel contrastare la grande minaccia collettiva rappresentata dalla pandemia. La speranza è che la campagna vaccinale riesca a far uscire l’umanità da questo incubo. Anche Città di Castello è stata, purtroppo, contraddistinta da lutti e da molteplici situazioni di difficoltà economiche e sociali.
Le prime emergenze future riguarderanno la coesione sociale e la riprogettazione del modello di sviluppo. La pandemia ci ha insegnato l’importanza fondamentale della presenza di servizi sanitari pubblici e di servizi sociali vicini alle situazioni di disagio. I sistemi territoriali saranno valutati per l’attrattività data dal potenziamento delle reti e dei servizi che saranno in grado di fornire ai cittadini, al sistema produttivo e turistico. Sarà decisivo mettere a disposizione del tessuto economico la migliore progettazione per intercettare la programmazione dei fondi del Recovery Plan per rilanciare l’occupazione e l’economia. Ci sono attività che sono riuscite a resistere, alcune con soluzioni all’avanguardia, ma vi sono pure molteplici situazioni di grave difficoltà. Sarà fondamentale promuovere e valorizzaare il territorio nel suo insieme. La digitalizzazione, le reti telematiche e l’accesso alle nuove tecnologie sono un fattore decisivo di sviluppo, di accesso all’istruzione; contribuiscono a creare una pubblica amministrazione più semplice e veloce, a riorganizzare delle modalità di lavoro. L’accesso alle stesse dovrà essere garantito a tutti. Anche l’edilizia dovrà tenere in considerazione la necessità di avere spazi di lavoro/studio da remoto. Si dovranno potenziare cura e assistenza alla popolazione più fragile e anziana attraverso attività domiciliari e strutture dedicate (casa della salute).
Allo stesso modo si dovrà investire per il futuro, con scuole sempre più sicure, dotate di tecnologie, attrezzature e spazi verdi. Andranno costruiti progetti locali di accesso al mercato del lavoro e nuovi fabbisogni professionali correlati con gli indirizzi formativi. Dovranno essere realizzati percorsi di reinserimento dei cittadini disoccupati e percettori di sussidi. Sarà necessario valorizzare il patrimonio di risorse umane nella cultura, nella riappropriazione di una nuova socialità con nuovi luoghi di creatività e di incontro. Occorre ripensare la logistica ed andranno incentivati i progetti legati alla green economy. Il tutto rendendo attuale la funzione storica strategica di cerniera territoriale che Città di Castello e l’Altotevere hanno sempre avuto.
A livello cittadino si concludono i dieci anni dell’amministrazione Bacchetta, un Sindaco eletto con grande consenso e che non sarà nuovamente candidabile: in questa fase (in cui si sono anche manifestate importanti difficoltà politiche) è necessario un contributo generale delle forze progressite a mettere da parte le rendite di posizione per favorire la nascita di una nuova alleanza e di una nuova stagione.
Nel 2016 l’Italia era governata da Gentiloni, la Regione dal centrosinistra, a Città di Castello il centrodestra otteneva il 29% (quasi preistoria visto che alle Regionali del 2019 ha poi raggiunto il 58%). Ogni forza politica deve fare un bilancio delle attività svolte in Consiglio comunale, per capire ciò che è stato fatto, ciò che non lo è stato e ciò che poteva essere, ma sarebbe oggi riduttivo attivare un dibattito politico sul futuro basato sui temi della continuità o della discontinuità amministrativa: si chiude una fase e se ne deve aprire necessariamente un’altra, in un contesto storico e politico profondamente e drammaticamente diverso.
Risulta necessario attivare una nuova proposta politica, culturale e sociale mettendo insieme, attorno a una nuova idea di città, le differenti esperienze politiche, civiche, sociali ed ambientaliste. Senza unità dei progressisti, con PD, Socialisti, Sinistra, forze riformiste, ambientaliste e civiche, Castello Cambia e il Movimento 5 stelle (con il quale viene condivisa l’esperienza di governo nazionale - di cui fanno parte le tifernati Anna Ascani del PD e Laura Agea del Movimento 5 stelle – e l’attività di opposizione in Consiglio regionale) la partita potrebbe essere difficilmente contendibile.
Il PD deve sentire la forte responsabilità di forza aggregatrice, pensando ai tanti cittadini che non vogliono una pericolosa deriva populista di estrema destra: non possiamo permetterci una visione all’indietro del futuro della città, né le divisioni del passato. L’unità politica non basta per vincere questa sfida: occorre ascoltare le difficoltà delle persone e farsi interpreti di istanze di rinnovamento profondo. La pandemia ha aggravato problematiche precedenti, legate a un progressivo esaurimento di tradizionali settori produttivi e a classi dirigenti rimaste ancorate a una idea conservatrice di sviluppo del territorio, senza una visione del futuro.
La situazione attuale impone una nuova proposta autorevole e concretamente capace di affrontare le difficoltà, la messa in sicurezza del sistema sanitario e sociale e la capacità di cogliere, con una sforzo ideativo moderno, le opportunità del Recovery Plan. Si tratta di aprire le porte a una nuova idea della città e del territorio, ad “Un’Altra Città di Castello”, andando a impegnare una nuova classe dirigente, presente nella vita cittadina, ma spesso invisibile per mancanza di volontà di partecipazione o di coinvolgimento. Sono energie che, come avvenne nel dopoguerra, devono essere messe a disposizione della rigenerazione cittadina.
Un insieme di cittadini che con “coraggio e gentilezza” - citando l’ultimo libro di Carofiglio - diano un contributo diretto a fare in modo che il nostro territorio possa rialzarsi e ripartire al più presto.
Christian Biagini
Esperto in politiche per il lavoro – Commissario provinciale del Partito Democratico di Perugia