L'economia di Francesco

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Dossier

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«Se volete aiutare i poveri, studiate i ricchi!». Con questa battuta fulminante l’economista statunitense Susan George sintetizza il nocciolo del sistema economico dominante, fondato sul profitto e sulla finanza, che controlla gli elementi essenziali della vita umana: il cibo, l’acqua, la salute, i vaccini. Secondo il verbo neoliberista tutto diventa merce, secondo le regole di un mercato liberalizzato e deregolamentato, a dispetto delle leggi dell’amore e della salute dell’umanità.

C’è voluta l’intuizione di papa Francesco per ricordarci che il sistema attuale è destinato alla dissoluzione, se non imbocchiamo un altro sentiero. Sembra che le élite mondiali, imbevute di neoliberismo, si aggrappino ai loro privilegi come l’ostrica allo scoglio e, tutt’al più, si dedichino alla carità piuttosto che alla giustizia.

Per questo il Papa ha invitato duemila giovani economisti ad Assisi, a riflettere e a elaborare un nuovo modello economico che metta al centro la relazione più che la produzione. Si respira un clima di cambiamento, e non è un caso che le parole chiave dell’incontro siano state: disuguaglianze, ambiente, parità di genere, diritti umani. È una rete di esperienze concrete che possono diffondersi nei vari territori producendo società più umane. La trasformazione è necessaria e dobbiamo farla tutti insieme.

Il diritto universale alla salute può essere realizzato abolendo la privatizzazione del sistema sanitario e sui brevetti dei medicinali e dei vaccini. Anche l’acqua ha subìto la stessa sorte: se ne sono impadroniti i poteri dominanti e l’hanno trasformata in un bene finanziario.

C’è da sperare che i nuovi economisti, sulla spinta di Francesco, superino il capitalismo neoliberista che ha saccheggiato il mondo a vantaggio di pochi privilegiati e recuperino la salute, l’ambiente e il benessere, per il bene di tutti.

A cura di Achille Rossi