Con gli occhi di Alice
Ma siamo sicuri che Paolo Borsellino, se potesse dire la sua, sarebbe contento di stare appiccicato in stampa-mascherina sul faccione villoso di Matteo Salvini? Personalmente ne dubito fortemente, come dicevano gli antichi. Che ci azzecca Borsellino con Salvini? Non mi dica il capo della Lega che il magistrato siciliano era notoriamente un simpatizzante di destra! Di quale destra stiamo parlando? La destra vagheggiata da Borsellino era “probabilmente” quella liberale e antifascista, che ha fra i suoi fondamenti un forte senso dello Stato e delle istituzioni, il rispetto delle leggi, il laicismo e poi una certa sobrietà, una costumatezza… (si puo dire?). Del resto di quella destra erede di Camillo Benso (Cavour) e di Benedetto Croce, da decenni ormai non se ne vede l’ombra! Nel 2008 Gianfranco Fini, allora Presidente della Camera, tentò in un memorabile discorso di dare corpo e voce anche in Italia a una destra antifascista, ma i suoi non lo seguirono e… sappiamo come è finita la sua carriera politica. E anche il Silvio nazionale, che si autoproclama moderato (?), liberale, europeista e possibile futuro portatore di un “buon governo” (?) nonostante la facciata restaurata di saggio ultraottantenne, una specie inedita di padre nobile mai vista prima, non riesce a farci dimenticare le marachelle che ha combinato.
Associare la destra di Borsellino alla destra di Salvini, il quale piuttosto va (andava) a braccetto spavaldamente con Donald Trump, Viktor Orban e perfino con Vladimir Putin… è leggermente imbarazzante. Dobbiamo ricordare i cori da stadio contro i napoletani a Pontida e quelli ancor più sgangherati in Parlamento, dove abbiamo visto perfino lo sventolio di un cappio? Le strizzatine d’occhio a Casa Pound, i rosari in piazza? I 49 milioni di euro, “spariti”, polverizzati fra i sapienti labirinti dell’amministrazione leghista?
E poi, a proposito di certe discendenze, in mancanza di dati certi (il valente Borsellino è stato tirato per la giacca fin troppo in questi 23 anni dalla sua morte), nutrire uno scrupolo, un dovuto riguardo potrebbe essere opportuno. Nel dubbio non oserei rischiare di appropriarmi nemmeno lontanamente dell’eredità morale e civile di un uomo che si è guadagnato l’onore con una carriera esemplare di servitore dello Stato, per il quale ha dato la vita.
Ma potrebbe Matteo Salvini perdere una tale facile occasione per farsi propaganda a buonissimo mercato, apparentandosi con un maggiore di lui così popolare e beneamato? Dopo le felpe, le t-shirt, le divise militari, il casco da vigile del fuoco, la versione desnudo… (“sono uno di voi in ogni causa e in ogni luogo”), l’abbigliamento del populista in tempo di pandemia richiede un aggiornamento: la mascherina più di “destra popolare” che si può. ◘
di Matilde Mariotti