Città di Castello ambiente. L’allevamento intensivo di Petrelle svela una sorpresa dietro l’altra
“Secondo te dove andrebbe costruito un allevamento di polli, al centro storico?”. Con questa domanda più che retorica un politico locale stava cercando di troncare il nostro dialogo sul ”gallinaio” di Energala a Petrelle. Non potevo crederci, ma si sa, i politici hanno visioni (in senso buono eh), vedono così lontano che a noi comuni cittadini non resta che fissare la punta del dito mentre loro già hanno messo casa su Marte. I politici devono fare scelte difficili, scelte che spesso confondono i cittadini, li destabilizzano, salvo poi capirne gli effetti più avanti. Ma a tempo debito, statene certi, gliene saremo grati. La storia ce lo insegna. Possiamo fidarci.
E allora fidiamoci anche in questo caso. Perché mai dovremmo pensare preventivamente che un allevamento di circa 30.000 polli sia dannoso? Intanto facciamolo partire, facciamo girare l’economia, lasciamolo inquinare, distruggere l’incanto paesaggistico di una valle, il valore delle case, lasciamo che incida negativamente sulla salute degli abitanti... ah, gli abitanti! Certo. Come si fa con loro, ora che hanno acceso i riflettori su una faccenda che doveva passare inosservata? Bene, basta fare qualche riunione in commissione, dicendo che questa cosa non s’ha da fare, ribadire la promessa di fare il possibile e questo basterà, per poter dire, a cose fatte, che ci hanno provato con tutte le forze, ma, con grosso rammarico, non sono riusciti a fermare il progetto.
Quindi se ce ne sarà bisogno, poi, ma solo poi, si correrà ai ripari, bonificando, curando, sanificando, oppure non facendo proprio nulla. Non è così che si fa? E di colpevoli, di responsabili, non se ne parlerà affatto. Dei politici che hanno avallato un progetto disastroso già sulla carta neanche l’ombra, perché nel frattempo i politici saranno cambiati o comunque, seppure gli stessi, avranno rimescolato il mazzo, e dunque nessuno sarà responsabile dei problemi causati. Anche di questo possiamo fidarci, ce lo insegna la Storia.
Per quanto riguarda il binomio Petrelle/allevamenti, è proprio la Storia a raccontare che quello di Energala non sarebbe un exploit, ma una escalation. Seguendo la vicenda, abbiamo già accennato alla presenza di altri allevamenti avicoli in zona. Allevamenti di minor entità numerica, di cui il pollificio di Energala, con i suoi circa 30.000 “cadetti”, diventerebbe l’ammiraglia della flotta. Dunque uno più uno meno, che differenza vuoi che faccia, giusto?
Giorni fa, in seguito a una segnalazione, una pattuglia della polizia municipale ha effettuato dei rilievi in un allevamento avicolo confinante con la dimora storica del Castello Bourbon di Petrella e distante appena qualche centinaio di metri dal sito dove dovrebbe sorgere il mega allevamento di Energala. All’ingresso del pollificio c’erano alcuni cittadini. Il problema è sorto quando il proprietario dell’allevamento ha deciso di aprire i capannoni per far razzolare gli animali all’aperto, e il cattivo odore e il frastuono hanno invaso tutto il circondato. «Non ci si capisce nulla» dice il proprietario dell’allevamento: «prima si può, poi non va più bene far uscire i polli: pensavo di farlo per il loro bene». Ma lei non è il titolare? Non dovrebbe dunque conoscere quali sono le cose che può e deve fare e quali no? I cittadini, fino alla fuoriuscita dei polli per il razzolamento, credevano che quello fosse un allevamento da due o tremila capi al massimo, ma, è sempre il titolare a chiarire, nel suo allevamento ci sono 7.000 faraone e 10.000 polli per un totale di 17.000 capi. Sempre il titolare, che, a differenza di Energala, si è mostrato, almeno per un tratto della conversazione, cordiale e disponibile, ci ha chiarito che fino a due anni fa vendeva il suo pollame a Fileni e che, in virtù di questo accordo commerciale, ha dovuto acquisire tutte le certificazioni Bio e apportare diverse modifiche alle strutture dell’allevamento. Ha poi aggiunto, in merito al razzolamento dei polli, che se dà fastidio alla popolazione, non li farà più razzolare all’aperto, certamente per una questione di buon vicinato, ma preminentemente, crediamo, per una questione di omertà: io non disturbo voi, voi non disturbate me. Infine, a chi chiedeva cortesemente un contatto telefonico, il titolare, con un bel sorriso, ma molto meno cordialmente, ha proposto non il suo numero ma quello del suo avvocato. Ora i rilevamenti effettuati dai vigili saranno trasmessi ad altri, che a loro volta li trasmetteranno ad altri, che a loro volta li trasmetteranno ad altri. Non sarebbe stato meglio intervenissero subito figure competenti in materia? Sicuramente sarà tutto in regola, ma è d’obbligo che le autorità competenti facciano chiarezza sulla situazione degli allevamenti a Petrelle, che via via si va facendo sempre più complicata e sta svelando situazioni finora rimaste nell’ombra. ◘
Di Andrea Cardellini