Regione. Se l’opposizione alla Tesei (Lega) la fa Zaffini (F.lli d’Italia)
Nulla di sconvolgente in ciò che sta accadendo in Umbria, dove un senatore di F. d’Italia (Zaffini), spalleggiato (più blandamente) dai seguaci umbri, da tempo non risparmia attacchi e critiche alla Presidente di Destra della Regione umbra.
Il senatore rimprovera alla Giunta regionale poca efficienza e determinazione in particolare rispetto alla gestione della pandemia, che evidentemente in Umbria va peggio che nelle altre Regioni, accusandola di “dormicchiare”, mentre servirebbe tutto il dinamismo possibile per fronteggiare l’emergenza e segnare, proprio sul piano dell’efficienza, la differenza con una Sinistra che è stata mandata a casa dagli umbri perché non ne potevano più di tatticismi e traccheggiamenti.
Il destro-senatore, in particolare, sembra calcare la mano sulla gestione “straniera” della sanità, puntando il dito sull’Assessore veneto Coletto e il suo seguito di figure apicali, incapaci, a suo dire, di gestire la macchina sanitaria per deficit di conoscenza dello strumento e del territorio. Anche se l’attacco in questione potrebbe essere considerato l’ennesimo tentativo di strappare qualche presidenza o qualche incarico a favore degli amici.
La cosa che alla fine desta stupore, per determinazione e toni accesi, è l’attacco di un alleato della Presidente della Regione, seppur poco spalleggiato dai membri del Consiglio e dal Presidente del Consiglio stesso, che sulla vicenda tiene un profilo più prudente e più “istituzionale”.
Il senatore Zaffini, pur essendo un personaggio guasconesco e dai modi diretti, se ha deciso questo comportamento avrà sicuramente validi motivi “politici”, speriamo.
La questione, pur partendo da Destra, non può non chiamare in causa la Sinistra, dove l’inconsistenza dell’opposizione, che si limita a rintuzzare la crisi sanitaria con minore determinazione della Destra, finisce per consegnare l’intero campo politico alla Destra stessa, che in mancanza di un avversario all’altezza, si fa governo e opposizione.
La vicenda, se ve ne fosse bisogno, mette ancora più in evidenza la pochezza del Centro Sinistra, che così perde definitivamente il ruolo di già “mite oppositore se non di propositore come più volte dichiarato da alcuni”, risultato e sommatoria di errori clamorosi e di opportunismo.
Le elezioni regionali del 2019 erano già segnate da queste volontà distruttive, e sarebbe utile in questo momento una riflessione sulla perdita del patrimonio della Sinistra umbra. Ma la sua classe dirigente, come purtroppo ha dimostrato la sconfitta di Perugia, è dispersa in una serie di bande che si fanno guerra l’un l’altra. Il risultato è una opposizione concentrata unicamente sulla ricerca del consenso e sul mantenimento di rendite e di privilegi, incapace di analisi o di fare battaglie politiche serie, e disinteressata a qualsiasi dibattito o confronto vero (anche il commissariamento della Sanità è stato promosso da singoli cittadini).
Difficile dire da chi e come possa rinascere un dialogo, un confronto che possa andare oltre l’orizzonte temporale dell’attuale opportunismo dominante.
L’occasione potrebbe essere il congresso del PD, che in quanto forza prevalente e condizionante le sorti della Sinistra umbra, potrebbe provare, se ne avesse veramente la volontà, a realizzare quanto promesso al movimento delle sardine dopo lo scampato pericolo dell’Emilia Romagna, quel “tutta un’altra storia” che avrebbe dovuto aprirsi a nuove esperienze e soggetti sociali attivi nel territorio e in politica.
Purtroppo, la fretta di eleggere il Segretario e il gruppo dirigente non va in questa direzione. La storia sembra ripetersi: chi gestisce il potere, anche dall’opposizione, non ha nessuna intenzione di mettersi in discussione, di aprirsi davvero alla società civile, di tornare nelle periferie, alle sedi territoriali, di riscoprire i temi del lavoro, del reddito, del welfare, tutte materie scivolose che è meglio evitare per non rischiare, e continuare a occuparsi di Sanità rincorrendo le mancanze degli altri.
Zaffini non è una vera opposizione e la Sinistra, per quanto ricordato e per le responsabilità pregresse (segnata da continui scandali, sanitopoli, appaltopoli, concorsopoli), non c’è e non potrà esserci, per mancanza di classe dirigente credibile, di responsabilità, di legame sociale con i ceti del lavoro e con quelli popolari segnati dalle diseguaglianze e dalla marginalità, e con dei giovani condannati alla precarietà e senza più pari opportunità di partenza.
Alla Destra non rimane altro da fare che occupare tutto il campo e a Zaffini farsi oppositore di se stesso; nulla di cui stupirsi. Mentre a Sinistra il problema è ciò che non fa la Sinistra. ◘
Di Ulderico Sbarra