Quando ci lascia una persona con la quale hai condiviso una parte importate della tua esistenza, e delle scelte a essa legate, il rischio di ricordarlo è di cadere nella retorica e nella compassione fini a se stesse.
E questo è proprio ciò che Alvaro (Gragnoli) rifiutava. Spirito critico e di acuta intelligenza, indagatore di tutti gli aspetti della vita, mai piegato alle facili risposte e alle mezze verità, aveva nell’animo il naturale scavo in profondità, e per questo, alle volte, risultava pressante nelle sue richieste. Praticava, infatti, l’esercizio del dubbio che la sua cultura repubblicana favoriva e che lo sollecitava all’impegno civile, nel quale si incrociarono le nostre vite (nella nostra associazione Umbertide cambia e nella fondazione del giornale Informazione locale). Il suo impegno civico si è dapprima realizzato con la carica di Consigliere comunale a San Giustino per i repubblicani, nonché è stato candidato al Senato per lo stesso partito.
Uguale impegno civico ha messo nella sua professione, coltivata con senso di responsabilità ed etica pubblica. Solo un esempio per confermare questo approccio comunitario: svolgendo la sua funzione di capostazione a Trestina, si è prodigato per rendere sostenibile e vivibile quel luogo con la piantumazione di alberi, ora rigogliosi, che lo rendevano orgoglioso. L’impegno militante civico lo ha espresso anche nel mondo culturale. Con ricerche personali e di gruppo ha costantemente vivificato la ricostruzione della memoria storica: dal recupero dei mulini medievali nel nostro territorio, alla conoscenza di mestieri storici non più attuali (il calzolaio), alla conservazione della memoria storica resistenziale. Ancora: ha trovato in questo giornale una sua affinità: scavando oltre la superficie della cronaca ha contribuito a far crescere, come corrispondente da Umbertide, l’altrapagina che sentiva come una voce di impegno e di critica sociale.
Del resto, attento e sensibile ai problemi dei più deboli (disabili, anziani, poveri), Alvaro si è sempre impegnato, senza mai mostrarlo pubblicamente – come il vero benefattore deve fare – nel sociale e in molte associazioni di volontariato. Per lui prima venivano i doveri, poi i diritti. Da repubblicano, appunto. Del resto, aveva caro il concetto di città e di civismo, incarnato secondo lui nella figura di Pericle. Per questo vogliamo congedarci con l’ultimo saluto (forse facendogli cosa gradita), in piedi e con la schiena dritta come Alvaro ci ha insegnato, ricordando l’Orazione funebre proprio di Pericle.
di Gianni Codovini, Umbertide cambia