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Questione di paesaggismo

Rubrica Verdario
96 annii altrapagina aprile 2021

È tipico degli appassionati scegliere piante di qualità senza conoscerne le caratteristiche e le esigenze, ma non è un comportamento che riguarda i professionisti del verde, consapevoli che ogni pianta influisce sul progetto e sulla sua realizzazione.

La conoscenza approfondita della flora autoctona e di tutti i suoi ambienti e della natura del terreno consente al paesaggista di giocare sugli accostamenti di alberi, arbusti ed erbacee perenni, di ottenere lo stesso effetto armonico proprio del paesaggio naturale  e lo stesso equilibrio che serve allo sviluppo delle piante. Analogo discorso vale per la scelta dei materiali che va orientata sull’impiego delle risorse locali, affinché il giardino diventi parte integrante del paesaggio che lo contiene.

La nostra flora mediterranea, che vanta il maggior numero di specie erbacee ed arboree al mondo, presenta una serie di ambienti caratterizzati da propri climi, terreni e territori: xerofilo, mesofilo, igrofilo, termofilo, alofilo e psammofilo.

L’ambiente xerofilo, dominante nel bacino del Mediterraneo, comprende i terreni aridi, poveri ed asciutti che vanno dalla costa, con le “falesie a mare”, alle zone montane con i relativi climi ed esposizioni.

L’ambiente mesofilo è proprio dei terreni più freschi e più ricchi di sostanza organica dove possono svilupparsi boschi in quota (oltre gli 800 mt s.l.m.) con alberi come il carpino bianco, il faggio e il castagno. È un ambiente che comprende le fasce collinari, pre-montane e montane. Vicino ai corsi d’acqua invece crescono i  boschi igrofili, mentre in aree mantenute dall’uomo, dove domina la roverella, prevale l’ambiente termofilo.

Gli ambienti psammofilo e alofilo hanno in comune piante resistenti alla salsedine  e ai venti provenienti dal mare, con terreni sabbiosi nel primo caso e aridi e rocciosi nel secondo. Due piante simboliche che popolano queste aree del Mediterraneo, sono il crithmo marittimo, o volgarmente finocchio marino, una pianta sia psammofila che alofila perché cresce in entrambi i terreni, e la ginestra, che abita sia l’ambiente xerofilo che quello alofilo, dalla costa alla fascia sub-appeninica pre-montana.

Nozioni così tecniche sono importanti non solo per i professionisti, ma anche per i vivaisti, che devono saper consigliare ai propri clienti le piante adatte,  in grado di sopravvivere nei giardini, ma anche di armonizzarsi nel territorio e nel paesaggio.

Per concludere, la conoscenza della flora e dei suoi ambienti consente al progettista e giardiniere paesaggista di ottenere un verde che diventi parte integrante del territorio e del paesaggio, verde che nella sua specificità è anche eco-sostenibile. ◘

di Aurelio Borgacci


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