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Storie di donne tra '500 e '600

ARTE di Maria Sensi - Le signore dell’arte/ Terza parte
96 annii altrapagina aprile 2021

Il nostro precedente articolo terminava con una suora pittrice fiorentina; oggi vorremmo iniziare con la piemontese Orsola Maddalena Caccia (Moncalvo, 1596-1676), figlia del pittore Guglielmo Caccia, il quale l’obbligò, assieme alle tre sorelle, a entrare in convento. Nelle opere eseguite per numerose chiese (non solo piemontesi), Orsola ripeté temi devozionali già trattati dal padre. Ella ebbe successo anche presso la famiglia dei Savoia, ma le fonti settecentesche, in campo pittorico, ebbero tendenza a preferirle la sorella Francesca. I primi dipinti attribuiti a Orsola (su un catalogo di oltre cento) sono l’Immacolata della parrocchiale di Rosazza, la Madonna col Bambino dormiente della parrocchiale di Bianzè e una Natività in Palazzo Bianco a Genova. I soggetti da lei affrescati riprendono le idee tipiche del padre e sono collocabili cronologicamente tra il 1615 e il 1620.

Lucrina Fetti (Roma, 1600 c. - Mantova, 1651) è stata un’altra suora pittrice. Quando giunse a Mantova nel 1614 al seguito del fratello Domenico Fetti, chiamato dai Gonzaga quale pittore di corte, aveva già appreso l’arte pittorica nella bottega romana del padre Pietro. Divenne monaca, abbandonando il nome di Giustina per quello di Lucrina, entrando nel monastero di Sant’Orsola, istituzione religiosa fortemente voluta da Margherita Gonzaga. Le opere di Lucrina, esposte nel convento e nella chiesa di Sant’Orsola, presentano temi religiosi, ma ella eccelse anche nella ritrattistica, tant’è che negli appartamenti privati di Margherita Gonzaga erano esposti sette dipinti aventi per soggetto la stessa Margherita e altre donne della famiglia Gonzaga eseguiti dalla Fetti.

Nel 1600 nacque anche un’altra grande pittrice, questa volta ad Ascoli Piceno (probabilmente da famiglia veneziana): Giovanna Garzoni, che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma. Palazzo Reale a Milano ora espone sue rare e preziose pergamene. La Garzoni, pure miniaturista, fu incline all’arte fin da giovanissima e prima dei trent’anni soggiornò a Venezia (le Gallerie dell’Accademia conservano un suo Ritratto di S. Andrea). Nella città lagunare si dedicò alla calligrafia studiando con Giacomo Rogni e poi partì per Napoli, dove, tra il 1630 e il 1631, fu protetta dal Viceré Fernando Afán de Ribera y Enríquez. A quegli anni risale il rapporto epistolare intrattenuto con il collezionista e connaisseur Cassiano dal Pozzo. Dopo la corte napoletana, fu la volta di quella torinese, dove dipinse ritratti miniati su pergamena dei membri di Casa Savoia. Le nature morte create in questo periodo risentono dell’influenza della pittura lombarda e di un’altra egregia artista, la milanese Fede Galizia (1578-1630), presente in mostra a Palazzo Reale con Giuditta con la testa di Oloferne, un olio su tela del 1601.

Fede, figlia del pittore miniaturista trentino Nunzio Galizia, iniziò a lavorare nella bottega paterna all’età di 12 anni, impratichendosi anche nell’incisione e nella miniatura. La sua prima opera a noi nota è il ritratto inciso di Gherardo Borgogni, per le edizioni del 1592 e del 1593 di due raccolte di rime. In vari musei (anche milanesi) sono visibili quadri di Fede con ritratti, scene religiose e nature morte.

Ma torniamo ai viaggi della Garzoni. Alla morte di Vittorio Amedeo I di Savoia, Giovanna lasciò Torino e, dopo una permanenza all’estero, si stabilì a Firenze (1642-1651), dove lavorò per Ferdinando II de’ Medici e la moglie Vittoria della Rovere. Infine fu a Roma, entrando a far parte dell’Accademia di San Luca, cui lasciò per testamento disegni, stampe e tutti i suoi beni. Morì nella città eterna nel 1670: gli Accademici, riconoscenti, fecero erigere in suo onore un monumento funebre nella chiesa dei Santi Luca e Martina (il santo protettore dei pittori è l’evangelista Luca che, secondo la tradizione, fece un ritratto alla Madonna). Da notare che della prestigiosa Accademia fecero parte, oltre la Garzoni, anche Anna Maria Vaiani, Virginia Vezzi, Plautilla Bricci, Elisabetta Sirani, Diana Scultori e Maddalena Corvina, delle quali parleremo la prossima volta. ◘

di Maria Sensi


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