Gi e ní

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E sia poesia - A cura di GIO2

silvia romano2

Nessun libro è lo stesso libro per tutti i lettori, soprattutto se è un libro bello, della bellezza multiforme che possono avere i libri, perché ciascuno, leggendolo, privilegia il profilo in cui più si riconosce.

Un libro è bello quando sorprende, emoziona, insegna; quando conduce di soprassalto in mezzo a ricordi che si credevano custoditi in un fondo inaccessibile; quando scardina pregiudizi coltivati come convinzioni.

gí e ní, la quinta raccolta di Ombretta Ciurnelli, ha prodotto in me tutto questo e perciò lo considero un libro bello. Di più: un libro esemplare, per l’equilibrio raggiunto tra l’eleganza formale e l’intensità del vissuto raccontato, per la cura con cui è perseguita la perfetta specularità tra il testo in dialetto e quello in lingua e per la raffinata semplicità del dire poetico, che non umilia il lettore frustrando i suoi tentativi di interpretazione.

Condivido con l’Autrice il luogo di nascita e la conoscenza del ruvido dialetto che vi si parla e che io ho relegato, però, in un angolo come lingua dei pensieri segreti e repertorio di coloriture incisive, negandone di fatto la dignità di strumento per la produzione letteraria.

Ombretta Ciurnelli, declinando in ciascuno dei ventiquattro testi della raccolta la ricchezza di significati che un’espressione ricorrente nel nostro dialetto – appunto gí e ní – può avere, mi ha mostrato l’errore: le parole in dialetto che per prime abbiamo imparato, raccogliendole sulle labbra di chi altre non ne possedeva, sono la forma originaria del nostro essere al mondo e tentarne la rimozione sostituendole con quelle mutuate dai libri e da parlanti di altra estrazione sociale rispetto alla nostra è una violenza inflitta all’identità che abbiamo.

Questo insegna – mi insegna – la coltissima studiosa umbra di letteratura dialettale, e lo fa senza pedanteria, anzi, con la dolcezza di chi sa che, se una forma dev’essere duttile per rendere pienamente percettibile il suo contenuto, nessuna può esserlo di più di quella da cui la nostra appropriazione della realtà è cominciata. ◘

2gi e ni altrapagina mese maggio 2021

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura di Rita Imperatori