Sport - cultura - ambiente. Intervista a Benedetta Rossi
Piacevolmente incuriosito mi faccio avanti per intervistare la dottoressa in Scienze Motorie Benedetta Rossi. Proprio in questo mese di maggio 2021 per i tipi de l’altrapagina arriva in libreria il suo Una guida di emozioni.
Da una intensa attività che ha visto misurarti in varie discipline sportive (calcio, nuoto, atletica, ciclismo) sboccia adesso una nuova passione, quella della scrittura? Raccontaci come nasce questo libro.
«Sono sempre stata un’appassionata di sport e allo stesso tempo segretamente attratta dalla scrittura. L’idea del libro è nata con l’intenzione di rendere pubblico ciò che lo sport, la natura, l’avventura e la voglia di conoscere sanno trasmettere. Ho voluto raccontare come lo sport non sia solo competizione (nonostante nelle gare agonistiche lo sia molto), ma può essere un mezzo fantastico per scoprire il nostro mondo e ora, con la pandemia, anche per riscoprire la nostra bellissima Italia. Ma è stata anche un po’ la voglia di mettermi in gioco e far conoscere a tutti quello che a me rende viva».
Quali sono i suggerimenti che ti senti di proporre ai tanti cicloamatori?
«La bici è un mezzo fantastico: ammirate quello che vi circonda senza pensare solo alla velocità, testate i vostri limiti in maniera consapevole e godetevi il panorama conquistato sui pedali.
Lo sport, come quindi anche la bici, crea legami fantastici sia con altre persone che con l’ambiente. Credo che ognuno di noi abbia bisogno di respirare un po’ di ossigeno, evadendo dal caos quotidiano».
Questa “guida di emozioni” a quali lettori si rivolge in particolare? Qual è il viaggio, tra i tanti da te fatti, che ti ha emozionato in modo particolare?
«Il libro è rivolto a tutti coloro che sono amanti dello sport e della scoperta. Ma allo stesso tempo spero di attrarre l’attenzione di persone meno avvezze a questo tipo di vacanza, di incuriosirle e di stimolare la voglia di conoscere. Basta un po’ di spirito di adattamento e la consapevolezza che gli imprevisti non sono qualcosa di negativo, ma possono migliorare la vacanza.
Ricordo con grande emozione il mio viaggio in Trentino Alto Adige, riportato nel libro al giorno “22 agosto”; è quello in cui la mia tenacia ha avuto la meglio sulla stanchezza e mi ha dato un gran senso di gioia. Ovviamente ogni tappa citata nel libro ha avuto un alone di magia, ma non vi svelo altro! Il mio primo vero viaggio in bici, invece, è stato nel 2018, in Germania, e come iniziazione di tutto lo porterò sempre nel cuore».
Nell’esperienza che racconti chi suda con te in salita? Chi insieme a te si lancia nelle discese? Chi ti aiuta a fare attenzione alle difficoltà dei percorsi?
«Michele, mio compagno di viaggio ma soprattutto compagno nella vita, è stato un fedele sostegno. Insieme abbiamo affrontato ogni singola salita, ogni chilometro, ogni imprevisto e ogni conquista.
La sua compagnia ha reso il tutto perfetto. Il sentimento ci ha legati nel momento più facile e in quello più difficile, in salita e in discesa, con il sole e con la pioggia: insomma il compagno giusto in un “viaggio” che spero duri tutta la vita».
Con questa considerazione Benedetta conclude la breve intervista. Posso dire di averla vista crescere, letteralmente, con questo giornale. Quante volte, e quante sere, entrava nella stanza dove io e il babbo Enzo stavamo lavorando al numero che il giorno dopo andava spedito in tipografia, per gettargli le mani al collo e sbaciucchiarlo. E mamma Marcella che dalla cucina raccomandava “Benedetta non disturbare, stanno lavorando!”.
Eccola spiegata tutta la mia piacevolissima curiosità per questo libro freschissimo di stampa e la sua autrice. Più volte mi è capitato di ricordare che Enzo Rossi, direttore e fondatore di questo giornale, avvenuta la consegna alle edicole quasi faticava a sfogliarlo per il timore di incappare in qualche refuso.
In questo momento ricordo benissimo quel sorriso sotto i baffi che sbucava a lavoro venuto bene. E quello sarebbe il sorriso, compiaciuto e orgoglioso oggi, avendo tra le mani il libro della sua Benedetta. Ci consegna un bel lavoro la dottoressa Rossi appena a qualche anno di distanza da quel luttuoso 5 maggio 2015. Buona lettura. ◘
di Giorgio Filippi