Inchiesta Sogepu. Perché non accettiamo il diktat di Sogepu
La partecipata Sogepu SpA ha avviato una istanza di risarcimento di 300.000 euro contro l'altrapagina per diffamazione e procurato danno di immagine di cui ci saremmo resi colpevoli con l'articolo La grande abbuffata pubblicato nel mese di marzo e che fa parte di una inchiesta avviata precedentemente. Tale richiesta risarcitoria prevede, per legge, una convocazione delle parti per esperire un tentativo di conciliazione. Se l'accordo non fosse raggiunto è facoltà della istante di procedere alla successiva fase di citazione davanti al Giudice sia in sede penale che civile.
L'altrapagina ha deciso di non sottoporsi a tale procedimento perché ritiene di non aver violato alcuno degli addebiti indicati nella convocazione a conciliazione. Peraltro si tratta di una richiesta di risarcimento (soldi) senza offrire alcuna spiegazione circa i quesiti sollevati dalla corposa inchiesta che abbiamo avviato e continuiamo a pubblicare anche in questo numero. Ribadiamo di esserci limitati a produrre documenti già resi pubblici per legge e di aver incrociato dati, di aver sollevato dubbi e domande, pur essendo rimasti nell'ambito del diritto di cronaca e di informazione. Che cosa dovrebbe fare di altro un giornale se non porre domande e chiedere spiegazioni di merito, specialmente a una azienda che gestisce denaro pubblico? L'unica offerta possibile è quella di offrire a Sogepu la possibilità di rispondere alle 10 domande di seguito elencate come abbiamo sempre fatto per assicurare il diritto di replica.
In ogni caso, segnaliamo che l'altrapagina, a inchiesta giornalistica conclusa, depositerà tutto il materiale raccolto e pubblicato assieme alla richiesta risarcitoria alla Procura della Repubblica di Perugia. ◘
10 DOMANDE A SOGEPU E AI COMUNI SOCI
- 1. Perché sono stati erogati contributi alle associazioni con importi molto consistenti, crescenti di anno in anno?
- 2. Perché Sogepu diversamente dalle altre partecipate umbre ha fatto un ricorso rilevante a consulenze esterne?
- 3. Perché nel 2020, anno della pandemia, si è ritenuto di dover mantenere un tetto elevato di contributi alle associazioni e di consulenze, diversamente dalle altre due partecipate umbre?
- 4. Perché non si è deciso di devolvere quei soldi alle famiglie o alla Sanità in un momento di difficoltà generale e conclamato?
- 5. Perché si è deciso di cambiare forma societaria trasformando Sogepu in Sog.Eco SpA a capitale misto pubblico/privato con il 51% delle quote a 6. Ecocave Srl e il 49% a Sogepu SpA?
- 6. Quali sono i vantaggi che ne deriverebbero a Sogepu?
- 7. Perché la discarica di Belladanza programmata per durare fino al 2027 raggiungerà la saturazione nel 2021 con quasi 6 anni di anticipo?
- 8. Per gli organi di controllo tutto ciò è regolare?
- 9. I Comuni non hanno mai avuto nulla da eccepire e non hanno ritenuto di dover porre delle condizionalità agli orientamenti aziendali della partecipata dal momento che sono i soci finanziatori?
- 10. Sogepu nel 2020 non è andata oltre il 64% di raccolta differenziata. Dopo 8 anni il risultato è ben lontano dall'obiettivo del 72,3% fissato dalla legge. Come si spiega un risultato così scarso in relazione alla saturazione anticipata della discarica?
di Redazione Altrapagina