Venerdì, 11 Ottobre 2024

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La strage dei bambini

Editoriale

silvia romano2

Non possiamo dimenticare le immagini dei bambini annegati nel Mediterraneo, che la corrente ha respinto sulla battigia. Un neonato, vestito con una tutina, semisepolto dalla sabbia, e altri due fotografati sulla spiaggia di Zuara sono l’ultimo esempio di una tragedia che si è consumata nel silenzio delle autorità libiche e di quelle internazionali. Appartenevano a un gruppo di una ottantina di migranti segnalati dalle agenzie dell’Onu il 18 maggio, ma nessuna istituzione si è spesa per soccorrerli. E il conto lo hanno pagato i piccoli. «Le immagini di quei bambini sono inaccettabili», ha commentato il Presidente del Consiglio italiano guardando le fotografie.

Sempre più spesso troppi bambini vengono lasciati morire sulle nostre spiagge o in quelle di altri Paesi e con loro affonda anche la nostra speranza di un mondo possibile.

2 la strage dei bambini altrapagina mese giugno 2021«I bambini non devono morire in mare – ha scritto il portavoce dell’Unicef – non possiamo ricordarci di loro solo quando accadono tragedie, sempre tristemente evitabili».

Le cifre ufficiali dell’Onu sui morti in mare nel Mediterraneo sono 742 nel 2021, ma sono sottostimate. Le autorità tunisine parlano di 110 migranti in mare, nel corso di quest’anno, mentre le organizzazioni non governative riferiscono di 153 persone, in gran parte messe sui barconi dai trafficanti libici, trovate morte, e dozzine di altre scomparse.

I corpi senza vita di questi bambini sono il risultato di intese politiche e di omissioni. Ha contribuito anche un’informazione distorta: queste persone infatti non sono morte, sono state “fatte morire”. Un’accusa da cui l’Europa dovrebbe difendersi, perché queste tragedie non si ripetano. ◘

Redazione l'Altrapagina


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