PERUGIA. Storiche strutture sanitarie in stato di degrado
Per capire la considerazione che ha della Sanità pubblica umbra nel territorio chi amministra il Comune di Perugia e la Regione Umbria è sufficiente percorrere le poche centinaia di metri che separano il Centro salute di via XIV Settembre dall’unico padiglione del vecchio ospedale di Monteluce rimasto in piedi e dichiarato di interesse culturale dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, come se gli altri tre gemelli e altri simili abbattuti non lo fossero stati.
Nel primo, dalle condizioni fatiscenti di un palazzo che storicamente, in passato come dispensario, si è sempre occupato della salute dei cittadini, l’incolumità di chi entra dai due ingressi è protetta da tettoie in tubi Innocenti. E una volta dentro non si ha l’impressione di un luogo curato, caldo, luminoso, accogliente, ma che gli operatori ricevano la stessa considerazione dello stabile che li ospita e degli utenti. Lasciati come sono a se stessi a gestire il tran tran lavorativo, pochi di numero, impossibilitati quindi a creare una rete tra di loro e una relazione proficua con i cittadini in un ambiente che, tra l’altro, da tempo non lo consente più.
Stesso abbandono a Monteluce. Nella “Nuova Monteluce” che ogni giorno che passa è più triste, quel padiglione, simulacro del vecchio ospedale, doveva diventare la “Casa della salute”. Un luogo confortevole per chi avrebbe dovuto lavorarci o usufruirne. Con all’interno il Centro salute di via XIV Settembre, medicina generale, assistenza infermieristica domiciliare e ambulatoriale, ambulatori specialistici, consultori, assistenti sociali, ostetriche, servizio psicologico per i giovani, vaccinazioni per bambini e adulti, distribuzione diretta di farmaci, Cup, Anagrafe assistiti, scelta del medico o del pediatra. Invece anche lì a farla da padroni sono inutilizzati tubi Innocenti rimasti aggrappati allo scheletro dell’antico padiglione abbandonato, pure lui a se stesso e a chi ci bivacca, sebbene di interesse culturale.
Perché è così che si distrugge la Sanità pubblica di territorio: mica chiudendo servizi, ma lasciandoli vivacchiare investendo poco o niente in risorse economiche e umane, non dedicando a chi ci lavora e a chi ne usufruisce strutture, pensieri, attenzione. Lasciando che la sua immagine sia costituita da tralicci di tubi Innocenti. ◘
di Vanni Capoccia