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Un punto nell'universo

VIAGGI IN BICICLETTA. Lungo le coste d’Italia: l’esperienza di Patrizia Roncolato

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«A febbraio 2015 avrei compiuto 60 anni. Pensavo a come festeggiarli, ma non volevo una festa in grande come avevo fatto per i miei 50, volevo fare qualcosa per me, qualcosa che avevo nel cuore e nel “cassetto” dei sogni/desideri. Così optai per comperare una bici a pedalata assistita e costeggiare l’Italia».

È con queste parole che inizia il diario di viaggio di Patrizia Roncolato: 7000 km in bicicletta percorrendo il perimetro delle coste italiane in cinque diversi step, tra il 2015 e il 2019. Un’avventura solitaria su due ruote, raccontata in un diario giornaliero poi diventato un libro che sembra lanciare un messaggio: “si può fare!”. Incuriosita e affascinata da questa esperienza coraggiosa, ho fatto quattro chiacchiere con l’autrice per conoscere più a fondo la sua esperienza.

L’idea di questo viaggio, mi racconta Patrizia, viene da lontano: «A vent’anni avevo sentito di una trasmissione alla radio di questa coppia che aveva fatto il giro delle coste d’Italia a piedi, ed era una cosa che mi era sempre rimasta in fondo alla mente». Poi la vita ti conduce altrove, ma i desideri rimangono nel cassetto e qualche anno fa l’incontro fortuito con Riccardo Carnovalini, lo stesso camminatore che aveva compiuto quel viaggio, riaccende una lampadina. I sessant’anni, poi, forniscono l’occasione giusta. Un modo diverso di celebrare il compleanno, donandosi la cosa più preziosa: il tempo.

2 un punto nell universo mese giugno 2021L’organizzazione, volutamente, non è stata complessa: “ho solo tirato una riga da casa mia al di là dell’Appennino e cosa c’era? Porto Recanati”. Da lì ha deciso di andare verso sud, senza fissare tappe precise o obiettivi record da raggiungere. È partita aperta a tutto: “sono andata un po’ a vedere se potevo farcela… non ho mai prenotato niente. La mia bici è a pedalata assistita, ci sono state alcune tappe faticose, ma non avendo una tabella di marcia fai quel che puoi… per me è stato come un pellegrinaggio, dove hai tempo per pensare, per stare con te stessa, per pregare, per cantare, per fermarti e chiacchierare con la gente”. Una pedalata alla volta Patrizia ha così attraversato l’Italia costiera regione dopo regione, visitando luoghi noti ma anche paesini sconosciuti, scovando meraviglie naturalistiche, scoprendo usanze, tradizioni, cibi, incontrando vecchi amici e conoscendo persone nuove.

Viene spontaneo chiedersi quale fosse la reazione della gente di fronte a una signora che pedala sola per chilometri e chilometri. “La persona che hai davanti – mi dice Patrizia – a volte non fa neanche caso a te, ma in chi si è interessato c’è sempre stato uno stupore”. ‘Signora ma viaggia sola? Ma non ha paura?!’ le chiedevano spesso, lei però non si è mai posta questo problema: “è una cosa che metti in conto, non puoi avere sicurezze, tu parti e vai! Certo, stai all’erta, ma io mi sono sentita sempre molto fiduciosa, pure un po’ protetta. Sai, mia mamma mi diceva sempre ‘Male non fare, paura non avere!’ e questa è una cosa che evidentemente in qualche modo mi ha segnato e quindi ho sempre cercato di essere corretta, gentile, bendisposta, gioiosa e ho sempre pensato che sarei stata contraccambiata!”.

Avventurarsi con atteggiamento fiducioso non significa essere ingenui o incoscienti, ma avere la capacità di relazionarsi con apertura agli altri e agli eventi della vita. Una modalità sempre meno in voga in questo tempo in cui siamo portati a guardare con sospetto ciò che non conosciamo, a pensare ciò che è straniero o diverso da noi come minaccia. E a maggior ragione in un periodo in cui la pandemia ci fa vedere l’altro anche come possibile veicolo di contagio, rischiando di rinchiuderci in bolle con atteggiamento sempre più solipsistico, questa capacità di ‘prendere e partire’, di relazionarci agli altri e al mondo con curiosità e apertura, ci suggerisce allora un’attitudine da coltivare non solo nei viaggi, ma nella nostra stessa vita quotidiana.

3 un punto nell universo mese giugno 2021Con questo spirito, nell’arco di quattro anni, Patrizia ha dunque completato tutto il periplo delle coste italiane, da sud a nord e poi nelle due isole maggiori. Un collage di esperienze e mondi diversi, lungo 7000 km. Le chiedo cosa le sia rimasto più impresso di questa esperienza e lei non esita a rispondere: “al di là dei tanti fatti o luoghi che racconto nel diario, la cosa che più mi ha accompagnato e stupito è la natura, la bellezza che abbiamo e che l’uomo deturpa. Noi abbiamo un mondo, dalle piante ai fiori ai paesaggi…tante volte mi sono emozionata al punto da commuovermi. Poi incontri questi piccoli posti rurali, viaggiando all’interno su strade poco battute e anche lì scopri dei mondi, delle culture”. Anche luoghi che all’inizio pensava non avessero nulla da offrirle, hanno poi rivelato, a uno sguardo attento, inaspettata bellezza.

Un modo di viaggiare più lento, che si rivela anche più profondo: “la bici ti permette di fare qualche chilometro in più, deviazioni che magari a piedi non potresti permetterti, ma sempre più lentamente che in auto o in moto. È molto più profondo in tutti i sensi, il territorio lo vivi in un altro modo. Penso al silenzio, ad esempio, quando sei in questi tratti in cui non c’è nessuno… poi senti i profumi e anche gli odori, gli odoracci”, ti prendi quello che c’è in tutte le sue sfaccettature.

4 un punto nell universo mese giugno 2021Tutto questo emerge chiaramente nel diario, dove Patrizia in modo semplice e genuino racconta le tappe e gli incontri, le pedalate, gli entusiasmi e i malumori, giorno per giorno. La scrittura si rivela essere essenziale per far sedimentare i pensieri e le impressioni della giornata: “in tutti i viaggi da sola, a piedi e non solo, sempre la sera mi dedico a scrivere: è proprio un bisogno quello di fare un po’ ordine tra tutto quello che ho visto, magari guardando la cartina…”. Ripercorrere ciò che ha vissuto e fissarlo, per non perderlo e anche per sgombrare la mente dalle emozioni intense, come in Sardegna, così bella e ricca da spingerla a un certo punto a interrompere il viaggio per riprenderlo in seguito.

Viaggiare e scrivere, come due movimenti paralleli, fuori e dentro, una scoperta del Paese e una (ri)scoperta di sé. Nasce così l’idea di stampare il diario, inizialmente per farne dono ai figli, ma poi anche come stimolo per chiunque sogni o progetti un’esperienza simile: “ho pensato che per molte persone potesse essere un incentivo a dire ‘allora è una cosa che posso fare anch’io!’. Non è una cosa impossibile, non è che sono una super-woman…forse la paura delle persone non è tanto di non farcela quanto non sapere a cosa si va incontro. Si tratta un po’ di avere voglia di affacciarsi alla vita senza avere tutto programmato, senza tante sicurezze, sapendo che sei un puntino nell’universo”. Un puntino che nel suo piccolo può tracciare una linea, un percorso: sta a ciascuno di noi prendere coraggio e deciderne la rotta. 

[Per avere il diario di Patrizia, è possibile scrivere via email a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.] ◘

di Ludovica Novelli


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