Battiato ha trovato il suo centro di gravità permanente

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Personaggi. La scomparsa di un grande musicista, autore, cantante, poeta, filosofo

silvia romano2

Noi non siamo mai morti, e non siamo mai nati. Impossibile non pensare a questi versi della canzone “Testamento” di Franco Battiato nel momento della sua morte (18 maggio scorso). Lui, un genio della musica italiana degli ultimi 50 anni, alla morte ha dedicato tanto spazio nella sua vita e, per quello che ci riguarda, nella sua arte.

Nella nostra civiltà del godimento e del consumo, che ha posto il morire come una “sciagura” da scongiurare e se possibile da negare il più possibile, Franco Battiato con le sue bellissime canzoni ha riportato il tema della morte, conformemente a tutte le tradizioni religiose, nella dimensione esistenziale più significativa del vivere, riuscendo a toccare il cuore di milioni di persone.

E veramente la bellezza della parabola di Battiato è stata di aver dimostrato ancora una volta che la forza dell’arte supera gli schemi al di là delle mode e delle tendenze, fino al punto che nella Weltanschauung (visione del mondo) del cantautore catanese proprio la morte diviene l’esperienza per poter comprendere il senso della vita e per scegliere con una maggiore consapevolezza il proprio cammino su questa terra. “Solo chi ha molto riflettuto sulla morte può vivere pienamente la vita”, ha dichiarato padre Guidalberto Bormolini, amico e collaboratore di Franco Battiato, volendo salutare pubblicamente l’artista nel momento della sua scomparsa.

Mentre siamo tutti giustamente protesi al ritorno della “vita normale”, alla ripresa delle attività sociali ed economiche, ai nuovi investimenti e ai nuovi profitti, non possiamo dimenticare che la vita biologica che ci sostiene fisicamente sta compiendo il suo ciclo naturale all’interno di un pianeta che invece sta morendo, perché stanno morendo gli ecosistemi, le specie animali e vegetali e… milioni di esseri umani. Vecchie e nuove malattie causate da un inquinamento cieco e sordo sono all’ordine del giorno proprio mentre siamo ancora nel mezzo di questa atroce pandemia e altre sono possibili nell’immaginario dei prossimi anni.

 Lo sai/ che il sogno è realtà/ e un mondo inviolato/ ci aspetta da sempre/ canta Franco Battiato in una delle sue più famose canzoni: Torneremo ancora. Se vogliamo sopravvivere a questa inimmaginabile prova che ci attende, certamente dobbiamo imparare a guardare il lato oscuro della vita e attraversare il peso della stessa morte che incombe sul nostro orizzonte globale e ci spaventa. Possiamo scegliere la vita per noi e per le prossime generazioni, a patto di non operare ancora rimozioni e di accogliere l’apprendimento che ci proviene dagli errori commessi. Anche questo è parte del “Testamento” che ci ha lasciato un maestro del nostro tempo: Peccato che io non sappia volare, ma le oscure cadute nel buio / /mi hanno insegnato a volare. ◘

DI D.M.