Martedì, 10 Dicembre 2024

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Soluzione globale

Dosssier: il monopolio dei vaccini

2 profitto contro diritto alla vita

Medici Senza Frontiere: sicuramente una delle associazioni umanitarie da subito in prima linea contro la pandemia di Covid-19 in oltre 70 Paesi fra Europa, Africa, Medio Oriente, Asia, Oceania e America. L’intervento fin qui messo in atto ha visto da un lato la protezione degli ospedali e degli operatori sanitari dal rischio di contagio e dall’altro una serie di attività sul territorio, per ridurre il numero di pazienti negli ospedali, in cui ricoverare solo i casi più gravi.

Per avere un quadro globale della pandemia e del problema dell’accesso ai vaccini e ai relativi brevetti, abbiamo rivolto qualche domanda a Claudia Lodesani, presidente di MSF Italia.

Qual è la situazione attuale della pandemia nel mondo? Quali sono le aree in maggiore difficoltà per l’accesso ai vaccini?

7 soluzione globale mese giugno 2021«A differenza di una prima fase della pandemia, in cui il continente più duramente colpito era quello europeo, oggi le situazioni più critiche si registrano in America, Sud America e Asia. I Paesi che riportano le condizioni più drammatiche sono il Brasile e l’India, dove il sistema sanitario non riesce a far fronte in maniera adeguata all’emergenza e spesso scarseggiano le scorte di ossigeno e i posti in terapia intensiva. Anche l’Africa meridionale si trova in una situazione di emergenza: diversi Paesi hanno registrato un numero più alto di casi Covid-19 nel 2021 che in tutto il 2020. Molti dei Paesi a basso reddito in cui opera MSF non hanno nemmeno iniziato a vaccinare gli operatori sanitari e hanno ricevuto solo lo 0,3% della fornitura globale di vaccini, mentre alcuni Stati si sono assicurati dosi sufficienti per proteggere l’intera popolazione. Tutto questo è inaccettabile. »

Come affrontare la pandemia nei Paesi più poveri?

«Ad oggi con la mancanza di disponibilità dei vaccini nei Paesi a basso reddito, una delle poche strategie possibili è la prevenzione con azione di sensibilizzazione e formazione sulle misure di protezione individuale e di comunità e la presa in carico dei pazienti sia domiciliare che in ospedale per diminuire la mortalità e il sovraccarico degli ospedali.

Nel corso degli ultimi 14 mesi, Medici Senza Frontiere (MSF) ha aperto nuovi progetti e adattato quelli in corso alle nuove sfide della pandemia. Abbiamo organizzato sessioni di formazione per il personale sanitario in prima linea, sia in ospedali ben attrezzati che in strutture sanitarie di base. Li abbiamo supportati nella prevenzione e controllo delle infezioni e nel triage dei pazienti. In alcuni contesti abbiamo supportato o gestito direttamente i reparti di terapia intensiva. Abbiamo distribuito mascherine e insegnato alle persone come usarle, come mantenere la distanza e lavarsi le mani. Non abbiamo dimenticato la salute mentale e l’importanza del supporto psicologico ai pazienti e al personale sanitario».

Fino a che punto è possibile condividere i brevetti e le tecnologie di produzione con questi Paesi?

8 soluzione globale mese giugno 2021«L’unico modo per uscire da questa pandemia è una soluzione globale. La sospensione dei brevetti e la condivisione delle tecnologie e del know-how per la fabbricazione dei vaccini con i Paesi a medio e basso reddito non solo è possibile, ma è l’unica via in questo momento. Una volta che farmaci e vaccini contro il Covid-19 sono stati introdotti nel mercato, risulta fondamentale garantirne l’accesso equo e sostenibile contemplando, se necessario, anche il ricorso alle clausole di salvaguardia previste dagli accordi internazionali sulle proprietà intellettuali. L’uso governativo di licenze obbligatorie deve essere promosso ed è indispensabile includere sin da ora nei diversi tavoli negoziali anche i Paesi a medio e basso reddito, per favorire una ricerca che tenga conto delle istanze dei sistemi sanitari più fragili».

È stata messa in evidenza la necessità che i Paesi ricchi, in particolare Stati Uniti ed Europa, si facciano carico della vaccinazione delle popolazioni più svantaggiate, anche per evitare un “rimpatrio” del virus. Secondo voi che cosa dovrebbero fare concretamente?

«La decisione dell’amministrazione Biden-Harris di sostenere la sospensione temporanea dei brevetti per i vaccini Covid-19 è un passo importante verso il supporto globale alla sospensione della proprietà intellettuale ed è una notizia che abbiamo accolto positivamente. Se gli Stati Uniti vogliono veramente porre fine a questa pandemia devono anche condividere le proprie dosi di vaccini in eccesso attraverso il meccanismo COVAX e colmare il divario di forniture fino a quando nuovi produttori non saranno in grado di aumentare la produzione. La probabilità che il virus possa circolare liberamente è inversamente proporzionale al numero delle persone vaccinate, e in un mondo globalizzato e interconnesso sappiamo quanto sia cruciale».

Da un punto di vista strettamente sanitario, quali sono le speranze che i vaccini in commercio possano eradicare il virus?

«L’unica strategia realistica di contenimento ed eventualmente di eradicazione del Covid-19 prevede che sia le cure mediche sia i vaccini vengano resi disponibili a tutti i Paesi del mondo, inclusi quelli più poveri, e che vengano realizzate campagne efficaci di vaccinazione. Obiettivo che oggi appare quanto mai distante e logisticamente complesso. L’accessibilità universale al vaccino contro il Covid-19 non è solo una questione di equità, ma è anche la precondizione necessaria per far sì che si inneschi il fenomeno noto come “immunità di gregge”, utile a scongiurare ondate epidemiche successive. Immaginare di rimanere protetti dal proprio sistema sanitario e al sicuro dentro le proprie frontiere, oggi non è più concepibile: i virus valicano confini e la tutela della salute di tutti dipende dal modo in cui si organizzeranno le risposte globalmente. Nessun Paese si salverà da solo». ◘

DI Daniela Mariotti


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