Sabato, 20 Aprile 2024

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I silenzi e le parole

SOGEPU. Inchiesta / sesta parte

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C’è voluto un po’ di tempo, ma fallito il tentativo di conciliazione tra le parti a cui l’altrapagina non si è presentata, Sogepu ha citato il giornale in sede civile, davanti al Giudice. In attesa che la procedura giuridica arrivasse al suo esito previsto, questo giornale aveva già provveduto a depositare l’inchiesta sulla partecipata alla Procura della Repubblica di Perugia. Avevamo anche proposto un’uscita onorevole – a nostro avviso – all’Ad di Sogepu: non costringere i chiarimenti sui punti sollevati dall’inchiesta a una sterile disputa tecnico-giuridica, ma affrontare i vari temi in campo aperto, in un confronto pubblico in cui ognuno potesse spiegare i propri punti di vista davanti a giornalisti e cittadinanza, dal momento che si tratta di dare conto della gestione pubblica e di un bene che in definitva appartiene alla comunità.  Niet, ha risposto Cristian Goracci: non siamo interessati. Meglio gli avvocati. E così saranno i giudici a stabilire torti e ragioni.

Tutto ciò è avvenuto nel completo isolamento mediatico. Nessun giornale, che pure riprende e amplifica ogni vagito che esce dal Comune e da Sogepu, ha ritenuto di dover prendere in considerazione questa vicenda. E non tanto in difesa de l’altrapagina che, come è noto, per sua natura è fastidioso; ma bastava mettere in relazione le querele a un consigliere e a un giornale per capire che questa è una notizia difficilmente trascurabile.  L’informazione locale è riuscita a compiere anche questo salto carpiato senza alcuna difficoltà. Ci siamo rivolti allora all’Odg (Ordine dei giornalisti) e all’Asu (il sindacato della categoria), sollecitandoli a prendere posizione, ma non si è avuta alcuna risposta. Come mai? Nemmeno un un avviso di 'ricevuto' per mera educazione: «Abbiamo visto: valuteremo. Faremo sapere, arrivederci». Dopo ripetute telefonate abbiamo appreso che la vicenda sarebbe stata valutata dall’Ordine a fine giugno. Ma quando abbiamo chiesto di conoscere l’esito di tale esame, la segretaria ha risposto che non sapeva nulla: né lei, né noi. Attendiamo ancora fiduciosi.

Dell’Asu comprendiamo le difficoltà: se il suo Presidente siede accanto all’ufficio del Sindaco ed è consulente stampa di Sogepu difficilmente può arrivare qualcosa di autonomo e di indipendente da quella parte. Ma non lo diciamo per spirirto di polemica. Questa anomalia l’avevamo denunciata allorché presidente dell’Asu era niente di meno che la capogabinetto dell’allora presidente della Regione Marini. E la domanda era questa: simili vicinanze favoriscono o impediscono la possibilità di un giornalismo libero e indipendente? La risposta è stata questa: il sindacato non s’interessa della qualità dell’informazione, ma dei problemi della categoria. Mutatis mutandis Cgil, Cisl e Uil non si dovrebbero interessare di politica, di economia e di strategie industriali, ma solo di piattaforme sindacali, diritti, stipendi ecc.

Ma le stranezze in questa vicenda non finiscono qui. Abbiamo già segnalato il conflitto di interessi che grava su alcuni consiglieri, essendosi venuti a trovare nella duplice veste di controllati e controllori della partecipata in qualità di membri di associazioni che hanno ottenuto contributi dalla stessa. Altri ancora riguardano la composizione dell’Organo di controllo interno della partecipata e dei fornitori della stessa. Ma andiamo per ordine: non possiamo sobbarcarci più di una denuncia al mese, per non intasare Tribunali, già alla disperazione, né dare troppo lavoro agli avvocati. E poi sarebbe insopportabile per le nostre scarse finanze. Le stesse che molestano i sonni del Sindaco, tanto da indurlo a chiedersi: «Da dove gli arrivano i soldi per stare in piedi con la crisi di vendite della carta stampata? Chi finanzia l’altrapagina?». La risposta è molto semplice: le discrete vendite che riusciamo ancora a fare in edicola e i diversi abbonamenti che riusciamo a contrarre, sono le nostre fonti di finanziamento principali. Non abbiamo alcun dubbio che se chiedessimo un contributo al Comune o a Sogepu, troveremmo le porte, anzi, le casse spalancate. Ma la libertà non si paga. Si soffre per rimanere liberi, perché tutta la stampa libera è in sofferenza: ma è un prezzo necessario.

Il clima dunque si è fatto incandescente, e diventa tale ogni qual volta manchino risposte a problemi impellenti. Meno risposte ci sono, più aumenta la pressione di chi ritiene di aver diritto a delle spiegazioni. E poiché Sogepu non amministra soldi propri, basterebbe davvero poco a fugare qualsiasi dubbio sul suo operato: dare senso alle parole; non rimanere in silenzio o parlare con le carte bollate. Nei Paesi civili si fa così e si chiama dialettica democratica.

In mezzo a questo baillame  il primo cittadino, incredibile, sembra cadere dal pero; professa la sua estraneità; dichiara di non conoscere simili intrecci; nemmeno era a conoscenza della denuncia fatta a l’altrapagina. A dare credito alle sue parole, si tratterebbe di un alieno piovuto da un altro pianeta senza sapere perché lo abbiano messo a ricoprire quel ruolo. L’unica cosa che dichiara di conoscere è che Sogepu va a gonfie vele perché realizza utili. La partecipata guadagna, quindi che problema c’è? ha confessato. Tutto il resto passa in cavalleria.

Prova ne sia il fatto che nel 2017, in occasione del rinnovo della carica di Amministratore unico di Sogepu giunto a scadenza, il Sindaco convocò nel suo ufficio i tre rappresentanti della maggioranza per acquisire il loro parere sull’operato dell’Ad Cristian Goracci. Ricordando quel fatto in Consiglio comunale, il consigliere Giovanni Procelli, convocato assieme a Gaetano Zucchini (Pd) e Vittorio Morani (Psi) in quella occasione, ha affermato che da quell’incontro uscì la parola ‘discontinuità’, ovvero il diniego alla riconferma della carica all’Ad Goracci da parte di tutti e tre i convocati. Le inaspettate prese di posizione sparigliarono le carte, e quello che sembrava dover essere un semplice rito notarile si trasformò in caso politico, al punto che le polemiche susseguenti indussero, pare, Gaetano Zucchini, allora capogruppo del Pd, ad abbandonare il suo partito e a confluire nelle file del Gruppo misto. E lo stesso Morani, socialista, ritrattò in zona Cesarini, sempre pare, a seguito delle pressioni subite, tanto è vero che il suo parere, positivo alla riconferma, arrivò poco prima della mezzanotte, antecedente la scadenza. Zucchini nel frattempo aveva riconfermato la sua fiducia al Sindaco e all’Ad. Così la facciata della democrazia era salva e anche la riconferma di Goracci.

Solo Procelli ha mantenuto la sua posizione ribadita in Consiglio comunale, ma il primo cittadino ha smentito il consigliere, dichiarando di aver convocato i capigruppo («perché sempre consulto i capigruppo»), «ma non si parlò di discontinuità», accusandolo quindi di falsità. Con queste parole, comunicate al sottoscritto per telefono, chiedendo che venissero riportate fedelmente, il Sindaco ha contrapposto la sua interpretazione a quella di Procelli: chi mente? Caso clinico o caso politico? Una cosa comunque ammettono entrambi: la convocazione ci fu. Ma,  allora, di cosa parlarono?

In attesa che si chiarisca l’enigma, il ‘portale trasparenza’ della partecipata ha ripreso a pubblicare contributi e consulenze come se nulla fosse cambiato. Ancora, in verità, si tratta di timide apparizioni, ma significative. Innanzi tutto si apprende che il Covid pare aver danneggiato più la Società sportiva dilettantistica Lerchi, dove sgambettano giovani rampolli, che la Muzi Betti, dove parcheggiano anziani in gravi difficoltà. Tanto che la prima ha meritato ben 15.000 euro di contributo per riequilibrare i conti in rosso causati dalla pandemia, mentre la Muzi Betti, che ha avuto il 100% di contagiati e qualche anziano deceduto, è stata beneficiata  di 1.500 euro. Probabilmente ci sono delle ragioni che sfuggono ai comuni mortali, oppure cose che non conosciamo; ma anche qui sarebbe utile che in Consiglio si ponesse qualche domanda e non la si facesse fare a un giornale.

tab inchiesta sogepu

D’altra parte 15.000 euro non sono bruscolini, e qui occorrerebbe ancora che i consiglieri facessero il loro mestiere e chiedessero: con quali criteri vengono assegnate somme così rilevanti? Esiste una tabella di valori, un prontuario, una valautazione chilometrica del tipo, a chi si trova a km zero spettano 1.000 euro; a chi risiede a 5 km dal centro città spettano 15.000 euro e più ci si allontana, maggiore è il contributo? Quale è il criterio? dovrebbero chiedere i consiglieri. Altrimenti una così lasca dicrezionalità si presta a qualsiasi dubbio o sospetto. Cosa disdicevole per una società, la Asd Lerchi nata nel 1919, che ha avuto come primo presidente Venanzio Gabriotti, mentre l’attuale è Roberto Bianchi, avvocato, molto conosciuto in città.

Se il problema è determinato dal Covid, tutte le società sportive e non solo sportive hanno subito lo stesso flagello, e quindi si sentiranno legittimate a chiedere un contributo compensativo delle perdite subite. Come farà Sogepu a dire di no? E spiegare a questi sì e agli altri no? L’Ad può sempre rifugiarsi dietro lo Statuto e il Regolameneto interno, dicendo che questi strumenti legali gli attribuiscono tale facoltà. Ma ciò non toglie che si possano nutrire seri dubbi sulle reali motivazioni di tale incomprensibile munificenza. Il nostro non è accanimento terapeutico, ma semplicemente un ragionamento propedeutico per non essere ritenuti dei 'bamboccioni' che non sanno come va il mondo e credono ancora che si nasca sotto un cavolo. Chi governa non può abusare della pazienza dei cittadini. Lo dicevano già i latini.

Il problema da noi sollevato non è quello personale dell’attuale Ad, ma è squisitamente politico e riguarda partiti, amministratori, cittadini, ovvero l’uso disinvolto di strumenti gestionali come le partecipate, create appositamente per bypassare le strettoie proprie della pubblica amministrazione. Ma la maggiore flessibilità o elasticità da esse garantite corre con facilità il rischio di eccedere, di portare al superamento delle colonne di Ercole della gestione pubblica. Cosa che nel caso di Sogepu sembra essere accaduto in diverse direzioni. Per questo il ruolo di controllo di un  Consiglio comunale libero da condizionamenti è fondamentale. L’Ad è un ingranaggio dell’intero meccanismo: resta da chiarire quanto ne sia consapevole. Certamente  ne è consapevole il grande burattinaio Bacchetta, che, sornione, gigioneggia in ogni circostanza, dietro le quinte, lasciando che siano gli altri a togliere le castagne dal fuoco.◘

di Antonio Guerrini


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