Venerdì, 06 Dicembre 2024

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Quale discontinuità?

Città di Castello elezioni. Tutti ai nastri di partenza, ma il passato pesa

silvia romano2

Dall’inchiesta che abbiamo sviluppato in ormai cinque mesi scaturisce l’immagine di una partecipata, Sogepu, che agisce come mano collaterale del Comune al riparo dalle procedure vincolanti e restrittive dell’ente pubblico e da eccessivi controlli. Una montagna di denaro è stata riversata in forma di contributi alle associazioni; ancora di più è andato in consulenze a tecnici, specialisti, agenzie, a tante persone che orano et laborano per la partecipata che più partecipata di così non si può. “Andate a Sogepu” si sente rispondere chi, rappresentante di qualche associazione, si rivolga in Comune per chiedere sussidi a sostegno della propria attività. E Sogepu dà il pane quotidiano a tutti come farebbe una brava mamma. Un meccanismo consolidato: a chiunque chiede, mamma-Sogepu provvede. La ragnatela tessuta negli anni è cresciuta nel silenzio-condizionato del Consiglio comunale. Ma Sogepu è il paradigma più esplicito di un modus operandi con cui nel tempo sono stati legati al carro del Comune i potentati che contano: le quattro o cinque famiglie che formano il cartello dell’edilizia locale, la Fondazione Albizzini, la Fondazione Cassa di Risparmio, il mondo dell’associazionismo, la massoneria, i commercianti, parte dell’imprenditoria, parte della Chiesa locale, gran parte del Partito democratico, che è stato il primo artefice di questo ‘sistema’, la Sanità, realizzando quello che in una intervista a l’altrapagina il primo cittadino ha definito «l’esercizio di una egemonia politica e culturale» e rivendicando la perfetta continuità della sua Giunta con quelle precedenti. Ma questa egemonia non ha portato visioni innovative alla città, non ha fatto bene alla politica; si tratta solo di una modalità orientata a blindare il potere di chi comanda, a garantire gli interessi dei propri gruppi di riferimento che, nel tempo, si sono assottigliati, trasformandosi in congreghe, piccole bande, ognuna delle quali ha rivendicato il suo pezzo di torta.

Il ciclo di questa politica è finito nonostante una occupazione pluridecennale del potere. L’attuale Sindaco siede in Comune dal 1997: prima come consigliere comunale; poi come assessore, nel 2011 divenne Sindaco e fu rieletto nel 2016 fino al 2021, e ora punta al rinnovo di una carica, per essere ancora sul trampolino di lancio delle prossime regionali fra tre anni. Si tratta di un trentennio che include le Giunte Orsini, Cecchini e ora Bacchetta con le loro declinazioni: Orsini-Edarco, Cecchini-tabacchicoltori, Bacchetta-Fondazione Albizzini e Sogepu. Ma chi più di ogni altro è riuscito nell’impresa è sicuramente l’attuale Sindaco. Costatazione che ha fatto dire a Fernanda Cecchini: «Dove andiamo senza Bacchetta?».

La domanda da porsi è semplice: come è cambiata in questi 30 anni la città? Molto. Dal 1993 il centro storico è imploso; l’ex ospedale sta per collassare così come l’ex cinema Vittoria; la ex Fat è divenuta una colata di cemento che ha spazzato via il cuore storico della città; la zona industriale è stata trasformata in area commerciale; l’agricoltura a trazione tabacco ha continuato ad avvelenare territorio e salute; il consumo di territorio si è ingigantito; i rifiuti sono cresciuti; le infrastrutture languono; la ferrovia è ramo secco, le clientele sono aumentate; la politica è divenuta patrimonio de noantri; la massoneria ha i suoi uomini nei punti strategici… Questa politica, che si autoproclama egemonica, non è riuscita a invertire i principali indicatori critici del territorio, perché il suo interesse prioritario non è stata la città, ma il mantenimento del potere.

I tentativi di candidare Verini, Capanna, Ciliberti e Pillitu nelle loro diversità hanno rappresentato la volontà di rompere, senza riuscirci, uno schema di potere arroccato su se stesso. E oggi la cosa è ancora più urgente. Non ha senso dire che allora la Sinistra era forte e adesso è debole per cui è necessario tenere insieme tutta la coalizione obtorto collo per impedire che la Destra salga al potere. Fu la sconfitta di quei tentativi a ridurla allo stato attuale.

La città ha assoluto bisogno di respirare aria nuova e non di tenere insieme il bambino e l’acqua sporca. Questo rimane l’obiettivo da perseguire, altrimentei parlare di discontinuità non ha senso. L’indebolimento della politica è una responsabilità diretta della Sinistra, che ha ridotto al degrado la città, ha allontanato la società civile, ha perso i giovani. È difficile poter immaginare un risultato peggiore. ◘

di Antonio Guerrini


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