Martedì, 10 Dicembre 2024

libreria acquista online

Una guerra dimenticata

Editoriale

silvia romano2

Lo scontro tra il governo centrale etiope e il Fronte di Liberazione del Tigray, che dura da otto mesi, non ha nemmeno sfiorato l’opinione pubblica mondiale. La situazione è fuori controllo e assistiamo a una grave emergenza umanitaria che ha spinto migliaia di persone a fuggire in Sudan, mentre i militari hanno bloccato l’accesso alle vie di comunicazione impedendo la distribuzione di cibo e di aiuti nella regione. Ormai l’80% della popolazione rischia di morire di fame, anche perché i raccolti sono stati devastati dall’infestazione delle locuste e dal persistere della guerra. Quello che nelle intenzioni del governo avrebbe ristabilito l’ordine nella regione ribelle si è trasformato in una guerra civile terribile, di cui fa le spese soprattutto la popolazione civile sottoposta a violenze e stupri. Lo ha dichiarato senza mezzi termini un’agenzia dell’Onu: «Non c’è dubbio che la violenza sessuale sia usata in questo conflitto come arma di guerra, come mezzo per umiliare, terrorizzare e traumatizzare un’intera popolazione oggi e la generazione successiva domani».

Da settimane le denunce di massacri a danno dei civili si moltiplicano. L’aviazione etiope ha bombardato in questi ultimi giorni persino un mercato, dove sono state uccise decine di persone. «Ci sono 45 feriti bloccati e in pericolo di vita - spiega un funzionario del pronto soccorso di Macallè - fra i morti c’è un bambino: l’ambulanza che lo trasportava nel capoluogo è stata bloccata per due ore ed è morto per strada».

Qualche giorno fa il patriarca della Chiesa ortodossa etiope ha accusato il governo di genocidio contro il popolo del Tigray: «Non so perché vogliono spazzare via la gente del Tigray dalla faccia della terra». Attualmente la situazione appare molto fluida: l’esercito federale è in ritirata dopo le pressioni internazionali, mentre i ribelli hanno ripreso Macallè. Dopo che l’Etiopia si è impantanata in una guerra senza senso occorre cessare il conflitto e ricorrere alla politica. ◘

di Redazione l'Altrapagina


Editoriale l'altrapagina Soc. Coop.
Sede Legale: Via della Costituzione 2
06012 Città di Castello (PG)
Responsabile: Antonio Guerrini
Info Privacy & Cookie Law (GDPR)

Seguici anche su:

Dati legali

P.IVA 01418010540
Numero REA: pg 138533
E-mail: segreteria@altrapagina.it
Pec: altrapagine@pec.it
ISSN 2784-9678

Redazione l'altrapagina

Telefono: +39 075 855.81.15
dal Lunedì al Venerdì dalle 09.00 alle 12.00