L'inganno digitale

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Politica e società

silvia romano2

Esattamente un anno fa realizzammo un corposo dossier sullo sviluppo digitale e l’avvento della tecnologia 5G. Per fare il punto della situazione il miglior interlocutore è senza dubbio Maurizio Martucci, giornalista, esperto di scienze e tecnologie della comunicazione, da anni impegnato nello studio e nell’approfondimento di tutte le implicazioni dell’era digitale.

Gli chiediamo cosa è accaduto nel corso di questo anno intenso, sia sul fronte politico/amministrativo che scientifico.

«È successo che con l’emergenza Covid-19 il Governo ha trovato nel 5G la soluzione ideale per la gestione politica della società. Mi spiego: la Gigabit Society è il punto d’arrivo di questo grande cambiamento sociale che ha tramutato la scuola in DAD e il lavoro in smart working. Il virus ha accelerato i piani di digitalizzazione dell’esistenza umana e della riconversione del Sistema Paese in quel capitalismo della sorveglianza (descritto analiticamente nel libro omonimo di Shoshana Zuboff) che vede nel 5G e nel digitale il perno imprescindibile del Grande reset.  App Immuni e Green Pass sono degli esempi, anzi le prime applicazioni di questa riconversione che vorrebbe approdare anche alla moneta elettronica in sostituzione di quella cartacea. Il rischio è che la tecnologia non sia più al servizio degli utenti, ma ormai strumento fagocitante e totalitario: già oggi si sta prefigurando la sostituzione dei diritti e delle libertà costituzionali con algoritmi e intelligenza artificiale. Siamo al dischiudersi dell’era dei cyborg. La robotica e l’automazione sono destinate ad affiancare l’essenza ontologica della specie umana. Se il 5G è l’Internet delle cose, il 6G sarà l’Internet dei corpi. E lo prevedono entro il 2030. Il processo iniziato e accelerato nell’ultimo anno porta alla realtà aumentata e virtuale a scapito di quanto invece è natura e naturale. Siamo sicuri che questo sia il migliore dei mondi possibili? Io dico di no».

1 l inganno digitale mese lugllio 2021Come Alleanza Italiana Stop 5G avete realizzato molte iniziative e compiuto molte azioni. Quale effetto hanno avuto sui cittadini e sugli enti locali?

«Stiamo lottando per far emergere il problema, in assenza di un dibattito pubblico. Recentemente abbiamo manifestato sotto le sedi Rai per rivendicare il diritto dei cittadini di ricevere un’informazione equa, trasparente e veritiera sulla porta della rivoluzione digitale in atto. Purtroppo c’è una grave lacuna, anzi una censura del contraddittorio da parte di quell’informazione appiattita sulle logiche del grande business, che impedisce ai cittadini di comprendere i gravi pericoli dell’iperconnessione permanente. Come Alleanza Italiana Stop 5G stiamo facendo esattamente questo tipo d’azione, cioè denunciamo quanto i poteri forti, con la complicità di Governo, Parlamento e mainstream, perseguono, nascondendo la vera finalità dell’overdose elettromagnetica che, oltre a mettere a rischio salute umana ed ecosistema con pericolose radiofrequenze, si propone di farci fare un salto nel buio, verso un futuro orwelliano che appare distopico, fantascientifico e sempre più come un punto di non ritorno. ‘Nulla sarà più come prima’, veniva ripetuto già nel 2018, quando il Governo mise all’asta le nuove frequenze del 5G. Ecco, questo stiamo cercando di far capire all’opinione pubblica, in primis ai decisori politici. Ai quali non abbiamo fornito il nostro consenso informato a partecipare alla più grande sperimentazione a cielo aperto mai condotta nella Storia dell’umanità».

Gli ostacoli che avete incontrato di che natura sono?

«Principalmente di natura politica. È in atto una vera e propria distonia, ad esempio, tra Parlamento europeo e italiano. A Bruxelles sono stati recentemente finanziati due studi scientifici indipendenti che hanno messo in luce le gravi lacune nei test sugli effetti sanitari e ambientali dell’irradiazione del 5G, mentre a Roma si continua a spacciare come innocua e sicura una tecnologia che non lo è affatto e che, anzi, non prevede il cosiddetto rischio zero. Se almeno si potesse aprire un dibattito dando voce al contro-coro, anche in Italia si arriverebbe a capire che il 5G è un azzardo. E invece si fa finta di nulla, come sempre… Qualcuno ha scambiato la Costituzione italiana per un contratto aziendale stipulato dalle multinazionali, qualcuno ha pensato di sostituire il Parlamento con un consiglio d’amministrazione, svendendo la salute pubblica di 60 milioni di cittadini in cambio di un vero e proprio cambio antropologico programmato a nostra insaputa: la mutazione della specie che ci traghetterà nel migliore dei mondi possibili, scelto per noi senza il nostro consenso informato».

Cosa potrebbero fare i mezzi di comunicazione e i cittadini per contribuire alla vostra lotta?

2 inganno digitale mese lugllio 2021 mese lugllio 2021«Informare, aprire un dibattito, far sentire anche la voce di chi non ha conflitti di interesse con l’industria e che magari, come la rete di comitati e cittadini riuniti nell’Alleanza Italiana Stop 5G, non ha altro obiettivo se non quello di difendere gli interessi pubblici. Perché il 5G non è solo uno tsunami elettromagnetico senza precedenti, non è neanche una mera sperimentazione tecnologica a cielo aperto: il 5G è una vera e propria sperimentazione sugli esseri umani, condotta in violazione del Codice di Norimberga. Le manovre liberticide oggi si insinuano sotto mentite spoglie, proprio attraverso quegli strumenti spacciati come ineludibile forma di progresso, persino sulla rete nata nell’idilliaco paradigma della libera fruizione e del pensiero plurimo. È proprio lì che avanza la tecnodittatura del wireless».

Il suo libro appena uscito #STOP5G, salute, ambiente, geopolitica, transumanesimo e controllo sociale (Terra Nuova Edizioni) restituisce una panoramica molto ampia delle implicazioni della transizione digitale.

«All’interno del libro si possono trovare documenti, studi e ricerche inedite, per capire quale futuro ci aspetta con l’arrivo del wireless di quinta generazione. Si tratta della prima e più completa inchiesta sul 5G che svela i lati oscuri del futuro digitale, mostrando al lettore la verità nascosta sull’inquietante scenario disegnato dalle multinazionali delle telecomunicazioni, con l’avallo di istituzioni internazionali e governi. Il libro vuol contribuire all’accrescimento della consapevolezza, per la rivendicazione dell’auto-determinazione digitale. Sovranità, autodeterminazione, diritti e libertà sono così al cospetto dell’ignoto tecnologico. In quest’ultimo anno, per certi versi, stiamo assistendo alla censura arbitraria e all’oscuramento della vita digitale di persone scomode alle quali gli algoritmi chiudono profili Facebook o cancellano video su Youtube, una mannaia che domani potrebbe ripercuotersi anche nella vita reale, se fusa completamente con quella digitale». ◘

di Romina Tarducci