Arte di Maria Sensi
È una sfida difficile quella della Biennale d’architettura veneziana (a tema How will we live together?) dopo l’annullamento, causa pandemia, dell’edizione 2020. Quest’anno l’evento si svolge nei luoghi consueti - Giardini, Arsenale e Forte Marghera - fino al 21 novembre. Il curatore Hashim Sarkis (architetto, dal 2015 preside della School of Architecture and Planning del Massachusetts Institute of Technology - MIT) non ha voluto rinunciare a progetti che «spaziano dall’analitico al concettuale, allo sperimentale, al testato e provato e all’ampiamente diffuso». Il tutto è “condito” da una ricerca digitale (Sneak Peek) messa in atto con molte università internazionali, tra cui lo Iuav di Venezia. Le “Stazioni di ricerca” ne sono il risultato: incluse nel percorso espositivo, concepite come integrazioni ai progetti scelti, forniscono analisi e approfondimenti curati da ricercatori di tutto il mondo. Secondo Sarkis la fase che stiamo vivendo è storica sotto molti punti di vista. Dice: «gli architetti stanno ripensando i loro strumenti per affrontare i problemi complessi che si trovano di fronte. In quanto cittadini, attiviamo le nostre capacità di sintesi per riunire le persone al fine di risolvere tali problematiche». I 46 Paesi partecipanti vedono importanti rappresentanze anche da Africa, America latina e Asia; esordiscono Iraq, Grenada, Uzbekistan e Azerbaijan. La mostra del curatore è organizzata in cinque “scale” o aree tematiche; parte dell’esposizione è pure How will we play together? (Come giocheremo insieme?), con contributi di 5 architetti internazionali, autori di un progetto dedicato al gioco. Questa 17esima edizione comprende anche una serie di partecipazioni fuori concorso e 17 eventi collaterali promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali, organizzati in svariati luoghi di Venezia. Degni di nota sono gli incontri con architetti e studiosi di tutto il mondo, in cui si cerca di rispondere alla domanda Come vivremo insieme? È evidente che questo periodo storico presenta grandi sfide all’umanità e all’architettura: il cambiamento climatico, il ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane, le nuove tecniche di ricostruzione, le forme mutevoli dell’edilizia collettiva, l’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto.
Il Leone d’oro alla carriera è andato allo spagnolo Rafael Moneo, quello speciale ad memoriam a Lina Bo Bardi (italiana naturalizzata brasiliana), anche per il suo ruolo di creatrice di visioni collettive. La Biennale dedica anche quest’anno il progetto Biennale Sessions a università, accademie e istituti di formazione superiore. Dà crescente importanza all’attività formativa e sviluppa un forte impegno nelle attività educative verso giovani e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. Si incrocerà col 15esimo Festival Internazionale di Danza Contemporanea (direttore artistico Wayne McGregor) dal 23 luglio al 1 agosto, ospitando all’Arsenale, nella sezione della Mostra intitolata Among Diverse Beings, le installazioni e i danzatori-coreografi di Biennale College che daranno vita a frammenti coreografici, “istantanee” o “schizzi” sollecitati da segni, materiali e temi della Mostra di Architettura. In previsione della Biennale 2022 dedicata alle arti visive, fino al 26 luglio 2021 è aperto il bando internazionale Biennale College Arte, riservato a giovani artiste/i emergenti provenienti da tutto il mondo che non abbiano compiuto 31 anni (il regolamento è nel sito www.labiennale.org). Sulla valutazione dei materiali la curatrice Cecilia Alemani selezionerà fino a quattro progetti, che potranno accedere a un contributo massimo di 25.000 euro per la realizzazione del lavoro finale.
Quest’anno, in omaggio alla Biennale Architettura, la Fondazione Giorgio Cini (Isola di San Giorgio) presenta i lavori di sei studi di progettazione architettonica italiani di fama internazionale. Sulla stessa isola, fino al 1 agosto, un’esposizione è dedicata alla straordinaria collezione di animali in vetro di Pierre Rosenberg, presidente-direttore onorario del Louvre. Al Museo del Vetro di Murano invece è ripercorsa, a partire dagli anni Sessanta del Novecento, la carriera del maestro Livio Seguso. Fino al 9 gennaio 2022 Punta della Dogana offre i suoi suggestivi spazi a Bruce Nauman, una delle personalità più significative del panorama artistico contemporaneo internazionale, concentrandosi su tre direttrici fondamentali della sua produzione: lo studio d’artista come spazio di lavoro e creazione, l’uso performativo del corpo e la sperimentazione sonora. Palazzo Cini (Dorsoduro 864) fino al 31 ottobre presenta una mostra che celebra le architetture di Roma confrontando le incisioni di Piranesi con le moderne foto di Gabriele Basilico. Sempre fino a ottobre, Palazzo Ducale celebra la pittura di Vittore Carpaccio, ricomponendo la straordinaria carriera del maestro rinascimentale. Per chiudere, segnaliamo alla chiesa di San Lorenzo il progetto Ocean Space, secondo capitolo di Territorial Agency: Oceans in Transformation, che esplora nuove possibilità di connessione tra gruppi di ricerca che si occupano degli oceani in un’epoca di rapidi cambiamenti. ◘
di Maria Sensi